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LETTERA APOSTOLICA 
DI SUA SANTITÀ 

GIOVANNI PAOLO II 
IN OCCASIONE DELLA RISTRUTTURAZIONE 
DELLE CIRCOSCRIZIONI ECCLESIASTICHE DELLA POLONIA

 

Lettera alla Chiesa in Polonia, guidata dal Cardinale Józef Glemp, 
Presidente della Conferenza e Primate della Polonia, 
in occasione della nuova ristrutturazione ecclesiastica
 

1. “Polonia cepit habere episcopum”: troviamo queste parole nei più antichi documenti, nell’anno 968. Due anni dopo che Mieszko, primo sovrano storico, della discendenza dei Piast, ricevette il Battesimo, la Polonia ebbe, per la prima volta, un vescovo. Si trattò, sicuramente, del vescovo missionario chiamato Jordan, con residenza probabilmente a Poznan. L’estensione del suo servizio episcopale seguì di pari passo l’avanzare dell’evangelizzazione nel dominio dei Piast. 

Per tale sviluppo fu decisivo l’anno 1000, dopo la morte di Sant’Adalberto nei pressi del Mare Baltico. Presso le reliquie del Martire si incontrarono il figlio di Mieszko, Boleslaw Chrobry, l’Imperatore Ottone III e gli inviati del Papa Silvestro II. Furono erette, allora, l’Arcidiocesi di Gniezno e le diocesi di Kraków, Wroclaw e Kolobrzeg. Lo Stato dei Piast rimase legato alla nuova provincia ecclesiastica, metropoli di Gniezno, divenuta indipendente dalla vicina metropoli occidentale di Magdeburgo, e legata direttamente alla Sede apostolica di Roma. 

Il fatto che l’organizzazione gerarchica fondamentale della Chiesa in Polonia avvenisse relativamente presto dopo il Battesimo di Mieszko, testimonia che lo Stato dei Piast si sviluppava e si consolidava, entrando nell’ambito dell’Europa di quell’epoca. 

Pertanto, così come fu importante per la Polonia il Millennio del Battesimo, così lo saranno anche il millennio del martirio di Sant’Adalberto e dell’erezione della prima organizzazione gerarchica della Chiesa sulla nostra terra. 

Dobbiamo tener presente anche oggi quest’inizio storico, quando sui fondamenti di quella struttura si stanno effettuando nuovi cambiamenti connessi con l’Anno del Signore 1992. 

2. Tali cambiamenti organicamente corrispondono all’appello di Cristo rivolto agli Apostoli dopo la Sua Resurrezione: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19). Le parole pronunciate nel momento in cui Cristo ritornava al Padre, dopo il compimento della sua missione terrestre, hanno ricevuto la loro piena forza nel giorno di Pentecoste, per opera dello Spirito Santo. Dallo stesso Spirito gli Apostoli hanno ricevuto la luce e il coraggio per annunciare il Vangelo. Nel giorno di Pentecoste si rivelò in Gerusalemme la Chiesa mandata a tutti i popoli, predicando in varie lingue: la Chiesa Universale, una nella pluralità di persone e di comunità, le quali, d’ora in poi, la costituiranno nella misura in cui la Buona Novella della salvezza raggiungerà nuove persone e nuovi popoli. 

Il Concilio Vaticano II ha concentrato il suo magistero sulla verità della Chiesa, in tutte le sue dimensioni e in tutti i suoi aspetti. Penetrando in questo magistero, troviamo un commento esaustivo della vita della Chiesa anche nella nostra storia di 1000 anni. Troviamo pure le fondamentali spiegazioni delle decisioni attualmente prese, in occasione della riorganizzazione della Chiesa in Polonia, nella vigilia del Terzo Millennio dopo Gesù Cristo. La nuova organizzazione ha per scopo il pieno adattamento della missione della Chiesa – cioè dell’evangelizzazione, concepita in senso integrale – alle condizioni e alle necessità dei tempi nei quali viviamo e nei quali vivranno le successive generazioni della nostra terra, della nostra patria. 

3. Il Concilio ricorda che “nei vescovi assistiti dai presbiteri, è presente in mezzo ai credenti il Signore Gesù Cristo” (cf. Lumen gentium, 21). Vorrei accompagnare la riorganizzazione di cui parla la presente Lettera, con il fervido augurio per tutta la Chiesa in Polonia, che, con l’arricchimento del servizio episcopale, il Cristo Signore diventi ognor più presente nella società di tutta la nostra Patria, nelle sue varie componenti. Che questa presenza salvatrice di Cristo susciti nuove energie in tutto il Popolo di Dio, unisca ancora di più il servizio sacerdotale e la vita religiosa con la vocazione laicale in tutti gli stati di vita e in tutte le professioni! 

“La Chiesa è in Cristo come un sacramento, cioè come un segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”, insegna il Vaticano II (Ivi, 1). Faccio voti che il sacramento della Chiesa si realizzi ognor più, “affinché tutti gli uomini, oggi più strettamente uniti da vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possano anche conseguire una piena unità in Cristo” (Ivi, 1). 

Conformemente alla tradizione della nostra storia, pongo questa decisione – insieme con Voi, Figli e Figlie della stessa Patria – nelle mani della Signora di Jasna Gora, Regina della Polonia e Madre della Chiesa. Così come fu presente fra gli Apostoli nel giorno di Pentecoste, nel momento della nascita della Chiesa, Essa sia presente anche nella Chiesa in Polonia nelle ulteriori tappe del suo pellegrinaggio attraverso la nostra terra, diretto alla Casa del Padre. 

Dato a Roma, presso San Pietro, nella festa dell’Annunciazione del Signore, il 25 marzo 1992.

GIOVANNI PAOLO II

  

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