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GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì delle Ceneri, 4 marzo 1992

 

L’inizio della Quaresima sollecita ogni cristiano alla riconciliazione non solo con Dio, ma anche con i fratelli. Più viva deve quindi farsi nell’animo dei cristiani la sensibilità per il problema ecumenico e più sentito il dovere di contribuire, con la preghiera e con la conversione del cuore, al raggiungimento della piena unità. Per invitare a rinnovare in tal senso l’impegno quaresimale, il Santo Padre rivolge oggi, mercoledì delle Ceneri, ai fedeli cattolici e a tutti i cristiani, la seguente Esortazione.

“Il Signore dei secoli, il quale con sapienza e pazienza persegue il disegno della grazia verso di noi peccatori, in questi ultimi tempi ha incominciato a effondere con maggiore abbondanza nei cristiani tra loro divisi l’interiore ravvedimento e il desiderio dell’unione” (Unitatis redintegratio, 1).
All’inizio della Quaresima ci richiamiamo a questa pregnante affermazione, contenuta nel Proemio del Decreto conciliare sull’Ecumenismo.
Desideriamo che questo santo giorno, e tutto il periodo quaresimale, sia permeato in modo particolare dall’interiore ravvedimento che è sollecitato anche dalla dolorosa constatazione della perdurante mancanza d’unità tra i cristiani: “Tale divisione - insegna il Concilio - non solo contraddice apertamente alla volontà di Cristo, ma è anche di scandalo al mondo e danneggia la santissima causa della predicazione del Vangelo a ogni creatura” (Ivi).
Vogliamo incoraggiarci reciprocamente in questo interiore ravvedimento di tutta la Comunità cristiana e chiediamo ai nostri fratelli, che in virtù del Battesimo sono anch’essi veramente incorporati a Cristo morto e glorificato, e sono rigenerati alla vita divina (Ivi, 2), una particolare unione nella penitenza e nella preghiera. Lo chiediamo specialmente in questo periodo di preparazione alla Pasqua, in cui ricordiamo la morte di Cristo sulla croce per radunare i figli di Dio dispersi (cf. Gv 11, 52) e la sua gloriosa Risurrezione per la vita del mondo.
Il Concilio fa riferimento alla grazia di Dio che già opera in tanti cuori, anche in quelli delle altre Chiese e Comunità cristiane. Infatti “moltissimi uomini in ogni dove sono stati toccati da questa grazia” (Ivi).
Desideriamo aprirci sempre di più all’azione salvifica dello Spirito Santo ed essere obbedienti a Lui, che parla alle Chiese (cf. Ap 2, 7. 11. 17. 18).
Abbracciamo con la preghiera sincera e l’amore fraterno tutte le Chiese ortodosse d’Oriente assieme alle Comunità e Confessioni sorte in Occidente dalla Riforma. Ci spinge a ciò l’amore di Cristo.
Il Concilio, intendendo promuovere la piena riconciliazione di tutti gli animi, ha ricordato le “colpe contro l’unità”. E i Padri conciliari con autentico spirito cristiano hanno esortato i fedeli a chiedere “perdono a Dio e ai fratelli divisi così come noi lo accordiamo ai nostri debitori” (Unitatis redintegratio, 7).
Perdoniamoci, quindi, reciprocamente con cuore sincero e chiediamo perdono a Dio conformemente alle parole del Padre nostro, che il Signore stesso ci ha insegnato.
Chiediamo anche allo Spirito Santo, Paraclito, che ci conceda di poter continuare tutte le iniziative in favore dell’unità mediante la preghiera, lo studio e la cooperazione ecumenica; e che renda fecondo il multiforme dialogo teologico, affinché si risolvano finalmente le divergenze che tuttora ostacolano la piena unità.
Che il movimento per il ristabilimento dell’unità si approfondisca, si estenda all’intera Comunità cristiana e faccia maturare sempre più la consapevolezza dell’universale appartenenza a Cristo e della comune responsabilità nell’annuncio del Vangelo a tutto il mondo.
Sia questa Quaresima un tempo veramente propizio di intensa preghiera in profonda sintonia con il potente grido del Figlio al Padre: “Che tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola” (Gv 17, 21).

1. Nel periodo che ha preceduto la Quaresima mi è stato dato di visitare le Comunità ecclesiali del Senegal, Gambia e Guinea (Conakry), Paesi che si trovano lungo la costa occidentale dell'Africa, sull'Atlantico, e verso i quali si fa sentire in qualche misura l'influsso del grande deserto del Sahara. Gli abitanti sono in maggioranza musulmani ed i cristiani costituiscono soltanto una piccola minoranza.

Esprimo cordiale gratitudine agli Episcopati per l'invito rivoltomi e per la diligente preparazione della visita. Nello stesso tempo, desidero manifestare riconoscente apprezzamento per l'iniziativa delle autorità statali ed in particolare dei Presidenti del Senegal, Gambia e Guinea, che mi hanno chiesto di visitare i loro Paesi e ringrazio per la cordiale ospitalità dimostratami, con la collaborazione dei diversi organi dell'Amministrazione. Tale ospitalità testimonia la buona convivenza esistente fra cristiani e musulmani, secondo una bella tradizione africana.

2. L'Islam giunse tra quelle popolazioni verso la fine del primo millennio dopo Cristo. I primi cristiani vi arrivarono intorno al XV secolo, ma una vera azione missionaria non iniziò che verso la metà del secolo scorso ed il merito dell'iniziativa pionieristica lo hanno, in questo campo, le Congregazioni religiose, maschili e femminili. Insieme, grazie al graduale formarsi delle diocesi e all'istituzione dei seminari, è cresciuto anche il clero diocesano. In Senegal vi sono oggi sei diocesi, tra cui Dakar, la capitale, è sede arcivescovile, retta dal Cardinale Hyacinthe Thiandoum. In Gambia c'è soltanto una diocesi, Banjul, e in maggioranza il clero è composto da missionari. Sul territorio di Guinea oltre alla capitale, Conakry, sede arcivescovile, vi sono altre due sedi vescovili.

Desidero esprimere la mia gratitudine a tutti i sacerdoti del Clero indigeno e ai numerosi missionari, i quali affrontano, instancabili, la fatica dell'evangelizzazione. Parole di viva gratitudine rivolgo pure alle religiose delle diverse Congregazioni femminili e ai missionari e missionarie laici. Il Signore della messe benedica il loro lavoro e mandi costantemente nuovi operai alla sua messe.

3. Momento centrale di ogni giorno è stata la liturgia eucaristica. In essa - mediante l'Opus divinum - si esprimeva, nel modo più pieno, la Chiesa nel suo radicarsi «africano». È ravvisabile in ciò un aspetto di quell'inculturazione che si esprime, ad esempio, nella lingua, nel canto stupendo, nel ritmo processionale dell'offerta dei doni, il tutto permeato di grande devozione e pieno di vita. Nella liturgia si avverte pienamente il particolare «dono» che la Chiesa africana apporta al comune tesoro dell'universale Chiesa di Cristo. E così rimangono nella mia memoria le celebrazioni eucaristiche di ogni giorno: a Ziguinchor, nel Senegal meridionale, nel Santuario Mariano di Poponguine, in cui ho pronunciato l'atto di affidamento a Maria, ed anche nella capitale Dakar. A Banjul s'è iniziato con la Santa Messa, celebrata verso mezzogiorno; poi si è avuta la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale, con l'uso della lingua locale.

Infine, a Conakry: il primo giorno, ci siamo ritrovati per la Santa Messa nella Cattedrale e il giorno seguente nello stadio per le ordinazioni sacerdotali. Dappertutto si notava una viva e numerosa partecipazione da parte dei fedeli. E durante gli spostamenti, lungo le vie e le strade, si sono viste vere folle di abitanti: cristiani e musulmani insieme. Erano presenti anche i rappresentanti delle religioni africane tradizionali.

Il dialogo inter-religioso è prima di tutto il «dialogo della vita quotidiana», in cui domina il rispetto reciproco, che forse è qualche cosa di più della tolleranza. Su tale sfondo hanno avuto un significato singolare gli incontri con i rappresentanti dell'Islam, soprattutto in Senegal, a Dakar, e in Guinea, a Conakry. Questi incontri riflettevano lo stesso clima nel quale vivono le società locali.

4. Le Comunità cattoliche sono in percentuale poco numerose, ma vigorose. Questo vale in modo particolare per i laici, molti dei quali s'assumono impegnativi compiti apostolici. Tanto importante è stato, pertanto, l'incontro con i catechisti, con i membri dei consigli pastorali e con quanti svolgono ruoli indispensabili alla vita dell'intera Comunità. I catechisti, nei Paesi missionari, hanno i meriti dei pionieri. Nei periodi delle persecuzioni - come è successo in Guinea - essi sono stati il baluardo dell'esistenza stessa della Chiesa. Dopo l'imprigionamento dell'arcivescovo di Conakry, Monsignor Raymond-Marie Tchidimbo, e l'espulsione dei missionari europei, essi si sono rivelati nella vita quotidiana un indispensabile sostegno per i pochi sacerdoti locali rimasti nel Paese.

Queste Chiese, quindi, hanno un vivo passato missionario, ma anche di martirio, e s'iscrivono nel dinamismo del periodo attuale mediante le giovani generazioni, che si sono fatte conoscere durante gli incontri ad esse riservati. La gioventù senegalese ha raccontato, con grande arte, le vicende del Paese e della Chiesa, ha illustrato la propria vita, ha espresso le proprie difficoltà e speranze. Altri incontri con i giovani hanno avuto luogo nella scuola cattolica a Banjul e a Conakry nel corso di interessanti serate.

Dappertutto la gioventù invita a guardare al futuro e ad andare incontro alle difficoltà e sofferenze dell'esistenza africana con la speranza cristiana.

5. Non si può tralasciare un'altra tappa che, nel corso di questo pellegrinaggio africano, ha avuto la sua eloquenza più dolorosa.

Penso alle ore passate nell'isola di Gorée, vicino a Dakar. Questa isola di basalto è stata, durante i secoli, testimone del commercio degli schiavi, brutalmente staccati dalle loro famiglie per essere trasportati, in condizioni umilianti, in America e venduti come «merce umana».

La quaresima ci invita a maggiore serietà di vita

Oggi, Mercoledì delle Ceneri, la Chiesa incomincia la Quaresima. Ricevendo le ceneri sui nostri capi, accogliamo, nello stesso tempo, la chiamata alla penitenza e alla conversione: «Convertitevi e credete al Vangelo».

Questa chiamata abbracci anche tutte le colpe del passato di cui è simbolo l'isola di Gorée. Da 500 anni risuona nell'area del continente americano l'esortazione di Cristo: «Convertitevi e credete al Vangelo». Desideriamo riconoscere, in spirito di penitenza, tutti i torti che, in questo lungo periodo, sono stati recati agli uomini e ai popoli dell'Africa in quel turpe commercio. Abbiamo fiducia che «laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia» della redenzione di Cristo. Con tale fede entriamo nel cuore stesso dell'evangelizzazione di ieri, di oggi e di domani, mediante la quale il Cristo - nostra Pasqua - ha abbracciato in modo particolare coloro che maggiormente hanno subìto, da parte degli altri, umiliazioni e torti.

La Quaresima, preparandoci alla Settimana Santa ed alla Pasqua, ci invita a maggior raccoglimento e serietà di vita. Essa costituisce un tempo di riflessione e di preghiera più intensa, unita ad opportune forme di sacrificio e di penitenza, e a gesti di concreta e fraterna solidarietà. È tempo, ancora, di silenzio interiore e di meditazione, nel quale, mettendo da parte quanto turba o rischia di sconvolgere la coscienza e la fantasia, ciascuno si impegna a riscoprire e rivivere i profondi valori della fede cristiana.

Disponiamoci con fiducia, carissimi Fratelli e Sorelle, a percorrere questo itinerario di conversione e di rinnovamento interiore nell'ascolto della Parola di Dio, nella preghiera, nel quotidiano esercizio della carità verso il prossimo.


Ai fedeli di lingua francese

Chers Frères et Sœurs,
Je salue cordialement les membres de l’École de la Foi, de Fribourg, et je les encourage pour l’apostolat qu’ils se préparent à reprendre. À tous les pèlerins de langue française, je souhaite une heureuse marche vers Pâques. Que Dieu vous bénisse!

Ai pellegrini di espressione inglese

Dear Brothers and Sisters,
I extend a warm welcome to the group of priests from the United States taking part in the theological renewal course offered by the Pontifical North American College. May your time in the Eternal City deepen your love of Christ and his Church and help you to be ever more effective preachers and witnesses of God’s word. I also thank the choirs for their praise of God in song. Upon all the English-speaking pilgrims and visitors I invoke abundant divine blessings.

Ai pellegrini giapponesi

Sia lodato Gesù Cristo!
Saluto gli studenti delle Università “Joci” (Sophia), “Junshin” (Cuore Immacolato) e “Kenmei” (Prudenza), i componenti del “Pellegrinaggio per la Pace” e il gruppo di Shintoisti.
Nel mondo ci sono tanti emarginati che chiedono aiuto. Vi invito, carissimi, ad allargare il vostro cuore verso di essi, considerando ciò come uno dei frutti del vostro studio di aggiornamento o del vostro pellegrinaggio.
Con questo auspicio vi benedico di cuore.
Sia lodato Gesù Cristo!

Ai gruppi di lingua tedesca

Liebe Schwestern und Brüder!
Mit dieser kurzen Betrachtung grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher sehr herzlich. Mein besonderer Gruß gilt einer Gruppe von Seminaristen und Professoren der Philosophisch-Theologischen Hochschule und des Priesterseminars Brixen sowie einer Gruppe von Theologiestudenten, die ihre Freisemester in Rom verbringen.
Ferner grüße ich die Ordensschwestern aus verschiedenen Kongregationen, die an einem theologischen Kurs am Institut ”Regina Mundi“ teilnehmen.
Widmen wir uns alle in dieser Fastenzeit der Umkehr und der inneren Erneuerung durch das Hören des Wortes Gottes, durch das Gebet und die tägliche Übung der Nächstenliebe. Hierzu erteile ich Euch allen, Euren lieben Angehörigen zu Hause sowie den mit uns über Radio und Fernsehen verbundenen Gläubigen von Herzen meinen Apostolischen Segen.

Ai pellegrini spagnoli

Amadísimos hermanos y hermanas,
Saludo ahora muy cordialmente a todos los peregrinos y visitantes de lengua española.
En particular, a las Religiosas Esclavas del Sagrado Corazón de Jesús. Igualmente, a los miembros de las Comunidades Neocatecumenales de Murcia y Cartagena, a quienes aliento a un renovado dinamismo apostólico en la sociedad española.
Un especial saludo de bienvenida deseo dedicar a los numerosos grupos de jóvenes presentes en esta audiencia: de Madrid, de Tarragona, de Cádiz, de Cartagena y de otros lugares de España. Que vuestra visita a Roma os confirme en vuestra fe y encienda vuestra ilusión y esperanza para hacer de nuestro mundo un lugar más justo, fraterno y acogedor.
A todas las personas, familias y grupos procedentes de los diversos Países de América Latina y de España imparto con afecto la Bendición Apostólica.

Ai fedeli di lingua portoghese

Amadíssimos Irmãos e Irmãs,
A Igreja, caríssimos Irmãos e Irmãs, renova hoje aquele apelo de Cristo: “Convertei-vos e crede no Evangelho”, para que os cristãos, num clima de maior recolhimento e seriedade de vida, possam através da oração e de oportunas formas de penitência, realizar gestos concretos de solidariedade fraterna. Por isso, convido os peregrinos de língua portuguesa aqui presentes, nomeadamente o Grupo vindo de Portugal de professores e alunos da Escola secundária das Taipas-Guimarães, para que percorram este itinerário de conversão, que a Quaresma nos sugere, na escuta da Palavra de Deus e no exercício da caridade com o próximo.

Ai pellegrini polacchi

Witam serdecznie wszystkich uczestników dzisiejszej audiencji z ks. bpem Albinem Ma³ysiakiem na czele. Witam pielgrzymów z parafii œw. Bonifacego we Wroc³awiu, kolejarzy ze Szczecina, uczestników grup turystycznych: “Mistral” z Katowic, “Kolumb” z Tych, “Orbis” z Warszawy, oraz wszystkich innych pielgrzymów, zarówno z kraju, jak i z emigracji.

A un gruppo di pellegrini croati

Cari Croati, Vi saluto tutti di cuore. In questo tempo di Quaresima il Signore ci invita alla conversione. Il suo richiamo viene anche attraverso le sofferenze e le tribolazioni, che molti di voi hanno vissuto personalmente. Nella sua grande misericordia conceda adesso il Signore la vera pace a tutte le popolazioni delle vostre regioni così che tutti gli esuli al più presto ritornino ai propri focolari e abbia inizio il rinnovamento della Patria devastata dalla guerra. L’immensa ricostruzione materiale sia accompagnata dal rinnovamento morale e spirituale. E i vostri cuori siano sempre riempiti di sentimenti di amore e di perdono. Su tutti voi e sull’intera vostra Patria, la Croazia, invoco la benedizione e la pace di Dio onnipotente e misericordioso. Siano lodati Gesù e Maria!

Ai gruppi di lingua italiana

Rivolgo ora il mio saluto ai vari gruppi di lingua italiana, presenti a questa Udienza. In particolare, do il benvenuto alle Suore Ancelle del Sacro Cuore di Gesù, convenute per il loro Capitolo Generale, in cui hanno studiato come unire il carisma della “riparazione” con quello della nuova evangelizzazione. Auspico che i vostri lavori aiutino la Congregazione a rispondere con slancio sempre nuovo alle esigenze del Regno di Dio.
Saluto, inoltre, il numeroso gruppo di Appuntati della Guardia di Finanza del Lido di Ostia, insieme con quello degli Allievi della Scuola Sottufficiali della Marina Militare di Taranto. Esorto tutti a coltivare sempre con la massima cura sia la disciplina propria del vostro servizio a difesa della società, sia quella dello spirito, che nobilita la vostra vita e dà un senso alla vostra speranza.

Agli ammalati e agli sposi novelli

Porgo ora un particolare saluto a voi, Ammalati e Sposi Novelli.
Auguro che il tempo quaresimale vi conduca ad una maggiore intimità con Cristo e ad una sua più assidua imitazione.
Esorto voi, cari ammalati, a tradurre nella vostra esistenza i profondi sentimenti di Cristo, per poter trovare forza in lui nei momenti difficili e contribuire così alla sua opera di redenzione nel mondo.
Anche voi, cari sposi novelli, sappiate scoprire nel mistero di Dio, che si dona per la salvezza di tutti, la sorgente inesauribile del vostro amore. Maria accompagni il vostro cammino ed ottenga dal Redentore le grazie necessarie per restare fedeli al suo disegno su di voi.
A tutti la mia Benedizione.

Un appello alla pacificazione in Zaire e in Rwanda viene lanciato da Giovanni Paolo II al termine dell’udienza generale di oggi. Queste le parole pronunciate dal Santo Padre.

1. Le consolanti esperienze vissute durante quest’ultimo pellegrinaggio apostolico in terra d’Africa non mi fanno dimenticare l’affliggente situazione che grava ancora in altri territori di quel grande continente. Mi riferisco, in particolare, a due popoli oggi in preda a gravi disordini: lo Zaire e il Rwanda.
In Zaire è in corso da mesi un processo di democratizzazione che non ha ancora dato i frutti sperati. Preghiamo perché prevalga il dialogo leale fra tutte le parti e alla popolazione siano risparmiati ulteriori atti di tragica violenza come quelli che hanno insanguinato la capitale Kinshasa nella giornata del 16 febbraio. Ai morti, ai feriti e agli arrestati si è aggiunto un altro penoso episodio che tocca direttamente la Chiesa: l’espulsione di alcuni missionari.
In questa dolorosa circostanza esprimo piena solidarietà al Cardinale-Arcivescovo di Kinshasa e ai Presuli del Paese, così vicini alla gente già tanto provata, e unisco la mia alla loro preghiera di suffragio per le vittime.
2. Nel Rwanda imperversa, da troppo tempo oramai, una devastante guerriglia, con un numero sempre crescente di vittime. Inermi popolazioni civili sono condannate a lasciare le loro terre, con indicibili sofferenze e disagi soprattutto per i più deboli: donne, anziani, bambini.
Mi addolora profondamente la morte di una benemerita Religiosa e di una giovane aspirante delle “Religiose Missionarie Oblate dell’Assunzione”, uccise con altre sette persone.
Desidero che i Vescovi, i Sacerdoti e i fedeli di quell’amata Nazione sappiano che il Papa è vicino a quanti piangono i loro congiunti, condivide le sofferenze di tutti, mentre invita i responsabili della vita pubblica a seguire le vie di un onorevole negoziato che porti alla pace e alla riconciliazione.
Anche per questo preghiamo, all’inizio del nostro itinerario di conversione e penitenza quaresimali.

Nella Basilica Vaticana il Santo Padre incontra i giovani partecipanti all’udienza generale. Il gruppo maggiormente significativo è quello composto da circa mille alunni e studenti delle Scuole elementari, medie e superiori della Diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo che hanno partecipato al concorso sul tema “Giustizia, Pace e Solidarietà”, promosso dall’Azione Cattolica diocesana. A questo gruppo, guidato dal Vescovo, Monsignor Lorenzo Chiarinelli, e ai tanti altri pellegrinaggi giovanili presenti il Papa rivolge la seguente catechesi.

1. Siate i benvenuti, cari ragazzi della diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo, che avete partecipato al concorso indetto dall’Azione Cattolica diocesana sul tema: “Giustizia, Pace e Solidarietà”. Saluto, in maniera particolare, il vostro Vescovo, il caro Monsignor Lorenzo Chiarinelli, l’Assistente Ecclesiastico, la Presidente della vostra associazione, gli insegnanti, gli educatori e quanti vi accompagnano all’odierna Udienza. Rivolgo un’affettuosa parola di benvenuto anche agli altri gruppi di studenti, ragazzi e bambini qui presenti.
2. Carissimi, ci incontriamo proprio all’inizio della Quaresima, tempo di revisione di vita e di rinnovamento spirituale. Tempo, soprattutto, di incontro con Cristo, che ci invita a percorrere un serio cammino di conversione sia come singoli che come comunità. La Quaresima è una stagione dell’anno liturgico, che potremmo anche paragonare alla giovinezza, periodo della vita umana che direttamente vi riguarda, perché lo state attraversando. È un dono prezioso la vostra età, una ricchezza singolare per le potenzialità che comporta e per le opportunità che offre di costruire saldamente il vostro futuro. In questo tempo di entusiasmo e di crescita voi iniziate a conoscere e ad attuare i valori e le virtù, che dovranno sempre più affermarsi nell’arco di tutta l’esistenza. Voi dovete imparare oggi a discernere ciò che veramente conta, per dedicare ogni vostra attenzione a ideali per i quali vale la pena di impegnarsi, costruendo il progetto della vostra vita su Cristo. Vi occorrono, per questo, coraggio e dedizione, pazienza e ardimento, generosità e spirito di sacrificio.
3. Non c’è meta cristiana nobile e grande che possa esser raggiunta senza decisioni ardite, senza perseverante preghiera e diuturna educazione all’ascolto dello Spirito di Dio. Un tale stile di vita, apparentemente faticoso, è interiormente liberante: vi conduce, infatti, a scoprire la verità che libera l’uomo, rendendolo capace di amore. In questa linea, la Quaresima costituisce un importante itinerario formativo, che spinge non a ciò che piace, ma verso il vero bene, anche se arduo. “Giustizia, Pace e Solidarietà” sono le parole che hanno ispirato il vostro concorso. Esse contengono valori necessari per l’umanità e per il suo futuro. Sin d’ora voi dovete e potete costruire tali valori, educandovi sempre al rispetto della vita e della libertà, della dignità e del diritto di ogni persona. La Parola di Dio sia la vostra luce. Vi insegni il Signore a seguirlo anche per vie faticose e ripide. Non stancatevi mai di tener vivo il colloquio con lui nella preghiera. Invocate spesso l’aiuto materno della Madre di Dio, sostegno del popolo cristiano. Carissimi ragazzi e ragazze, vi incoraggio tutti a e io entrare con questo spirito nel tempo quaresimale. Vi accompagni la benedizione apostolica, che ora imparto a voi qui presenti, e che estendo alle vostre famiglie e alle persone che vi sono care.

 

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