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SANTA MESSA NELLA BASILICA VATICANA
E CONFERIMENTO DEL SACRAMENTO DELLA CRESIMA

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 9 giugno 1985

 

1. “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore” (Gv 14, 16).

Il Signore Gesù pronunciò queste parole il giorno prima della sua passione e morte sulla croce. Allorquando dovette lasciare i suoi, gli apostoli, promise loro “un altro Consolatore”, “perché rimanga con voi per sempre” (Gv 14, 16).

Questo “altro Consolatore” è lo Spirito Santo, lo Spirito di verità.

Sappiamo che questo annuncio e questa promessa del Signore Gesù nei riguardi degli apostoli si sono adempiuti prima di tutto nel giorno della Pentecoste. Essi ricevettero allora lo Spirito di verità, che non solo li guidò personalmente “alla verità tutta intera” (cf. Gv 16, 13), ma anche permise loro di ammaestrare gli altri: di consolidare gli altri nella verità, che ha la sua fonte eterna in Dio stesso.

2. “Io pregherò il Padre”. Questa preghiera del Signore Gesù nel cenacolo continua. Cristo costantemente domanda al Padre lo Spirito Santo per i suoi discepoli: per coloro che accolgono la testimonianza degli apostoli nelle generazioni sempre nuove.

Oggi Cristo in modo particolare chiede lo Spirito Santo per voi, giovani, che nella presente generazione dei battezzati, cioè dei cristiani, dovete ricevere il sacramento della Confermazione presso la tomba di San Pietro. A questa tomba, sacra a tutti i cristiani, perché ricorda e testimonia il martirio subito per la fede dal capo degli apostoli, siete venuti - per essere confermati nella stessa fede - da tante parti del mondo: Francia, Austria, Germania, Stati Uniti, Nigeria, Zaire, Finlandia; da molte parrocchie di Roma e numerose regioni d’Italia: Veneto, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. Tutti desidero salutarvi con sincero affetto, ricordando in particolare i fratelli del Centro di riabilitazione “La nostra scuola” di Roma e gli allievi infermieri dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma.

3. Il sacramento della Confermazione ha, in un certo senso, il compito di confermare e completare in ognuno di voi ciò che è stato già iniziato nel sacramento del Battesimo. Deve rafforzarlo.

Mediante il santo Battesimo ognuno e ognuna di voi è diventato cristiano e ha ricevuto il segno indelebile di figlio di Dio, che ci rende simili spiritualmente a Cristo, Figlio di Dio.

Mediante la Cresima ognuno e ognuna di voi deve diventare cristiano direi in un modo ancor nuovo. Un cristiano maturo nello Spirito Santo, a somiglianza degli apostoli nel giorno di Pentecoste. Essere un cristiano maturo, vuol dire “essere testimone di Cristo”: rendergli testimonianza così come hanno fatto gli apostoli agli inizi della Chiesa.

Così come qui, a Roma, hanno reso testimonianza San Pietro, presso la cui tomba ci troviamo, e San Paolo, il cui luogo del martirio si trova in un’altra parte di questa città.

4. Per diventare cristiani maturi in questo modo, bisogna ricevere e accogliere lo Spirito di verità.

Solo lo Spirito di verità, che è lo Spirito di Dio, può consolidarvi nella verità divina. Solo lo Spirito di verità, che è lo Spirito di Gesù Cristo, può rafforzare nella nostra mente e nella nostra volontà la convinzione di quella verità, che Cristo annunziava; di quella verità che egli ha confermato e sigillato con la sua croce e la sua risurrezione.

Quella verità si chiama la buona novella: il Vangelo.

Solo lo Spirito Santo può far di voi veri “uomini del Vangelo”, vale a dire: veri, consapevoli e responsabili cristiani. Il cristiano è “l’uomo del Vangelo”.

5. Il cristiano è l’uomo nuovo di quella novità, di quel rinnovamento, che scaturisce da Cristo.

Questo rinnovamento inizia dal cuore, dalla coscienza. Quando ricevete lo Spirito Santo, si adempiono le parole del profeta Ezechiele, udite nell’odierna liturgia: “Vi darò un cuore nuovo metterò dentro di voi uno spirito nuovo . . . Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei precetti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi” (Ez 36, 26-27).

Credere vuol dire insieme: vivere secondo la fede, agire nel modo che essa ci indica.

Rendere testimonianza a Cristo vuol dire mettere in pratica i suoi comandamenti, e soprattutto il comandamento dell’amore.

“Se mi amate, osserverete i miei comandamenti” (Gv 14, 15).

Il sacramento della Confermazione deve consolidare la fede ricevuta nel santo Battesimo, e far sì che essa sia viva: cioè animata dall’amore di Dio e del prossimo.

6. Il sacramento della Confermazione consolida la vocazione cristiana di ognuno di noi, mediante la quale partecipiamo alla comunità della Chiesa. Anzi, edifichiamo questa Chiesa come “pietre vive” (secondo le parole di San Pietro) (1 Pt 2, 5). Edifichiamo la Chiesa che è il corpo di Cristo (secondo le parole di San Paolo) come “membra di questo corpo”: “Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo” (1 Cor 12, 12-13).

E anche in un solo Spirito siamo oggi consolidati dal sacramento della Confermazione.

7. A questo proposito voglio richiamare alla vostra memoria le parole tratte dalla mia Lettera ai giovani e alle giovani del mondo di quest’anno: “Bisogna anche che ripensiate - e molto profondamente - al significato del Battesimo e della Cresima. In questi due sacramenti, infatti, è contenuto il deposito fondamentale della vita e della vocazione cristiana. Da essi parte la strada verso l’Eucaristia, che contiene la pienezza della sacramentale elargizione concessa al cristiano: tutta la ricchezza della Chiesa si concentra in questo sacramento di amore” (Giovanni Paolo II, Epistula Apostolica ad iuvenes, Internationali vertente Anno Iuventuti dicato, 9, 31 marzo 1985: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VIII/1 [1985] 776).

8. Così dunque, giovani amici, davanti a Cristo, che in questa celebrazione eucaristica “prega il Padre per noi”, desidero compiere nei vostri riguardi questo servizio sacramentale, che compirono Pietro, Giovanni e altri apostoli, come ci ricordano gli Atti.

Imponendo le mani su tutti voi: su ognuno e ognuna di voi qui presenti, vi ungerò la fronte con il santo crisma, pronunciando le parole: “Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono”.

E ognuno e ognuna di voi - e insieme, i testimoni della vostra Confermazione - risponderete: “Amen”. L’“Amen” vuol dire: “accolgo”.

Accolgo, così come l’hanno accolto gli apostoli. Così come lo hanno ricevuto e ricevono intere generazioni di cristiani di diverse nazioni, lingue e razze.

Accetto e desidero, con la mia mente e con il mio cuore, con la mia vita e con il mio agire, rispondere a questo dono. Desidero pensare, operare e vivere secondo lo Spirito di verità.

“. . . Il mondo non (lo) può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce” (Gv 14, 17).

Ma io accolgo. Io lo ricevo.

Perché “lo conosco” per mezzo del Vangelo di Cristo.

Per mezzo della croce e della risurrezione di Cristo. Che dunque si compia su di me, su ognuno, ognuna di voi: su tutti, ciò che Cristo ha annunciato: “Lui, lo Spirito di verità dimora presso di voi e sarà in voi” (cf. Gv 14, 17).

Salve, dolce ospite dell’anima!

“Dulcis Hospes animae!”.

Accolgo. Amen.

 

© Copyright 1985 - Libreria Editrice Vaticana



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