Index   Back Top Print

[ EN  - IT  - PT ]

VISITA PASTORALE IN GRAN BRETAGNA

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON I RELIGIOSI E LE RELIGIOSE
D'INGHILTERRA E DEL GALLES

Sabato, 29 maggio 1982

 

Cari fratelli e sorelle in Cristo.

1. Desidero esprimere la mia particolare gioia per questo incontro. Siete presenti così numerosi voi tutti che rappresentate i religiosi d’Inghilterra e del Galles. Alla vigilia di Pentecoste siete qui per rinnovare i voti religiosi. Col Papa, il successore di Pietro, proclamerete davanti a tutta la Chiesa che credete nella vostra consacrazione; che è la chiamata di Cristo che vi ispira gioia e pace. “Rallegratevi sempre nel Signore” (Fil 4, 4).

2. Voi continuate degnamente una tradizione che risale agli albori della storia del Cristianesimo in Inghilterra. Agostino e i suoi compagni erano monaci benedettini. Le grandi fondazioni monastiche del periodo anglosassone e medievale non erano solo strutture essenziali per l’evangelizzazione: erano anche centri di sapere e culle di cultura e di civiltà. Luoghi come Canterbury, Jarrow, Glastonbury e st. Albans sono segni del ruolo che i gruppi monastici svolsero nella storia d’Inghilterra. Uomini come Bede di Jarrow, Boniface di Devon divenuto l’apostolo della Germania, e Dunstan di Glastonbury, Arcivescovo di Canterbury nel 960; donne come Hilda di Whitby, Walburga e Lioba, e molte altre - sono nomi famosi nella storia inglese. Né possiamo dimenticare Anselmo o Nicola Breakspear, nato a Abbots Langley, che divenne Papa Adriano IV nel 1154.

Nel periodo Normanno questo esercito di Cristo raggiunse un nuovo splendore con la fondazione dei Monasteri cistercensi, domenicani, francescani, carmelitani e agostiniani.

Più tardi la vita religiosa sopportò grandi sofferenze. Le comunità religiose inglesi vennero disperse e distrutte o dovettero rifugiarsi in paesi stranieri. È impossibile nominare qui tutti i religiosi e le religiose di questo periodo che seguirono nostro Signore fino a dare la vita a difesa della propria fede. A quel periodo infelice appartenne anche una donna straordinaria dello Yorkshire, Mary Ward, che fu la promotrice delle Congregazioni femminili secolari.

Il secolo scorso ha visto una rinascita straordinaria di vita religiosa. Vennero fondate centinaia di conventi, scuole, orfanotrofi, ospedali ed altri servizi sociali religiosi. Congregazioni missionarie hanno diffuso la fede in paesi lontani.

Ai tempi nostri il Concilio Vaticano II si è rivolto a voi con un invito perché la vita religiosa sia adeguatamente rinnovata attraverso un ritorno al carisma originale di ciascun Istituto ed attraverso un positivo adeguamento alle mutate condizioni dei tempi (cf. Perfectae Caritatis, 2).

3. Fratelli e sorelle, possiamo scorgere ciò che la Chiesa, e la società in senso più ampio, si aspettano da voi oggi.

L’uomo d’oggi guarda a voi e ripete ciò che i visitatori greci a Gerusalemme dissero all’apostolo Filippo: “Vogliamo vedere Gesù” (Gv 12, 21). Sì, in voi il mondo vuol vedere Gesù. La vostra professione pubblica dei consigli evangelici è una risposta radicale alla chiamata di Dio a seguirlo. Di conseguenza la vostra vita intende offrire una chiara testimonianza della realtà del Regno di Dio già presente nelle attività degli uomini e delle nazioni.

Poiché voi rinnovate oggi qui davanti a Dio ed alla Chiesa, e davanti a milioni di vostri compatrioti, la vostra consacrazione religiosa, voglio meditare con voi sulla grandezza e sulla dignità della vostra chiamata.

4. La maggior parte delle persone vi conosce per quello che fate. I visitatori che vengono alle vostre Abbazie e ai vostri Conventi vi vedono celebrare la liturgia o vi seguono nella preghiera e nella contemplazione. Gente di ogni età e di ogni condizione trae beneficio direttamente dai vostri numerosi e diversi servizi alla società ecclesiale e civile. Insegnate, vi prendete cura degli ammalati, dei poveri, dei vecchi, degli handicappati; portate la Parola di Dio ai vicini ed ai lontani; aiutate i giovani a raggiungere una maturità umana e cristiana.

5. Molti sanno quello che fate e vi ammirano e vi apprezzano per questo. Ma la vostra vera grandezza deriva da quello che siete. Forse quello che siete è meno noto e meno compreso. Infatti, quello che voi siete può essere compreso solo alla luce della “novità di vita” rivelata dal Cristo Risorto. In Cristo siete una “nuova creazione” (cf. 2 Cor 5, 17).

Ad un certo punto della vostra vita, la chiamata del Signore ad una particolare intimità ed unione con lui nella sua Missione Redentrice vi si rivelò così chiaramente che superaste tutte le esitazioni. Avete accantonato i dubbi e le difficoltà e vi siete impegnati ad una vita di fedeltà totale ai più alti ideali del Vangelo. La vostra libera decisione è stata sostenuta dalla grazia e la vostra perseveranza nel tempo è una magnifica testimonianza della vittoria della grazia sulle forze che tentano di offuscare la novità della vostra vita in Cristo. Questa “novità di vita” è un dono di Cristo alla sua Chiesa. È una prova della santità della Chiesa, espressione della sua vitalità.

6. Attraverso la professione dei consigli evangelici siete legati alla Chiesa in un modo tutto particolare (cf. Lumen Gentium, 44). Lasciate che accenni allora ad alcuni degli aspetti della vostra vita di religiosi, che assumono un particolare significato nella situazione attuale del pellegrino Popolo di Dio. Esiste oggi una tentazione diffusa all’incredulità ed alla disperazione. Voi, invece, vi siete impegnati ad essere uomini e donne di profonda fede e di incessante preghiera. A voi, in modo particolare, può essere rivolta l’esortazione di san Paolo a Timoteo: “Combattete la buona battaglia della fede: guadagnate la vita eterna alla quale siete stati chiamati quando avete fatto la vostra professione alla presenza di molti testimoni” (1 Tm 6, 12). Credete nel Cristo Risorto. Credete che Cristo vi ha chiamato perché vi ama. Nei momenti di buio e di sofferenza, credete che Cristo vi ama ancora di più. Credete nell’ispirazione e nel carisma specifico del vostro Istituto. Credete nella vostra missione all’interno della Chiesa. Che la vostra fede splenda davanti al mondo, come una lampada nel buio; fatela splendere come una luce che guiderà una società confusa alla scoperta dei valori essenziali. Che la gioia spirituale della vostra vita personale e la vostra testimonianza comunitaria di vero amore cristiano siano fonte di ispirazione e di speranza. Che si riconosca la vostra consacrazione. Siate riconoscibili come religiosi e religiose. La città secolare ha bisogno di testimonianze viventi come la vostra.

7. Oggi molti sono tentati di vivere secondo un falso ordine di valori. Voi, invece, siete uomini e donne che hanno scoperto la perla di grande valore (cf. Mt 13, 46), un tesoro che non va perso (cf. Lc 12, 22-34). Attraverso la povertà volontariamente accolta ad imitazione di Cristo - essere poveri nello spirito e nei fatti, singolarmente e comunitariamente (cf. Perfectae Caritatis, 13) - voi cercate la libertà dalla tirannia della società dei consumi. La castità praticata “per il bene del Regno di Dio” (Mt 19, 12) è un dono speciale di Cristo a voi, e un vostro dono a tutta la Chiesa.

La verginità o il celibato non sono solo amore preferenziale di Dio, ma anche libertà nel dono totale di sé al servizio universale, senza condizioni né discriminazioni. La vostra castità, se contraddistinta da generosità e gioia vere, insegna agli altri a distinguere fra il vero amore e le sue numerose contraffazioni. Attraverso l’obbedienza, che è dedizione completa di voi stessi alla volontà di Dio, cercate di diventare “uomini perfetti, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo” (Ef 4, 13). Paradossalmente, rinunciando a voi stessi, crescete nella maturità umana e cristiana. Voi rivelate che molte idee di libertà del giorno d’oggi sono in effetti distorte. Aiutate la società a riscattarsi dagli effetti di uno sfrenato egoismo.

8. La testimonianza della consacrazione religiosa assume una dimensione speciale per quelli di voi che vivono la forma contemplativa della vita religiosa. Le vostre esistenze sono nascoste con Cristo in Dio. Lo lodate nel silenzio, con la preghiera e la penitenza. Fate scendere le sue grazie e le sue benedizioni sul Popolo di Dio (cf. Perfectae Caritatis, 7). Molti hanno una idea solo limitata di quello che fate, ma molti di più, compresi dei cattolici, non riescono a riconoscere la grandezza della vostra speciale vocazione ed il suo ruolo insostituibile nella vita della Chiesa. La vita contemplativa procura al Popolo di Dio “frutti abbondantissimi di santità” (Ivi.). La preghiera contemplativa sostiene la Chiesa nella sua lotta per condurre gli uomini ad una giusta comprensione della dignità umana e dei valori spirituali. Nel nome della Chiesa Io vi ringrazio. Vi chiedo di pregare sempre di più per il pellegrino Popolo di Dio e per il mondo. E a coloro che si sentono chiamati alla vita contemplativa, ripeto l’invito di Gesù a due discepoli esitanti: “Venite e vedrete”. Andarono e videro e rimasero con lui (cf. Gv 1, 39).

9. La “testimonianza nascosta” dei contemplativi è fiancheggiata dalla vigorosa spinta apostolica delle comunità religiose attive. Sulle orme del Maestro, con lo zelo di fare la volontà del Padre, e confidando nel vostro particolare carisma, date una dimostrazione meravigliosa della “preminente grandezza della virtù di Cristo regnante e la infinita potenza dello Spirito Santo, mirabilmente operante nella Chiesa” (Lumen Gentium, 44).

Le comunità religiose hanno una responsabilità particolare ad essere sensibili ai segni dei tempi ed a cercare di soddisfare i bisogni che ne derivano, preoccupazione propria del ministero della Chiesa. Imitate la fede ed il coraggio dei vostri Fondatori. Siate pronti al sacrificio come essi lo furono. Aiutate i Vescovi nel loro ministero pastorale, confidando sulla promessa di Cristo che protegge e guida la sua Chiesa.

10. Religiosi e religiose, aprite il vostro cuore. Rendete grazie al Signore per la vostra meravigliosa vocazione. Per mezzo vostro Gesù vuol continuare la preghiera di contemplazione fatta sulla montagna. Vuol essere visto annunciare il Regno di Dio, sanare gli ammalati, portare alla conversione i peccatori, benedire i bambini, far del bene a tutti, ed obbedire sempre alla volontà del Padre che lo ha mandato (cf. Lumen Gentium, 46). In voi la Chiesa ed il mondo devono poter vedere il Signore vivente.

Non temete di proclamare apertamente davanti al resto della Chiesa, specialmente davanti ai giovani, la validità del vostro modo di vita e la sua bellezza. Si deve rivelare alla comunità cattolica il grande privilegio di seguire la chiamata di Cristo alla vita religiosa. I giovani devono conoscervi più da vicino. Verranno a voi se vi vedranno seguaci generosi e lieti di Gesù Cristo, il cui stile di vita non offre ricompense materiali e non si adegua ai modelli del mondo. Saranno attratti dalla sfida esaltante e senza compromessi di Cristo di lasciare tutto per seguirlo.

11. Per concludere, desidero salutare i religiosi della Comunità Anglicana che sono qui presenti. Anche voi siete ispirati dalla chiamata evangelica a seguire Cristo più da vicino. Avete espresso il desiderio di dare il benvenuto al Papa e di sentirlo parlare. Vi ringrazio. Affido alle vostre preghiere il desiderio ardente di milioni di cristiani di tutto il mondo: che possiamo essere completamente uniti nella fede e nell’amore.

A tutti voi esprimo la mia gratitudine ed il mio rispetto. Affido tutti i religiosi d’Inghilterra e del Galles alla protezione amorevole di Maria, Madre della Chiesa, e Serva di Dio per eccellenza. Rallegratevi sempre nel Signore! Di nuovo, dico, rallegratevi! Possa il rinnovo pubblico dei vostri voti dare inizio ad una nuova Pentecoste nella vostra vita e nella Chiesa di questo Paese. Sia lodato Gesù Cristo!

                                        



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana