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SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II
A GRUPPI DI PELLEGRINI PER LA BEATIFICAZIONE
DI SUOR JEANNE JUGAN

Lunedì, 4 ottobre 1982

 

Cari pellegrini della beata Jeanne Jugan e amici delle Piccole Sorelle dei Poveri.

1. Permettetemi di ringraziare la reverenda Madre Generale Maria Antonietta della Trinità, per l’opportunità e la concisione delle sue parole, e di felicitarmi con lei di tutta la fatica e l’impegno che si è assunta, con le sue Sorelle, per preparare questo avvenimento del 3 ottobre, che segnerà la storia della Congregazione. Ma è voi tutti che io saluto e che ringrazio di aver così ben circondato il Papa durante la funzione liturgica in cui egli presiede alla beatificazione o alla canonizzazione dei santi. A tutti voglio ripetere la parola di Gesù ai suoi Apostoli: “Che la vostra gioia sia perfetta!”. E aggiungo: conservate in voi l’ammirazione e l’azione di grazia, a causa della beata Jeanne, a causa della sua vita così umile e così feconda, divenuta veramente uno dei numerosi segni della presenza di Dio nella storia, e più precisamente della sua azione negli animi che si abbandonano totalmente alla sua azione misteriosa!

2. In questo incontro molto familiare, desidero ringraziare a nome della Chiesa tutte le Piccole Sorelle dei Poveri, presenti qui o restate nelle Fondazioni, e anche tutte coloro che da quasi centocinquanta anni hanno seguito fedelmente le tracce segnate dalla Fondatrice. Nel nome della Chiesa incoraggio le 4400 Piccole Sorelle d’oggi a vivere così umili, così povere, così ferventi come la loro beata Madre nella pratica del loro quarto voto, quello dell’“ospitalità” offerta alle persone anziane e di condizione modesta. Mi auguro profondamente che lo stile della vita delle vostre comunità e l’irradiamento personale di ciascuna Piccola Sorella siano tali che molte giovani si interroghino sulla pienezza della felicità che ricolma i vostri cuori di donne consacrate al Signore e che hanno votato la loro esistenza quotidiana al servizio della terza e quarta età. Pregate e sacrificatevi, care sorelle, per una nuova e abbondante fioritura di vocazioni in tutta la Chiesa!

3. E ora, sono molto felice di salutare gli anziani, venuti da numerosi paesi e che rappresentano degnamente tutti gli ospiti delle Case tenute dalle Piccole Sorelle. Cari anziani, Dio vi ha concesso, come a molti altri, di pervenire fino a settanta, ottant’anni e più! Malgrado certi limiti di salute e altre miserie possibili, questa lunga vita è una grazia! Credo che il Signore voglia in questo modo permettervi di perfezionare il libro della vostra esistenza, già così ricco di belle pagine, in ogni caso di assicurarne al meglio la conclusione. Con le risorse del vostro temperamento e con l’aiuto di Dio, siate sempre sorridenti, benevoli, disponibili. Questa tappa della vostra vita deve essere un periodo di ascesi morale e spirituale, un compimento sereno e meraviglioso di tutta la vostra esistenza. È proprio quando vivono così che i cristiani della vostra età hanno qualcosa di originale e di insostituibile da offrire a coloro che li circondano. Direi volentieri che i vostri luoghi di accoglienza, chiamati così felicemente “Ma maison”, possono essere, in miniatura, modelli di società in cui regnino la tolleranza, l’amicizia, l’aiuto, la fraternità, la pace, la gioia. Tutte queste virtù praticate da tutti e da ciascuno testimoniano che la grandezza della persona umana non può limitarsi ai valori materiali quasi esclusivamente ricercati al giorno d’oggi.

San Paolo pensava senza dubbio a questo quando invitava i cristiani a rinnovare “l’uomo interiore”, mentre “l’uomo esteriore” si va disfacendo (2 Cor 4, 16). Cioè, la prima giovinezza può essere sostituita da un’altra giovinezza, in attesa d’essere come immersa nell’eterna giovinezza di Dio. Questo mi fa pensare anche alla bella preghiera di Joseph Folliet, il sociologo-giornalista e grande servitore dei poveri, divenuto sacerdote alla sera della sua vita: “Signore, che avete fissato le stagioni dell’anno e quelle della vita, fate che io sia l’uomo di tutte le stagioni. Non vi chiedo la felicità, vi domando solamente che la mia ultima stagione sia bella, affinché porti la testimonianza della vostra bellezza!” (Joseph Folliet, Le soleil du soir). E voi, cari anziani, che pregate molto con la vostra corona del Rosario, pensate alla Vergine Maria, che condusse - secondo la tradizione - l’ultima parte della sua esistenza terrena a fianco dell’apostolo Giovanni. Domandatele di aiutarvi a vivere questa ultima tappa nella preghiera, nella serenità, nell’attenzione agli altri, in bellezza!

4. Infine, voglio indirizzare un saluto speciale e calorosi incoraggiamenti a tutti gli amici e i benefattori delle Piccole Sorelle dei Poveri. Tutti insieme, voi continuate, con i vostri doni e i vostri servizi, ciò che Jeanne Jugan - l’infaticabile questuante - aveva cominciato. So che la Congregazione ha costituito una “Associazione di amici di Jeanne Jugan”, rinnovata e incoraggiata da Paolo VI. Sono molto felice di seguire il suo esempio e di offrire il mio sostegno e la mia benedizione allo sviluppo di questa rete di carità evangelica.

Tra gli amici delle Piccole Sorelle e dei loro ospiti, non voglio dimenticare i loro cari assistenti spirituali: sono qui numerosi. Saluto anche i sacerdoti di Cancale e di Rennes, luoghi in cui la nuova beata è nata e ha fondato il suo Ordine. Benedico il loro ministero sacerdotale.

5. I miei impegni non mi permettono di parlarvi più a lungo. Grazie di tutto cuore a tutti e a ciascuno per questo meraviglioso incontro di famiglia, così riconfortante per voi ma anche ugualmente per il Papa. Vi auguro di ripartire da Roma con il cuore colmo di gioia. A causa della beata Jeanne Jugan, certamente! A causa della Chiesa di cui voi siete e sarete sempre più i membri coscienti e attivi! E a causa di Gesù Cristo, il divino Fondatore di questa Chiesa, alla quale egli ha promesso la sua assistenza, fino alla fine dei tempi! E in suo nome, vi benedico e benedico tutti coloro che voi rappresentate.

 

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