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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI NUOVI DIACONI DEL COLLEGIO AMERICANO DEL NORD

Venerdì, 15 aprile 1988

 

Cari amici in Cristo.

“Questo è il giorno fatto dal Signore:
rallegriamoci ed esultiamo in esso” (Sal 118 [117], 24).

Per tutto il periodo pasquale, la Chiesa ci invita a proclamare questo messaggio. E questo sembra particolarmente appropriato oggi che ho la gioia di accogliervi, nuovi diaconi del Collegio nord-Americano, con le vostre famiglie e i vostri amici.

L’ordinazione al diaconato è prima di tutto opera di Dio, e non conquista dell’uomo. Per quanto Dio ha fatto noi ci rallegriamo ed esultiamo. Come disse Gesù: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto” (Gv 15, 16). Ci rallegriamo, quindi, proprio per quanto Dio opera nella Chiesa e nella vita di questi giovani.

Cari fratelli, Dio ha chiamato ciascuno di voi ad essere diacono, “diakonos”, servo. Attraverso la preghiera sacramentale e l’imposizione delle mani, ciascuno di voi è stato fatto servo del Vangelo, servo della sacra liturgia, servo di tutto il Popolo di Dio, e in particolare dei poveri e dei malati. All’invito del Signore, avete fatto un passo avanti decisivo nella strada dell’imitazione di Cristo, colui che è venuto “non per essere servito ma per servire” (Mc 10, 45).

La felicità del servo, la sua propria identità di servo, dipende dal rapporto con il padrone. Per questo Gesù disse ai discepoli: “Dove sono io, là sarà il mio servo” (Gv 12, 26). Dov’è Gesù, là sarà il suo “diakonos”. Sarà con Cristo nella celebrazione dell’Eucaristia e nelle altre celebrazioni sacramentali. Sarà con Cristo che si fa tutt’uno con “gli ultimi” del mondo. Sarà con Cristo nella comunità cristiana e con i successori degli apostoli. Sarà con Cristo nella liturgia delle ore della Chiesa e nella sua missione di portare pubblica testimonianza dei diritti e della dignità di ogni essere umano. Sarà con Cristo perché è un servo fedele.

Un servo, certo, ma anche di più: perché egli vi chiama amici, amici che fa partecipi di una speciale relazione con il Padre, amici che ama a tal punto da morire sulla croce.

In quanto amici di Cristo, voi condividete con sua Madre la sua stessa conoscenza. In quest’anno mariano, vi esorto, con le vostre famiglie ed amici, a nutrire devozione, nella vostra vita, per la Madre di Dio. Non c’è altro migliore esempio di docilità e prontezza al volere di Dio. Come Maria, che disse: “Sono la serva del Signore” (Lc 1, 38), siate anche voi esempio di generoso servizio e amore fedele.

A tutti imparto di cuore la mia apostolica benedizione.

 

© Copyright 1988 - Libreria Editrice Vaticana

 



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