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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA PLENARIA DEL SEGRETARIATO PER L’UNIONE DEI CRISTIANI

Venerdì, 5 febbraio 1988

 

Carissimi fratelli e figli in Cristo.

1. Con l’animo pieno di gioia, ringrazio il Cardinale Jean Willebrands per le parole con cui mi ha presentato il lavoro della assemblea plenaria del Segretariato per l’Unione dei cristiani.

In particolare desidero ringraziare di cuore tutti coloro che, provenienti da diverse parti del mondo, hanno lasciato le loro occupazioni per mettere a disposizione di tutta la Chiesa cattolica la loro esperienza, la loro competenza, la loro sollecitudine per la crescita della piena unità di tutti i cristiani. In realtà, questo impegno comune, che è una delle priorità dell’azione pastorale dei nostri tempi, risponde a un preciso comando di Cristo alla sua Chiesa perché sia segno e strumento dell’unità di tutto il genere umano (cf. Gv 17, 21; Lumen Gentium, 1). Il nuovo Codice di Diritto Canonico vi si riferisce esplicitamente: “È compito primario del Collegio dei Vescovi e della Santa Sede incoraggiare e guidare presso i cattolici il movimento ecumenico il cui fine è ristabilire l’unità tra i cristiani, unità che la Chiesa, per volontà di Cristo, deve promuovere” (Codex Iuris Canonici, can. 755, § 1). Ora, un simile impegno, così ampio, perché possa conseguire risultati reali, richiede l’apporto di molteplici competenze e la esatta conoscenza delle diverse situazioni locali.

Vi sono pertanto profondamente riconoscente per la riflessione comune da voi effettuata alla luce dei comandi evangelici e nel confronto leale e fraterno delle opinioni degli uni e degli altri, per trovare e formulare degli orientamenti fondati sulla dottrina, che rispondano ai problemi di oggi e siano aperti all’avvenire.

2. I rapporti sulle iniziative più importanti realizzate dal Segretariato, dopo l’ultima assemblea plenaria, vi hanno consentito una visione unitaria della situazione ecumenica attuale, con i suoi risultati positivi, i suoi problemi e le sue difficoltà. Si tratta, in verità, di un ampio giro d’orizzonte che comprende le relazioni con le Chiese orientali, quelle con le Chiese e le Comunità ecclesiali occidentali. Queste relazioni hanno caratteristiche comuni, certamente, ma anche aspetti specifici e differenti, poiché si tratta di questioni teologiche, di problemi di ordine storico e culturale, di situazioni sociologiche e politiche, di atteggiamenti psicologici e di implicazioni pastorali: il che forma un panorama estremamente variegato. In un simile contesto, una conoscenza precisa dei problemi e la ferma speranza che non delude mai quelli che lavorano per il Regno di Dio, in obbedienza alla volontà del Signore, offrono la possibilità di trovare nuove vie appropriate per risolvere le questioni, ereditate dalla storia, che ancora dividono i cristiani.

Considerando tutto ciò che è stato realizzato fra i cristiani, per grazia di Dio, per il ristabilimento della piena unità, sia attraverso il dialogo teologico, sia attraverso relazioni di fraternità, siamo incitati a raddoppiare gli sforzi all’interno della Chiesa cattolica e con gli altri cristiani, per progredire verso un accordo nella fede. Il Signore ha benedetto gli inizi di questo movimento; egli ci ha finora aiutato creando una situazione completamente nuova nelle relazioni tra i cristiani; ancora ci darà il suo sostegno, ne sono sicuro, per compiere il suo disegno.

3. Durante questa assemblea voi avete studiato, in modo particolare, il progetto di una nuova edizione del Direttorio ecumenico.

Il Concilio Vaticano II aveva chiesto che gli orientamenti per la pratica dell’ecumenismo fossero raccolti in un Direttorio per l’applicazione dei principi del decreto sull’ecumenismo e degli altri documenti conciliari con incidenza ecumenica.

Il Direttorio, tenuto in due momenti, nel 1967 e nel 1970, ha reso preziosi servizi nell’orientare, coordinare e sviluppare l’impegno ecumenico.

Dopo la sua promulgazione, altri documenti hanno trattato problemi ecumenici, direttamente o indirettamente, come il Motu Proprio “Matrimonia Mixta” (1970), l’Istruzione su casi particolari di ammissioni di altri cristiani all’Eucaristia nella Chiesa cattolica (1972), il documento sulla collaborazione ecumenica a livello nazionale, regionale e locale (1975), la costituzione apostolica Sapientia Christiana sulle università e le facoltà ecclesiastiche (1979), l’esortazione apostolica Catechesi Tradendae (1979), e altri ancora; in più, il Codice di Diritto Canonico del 1983 ha dato luogo a una situazione di novità.

Questo rende necessaria una nuova redazione del Direttorio che tenga conto dell’insieme, in modo che il compito pastorale della promozione organica dell’unità ne rimanga facilitato e condotto in modo coerente.

La prima parte del Direttorio ecumenico (1967, n. 2) aveva già indicato come orientamento di avere un’attenzione costante all’evoluzione della situazione ecumenica “senza che sia posto alcun ostacolo alle vie della Provvidenza e senza che si rechi pregiudizio ai futuri impulsi dello Spirito Santo” (Unitatis Redintegratio, 24). Ancora: il nuovo Direttorio deve essere un mezzo per approfondire e far progredire in modo ordinato la situazione ecumenica.

Mi auguro quindi che il lavoro compiuto in questa settimana di assemblea plenaria costituisca il solido fondamento dottrinale e l’appropriato orientamento pastorale perché questo nuovo progetto possa trovare senza indugio una formulazione definitiva e perché venga presto promulgato.

La vastità del movimento ecumenico, la moltiplicazione dei documenti di dialogo, l’urgenza sentita di una più grande partecipazione di tutto il Popolo di Dio a questo movimento e, di conseguenza, la necessità di una informazione dottrinale corretta per un giusto impegno, tutto questo richiede degli orientamenti aggiornati, senza indugio.

4. Quando tornerete alle vostre Chiese particolari, ai vostri impegni pastorali, porterete di certo con voi un’eco delle riflessioni di questi giorni, destinate ad approfondire la sollecitudine e la preoccupazione concreta per il ristabilimento della piena unità.

Unendomi a voi nella preghiera, chiedo al Signore di benedirvi, e con voi tutti coloro che collaborano con voi nel servizio per l’unità.

 

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