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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AD UNA DELEGAZIONE
DELLA DIOCESI DI EVRY-CORBEIL-ESSONNES

Giovedì, 3 maggio 1990

 

Caro fratello nell’episcopato, signore, signori.

Mentre la diocesi di Evry-Corbeil-Essonnes si appresta a festeggiare i suoi venticinque anni di esistenza, sono ben lieto di accogliervi e vi ringrazio per avermi presentato il progetto della vostra cattedrale. So che avete lungamente riflettuto, non solo per decidere questa audace costruzione, ma anche perché tutto ciò che essa esprime trovi adeguata collocazione in una città moderna. Per quanto mi riguarda, in questo breve incontro mi limiterò ad alcune osservazioni. In una città nuova, al cuore di una società giovane caratterizzata da un alto livello scientifico e tecnologico, la cattedrale sarà espressione dell’apertura dell’uomo al trascendente, della sua vocazione a conoscere e incontrare Dio in modo particolare nella comunità dei credenti. La presenza dell’edificio religioso al centro della città non evoca un ambito estraneo alla vita quotidiana; non propone una sorta di parentesi rispetto al resto delle attività. Al contrario, questo edificio vuole richiamare una dimensione fondamentale della vita, il cui senso scaturisce tutto dal rapporto con Dio, creatore e fonte di vita, salvatore nel Cristo e, attraverso lo Spirito, presenza d’amore e vincolo di comunione.

La cattedrale deve essere, per il fatto stesso di essere visibile, un segno espressivo. È naturale che sia un’opera d’arte contemporanea, in cui non si tratti di ricerca estetica fine a se stessa, ma di un monumento carico di significato per le generazioni che inaugureranno il terzo millennio. D’altronde, non dimenticherete neanche l’antica tradizione cristiana che ha modellato il vostro Paese e di cui conserverete i segni preziosissimi, ma dovrete dare risposta, attraverso un’espressione simbolica che sia comprensibile oggi, alla ricerca spirituale che accomuna tutte le generazioni. In terzo luogo, mi sembra che, per una diocesi ancora giovane, la costruzione di una cattedrale sia segno di maturità, espressione di speranza, in un momento in cui la Chiesa diocesana prende coscienza di se stessa e della sua missione in un’iniziativa sinodale. Luogo liturgico, sede del vescovo successore degli apostoli, madre delle chiese della diocesi, la cattedrale testimonia l’unità del popolo di Dio intorno al ministero episcopale, nel mistero di Cristo, pietra angolare, nella fedeltà a costituire insieme, grazie all’amore di Dio e del prossimo, una comunità aperta e accogliente. Cari amici, saluto cordialmente tutti i membri di questa delegazione. La diversità delle vostre competenze permette di augurare una felice collaborazione tra le autorità civili, gli artisti, i costruttori, il mecenate, gli animatori della vita diocesana.

Mi auguro vivamente che possiate condurre in porto questo progetto e sono grato a tutti coloro che contribuiscono alla realizzazione di quest’opera così importante. Vi affido al Signore e su tutta la comunità di Evry-Corbeil-Essonnes invoco l’abbondanza delle sue benedizioni.

 

© Copyright 1990 -  Libreria Editrice Vaticana

 



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