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VISITA PASTORALE IN CAMPANIA

DISCORSO

DI GIOVANNI PAOLO II
AGLI AVIERI E AGLI ALLIEVI
DELL
’ACCADEMIA AERONAUTICA DI POZZUOLI

Pozzuoli (Napoli) - Lunedì, 12 novembre 1990

 

1. Sono vivamente grato a lei, signor capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, generale Stelio Nardini, per le nobili parole che ha voluto rivolgermi in questa circostanza, illustrando le alte finalità che l’Accademia Aeronautica persegue. Ringrazio mons. Giovanni Marra, ordinario militare, per il suo cordiale benvenuto. Porgo il mio deferente saluto al generale Franco Scano, comandante di questa Accademia Militare, agli ufficiali, ai docenti e collaboratori civili, ai sottufficiali, agli avieri e allievi e alle rispettive famiglie.

Colgo volentieri l’occasione per esprimere altresì vivo apprezzamento per lo spirito di sacrificio e di dedizione dei molti piloti, formati a questa Scuola, che ho avuto occasione di incontrare durante i miei viaggi apostolici in Italia. Ho potuto in molti modi apprezzarne l’elevata professionalità, unita sempre a cortese disponibilità, e vorrei profittare di questo momento per ringraziarli di vero cuore per ogni segno di attenzione costantemente riservato alla mia persona.

2. Ho ascoltato con vivo interesse quanto è stato detto circa gli intendimenti a cui si ispira l’opera educativa che l’Accademia svolge e noto con piacere il grande rilievo che viene dato ai valori morali, posti a fondamento dell’intero edificio formativo.

Confido che anche voi, carissimi allievi e avieri, siate pienamente convinti dell’opportunità di una simile impostazione e ne assecondiate con generoso slancio la concreta attuazione. Il vostro servizio, carissimi giovani, è quanto mai delicato e importante. È un servizio alla coesistenza pacifica, alla difesa del patrimonio ideale e morale della Patria. È, inoltre, un servizio che mira a costruire un’umanità in dialogo, capace di tutelare e promuovere i diritti di ogni persona. a vostra vocazione a collaborare all’edificazione di un mondo pacifico e solidale è qui efficacemente sottolineata dalla presenza di Allievi di diverse nazioni.

Voi sapete che la vostra azione dovrà essere finalizzata al miglior raggiungimento del bene comune, in ogni circostanza. Il vostro intervento viene oggi richiesto per attività di soccorso in casi di pubblica calamità. Quest’aiuto premuroso e tempestivo esige preparazione tecnica e richiede pronta disponibilità al rischio e al sacrificio. Soccorrere significa saper offrire l’aiuto giusto al momento giusto, con spirito di fraternità e di carità.

Ciò suppone una preparazione seria e approfondita, sostenuta da una forte educazione al rispetto e alla collaborazione. Occorre, a tal fine, nutrirsi di altruismo e di profondo senso di disciplina, oltre che di interiore integrità morale. Sono valori che voi, allievi, siete chiamati a maturare durante il vostro soggiorno qui in Accademia, profittando di tutti i mezzi posti a vostra disposizione. Tali valori, infatti, dovranno poi accompagnarvi durante tutto l’arco della vostra esistenza.

3. L’odierna società è caratterizzata dall’incontro dei popoli e dalla loro reciproca interazione. Soltanto se sarete interiormente convinti della vostra vocazione alla pace; soltanto se sarete disposti a operare perché si affermino il dialogo e la comprensione tra gli individui e tra i popoli, bandendo la violenza e, per quanto possibile, il ricorso alla forza, potrete contribuire alla costruzione di un’umanità veramente solidale e rispettosa dei diritti di ogni persona.

Nelle radici culturali dei popoli, specialmente di quelli di antica tradizione cristiana, sono vivi i valori della carità e del servizio all’uomo, che si fondano nell’eterno messaggio evangelico, secondo il quale ogni uomo è fratello, perché figlio dell’unico Padre. Proprio questa convinzione di fede può oggi ridare a ciascuno la consapevolezza di appartenere a un’unica famiglia di nazioni destinate ad essere corresponsabili del futuro destino della terra e perciò chiamate a trasformare le lance in falci (cf. Is 2, 4).

4. Dico questo a voi, avieri e allievi dell’Accademia, perché nessuno più del pilota moderno ha coscienza della superabilità dei confini e delle aree geografiche, dell’interdipendenza tra diverse nazioni e territori, dell’esigenza di solidarietà a tutti i livelli per un’ordinata e proficua convivenza nell’unico pianeta.

Invoco su tutti la protezione della Madonna di Loreto, che voi venerate come celeste patrona. So che, in suo onore, la cappella di questo Istituto è stata recentemente restaurata: mi compiaccio per questo gesto di devozione. Che la Vergine vi assista in tutti i vostri voli, illumini i vostri cuori e i vostri progetti!

A tutti voi, qui presenti, alle vostre famiglie e alle persone care la mia benedizione.

 

© Copyright 1990 - Libreria Editrice Vaticana

 


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