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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI GIORNALISTI CATTOLICI BELGI

Giovedì, 27 giugno 1991
 

Signor Presidente,
Signore, Signori
,

Vorrei innanzitutto ringraziare il Signor Gleissner, nuovo Presidente dell’Associazione dei Giornalisti cattolici del Belgio, per le sue gentili parole, che esprimono i sentimenti di tutti nei confronti del Papa, e faccio voti per il felice compimento della carica che gli è stata assegnata.

Accogliendovi stamattina con piacere, mi sembra a proposito di notare che le Chiese locali, seguendo i Paesi nei quali sono radicate, hanno ognuna il loro modo di amare la Chiesa universale e di servirla. È un po’ come nelle famiglie umane, i bambini manifestano differentemente il loro affetto nei confronti dei genitori. Da più di un secolo, la stampa cattolica belga ha inventato e mantenuto ciò che voi chiamate “les Etrennes pontificales” (“le Strenne pontificali”) che rappresentano una forma di obolo di San Pietro. E ogni anno, i responsabili dell’Associazione hanno la gentilezza di venire a consegnare personalmente questa magnifica offerta, nel periodo della festa dell’Apostolo Pietro.

In ciò è più che evidente il simbolo ecclesiale del vostro cammino. Siate una volta tra coloro che vengono ringraziati di più, voi e la folla dei “lettori-donatori”, per le “Etrennes” del 1991.

Insieme, assolvete con intelligenza e con perseveranza il vostro ruolo di laici cristiani. Il Concilio, nella sua Costituzione dogmatica sulla Chiesa, ha saputo mettere in luce la condizione dei laici nel popolo di Dio e stimolarli a cooperare al progresso della Chiesa di cui essi sono membri viventi e attivi (cf. Lumen gentium, 33). Se l’apostolato locale nelle vostre diocesi vi mobilita già ora - non esercitate la vostra professione di giornalisti cattolici in questo spirito? - voi sapete ugualmente mantenere in voi e nei vostri lettori la volontà di sovvenire con generosità ai bisogni della Sede apostolica di Roma, centro di unità e di animazione di tutta la Chiesa. La vostra colletta annuale è, da parte sua, una sorta di sfida a una parte dell’opinione pubblica che, mal consigliata, parla sempre delle “ricchezze del Vaticano”. Non sa vedere che l’eredità del passato, d’altro canto non produttiva, che noi abbiamo il dovere di conservare come patrimonio culturale dell’umanità. In realtà, la vita della Sede di Roma e del suo Vescovo, Pastore della Chiesa universale, si svolge attraverso una trentina di organismi, diventati indispensabili al suo ministero di Successore di Pietro nei nostri tempi. Il lavoro considerevole che vi si compie a favore dei Pastori e dei fedeli del mondo intero chiede il loro sostegno. È per questo che io apprezzo moltissimo, come i miei predecessori, gli sforzi permessi, sotto forme diverse, dalle Chiese, particolarmente per permettere al Pontefice romano e agli organismi centrali della Chiesa di compiere al meglio la loro missione dottrinale, pastorale e caritativa. Vi ringrazio di trasmettere questa visione della Sede apostolica di Roma presso i vostri lettori.

Che il vostro soggiorno romano porti molto beneficio alla vostra vita nella fede, al vostro ruolo di laici attivi, alle vostre famiglie, alle vostre rispettive diocesi, ai vostri lettori. Io chiedo per voi tutti la grazia crescente di amare la Chiesa di oggi e di sempre, che, forte delle promesse di Cristo che dimora con lei fino alla fine dei secoli, desidera mettersi coraggiosamente al servizio dell’opera della Redenzione. Nel nome di Cristo Signore, vi benedico ed estendo questa benedizione alla cara Associazione dei Giornalisti cattolici del Belgio, così come ai loro lettori ed agli amici dei loro giornali.

 

© Copyright 1991 - Libreria Editrice Vaticana

 



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