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VISITA ALLA PARROCCHIA DEI SANTI AQUILA E PRISCILLA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 15 novembre 1992

 

Ai bambini della Parrocchia dei Santi Aquila e Priscilla 

Come di consueto sono i giovanissimi a porgere il primo saluto al Papa che si reca in visita pastorale nella parrocchia dei Santi Aquila e Priscilla. Dal piccolo podio collocato davanti alla nuova chiesa, il Papa così saluta i bambini e le bambine della comunità parrocchiale.  

Grazie per questa accoglienza specialmente da parte dei bambini. Grazie per queste belle parole pronunciate dalla vostra rappresentante. All’inizio ho sentito dire: “Viva il Papa”. Grazie a Dio ancora vive il Papa in questa terra, ma soprattutto vive con la speranza nella vita eterna. Questo dobbiamo dire e ricordare soprattutto in questo mese di novembre dedicato ai nostri cari morti. Il loro ricordo è sempre legato con la speranza della vita eterna. Lo dico anche perché dobbiamo consacrare la vostra chiesa, la parrocchia dei Santi Aquila e Priscilla, compagni di San Paolo. Debbo consacrare questa chiesa e la chiesa è per noi segno della vita eterna. Sì, è il segno visibile, architettonico di Cristo, ma Cristo è Colui che ci ha aperto la prospettiva della vita eterna, ci ha dato la vita eterna. Tutta la sua missione tra gli uomini consiste in questo: dare la vita eterna a tutti i suoi fratelli e le sue sorelle del genere umano. Così la Chiesa, che è simbolo di Cristo, è, per noi tutti, un segno della vita eterna. Noi tutti camminiamo con Cristo nella speranza della vita eterna. La bambina che ha parlato poc’anzi ha pochi anni di vita terrena ma vive con la stessa speranza della vita eterna con la quale viviamo anche noi, adulti, anziani, tutti. Questa speranza sia sempre più radicata nelle nostre anime. Questa speranza ci fa sopportare le sofferenze, i disagi. La nostra vita non ci viene tolta, ma trasformata. Ricordiamo allora anche tutti i fratelli e le sorelle defunti della vostra comunità e delle vostre famiglie in questo mese dedicato alla loro memoria.   

Al Consiglio pastorale della Parrocchia dei Santi Aquila e Priscilla 

Dopo la solenne concelebrazione allietata dal bel canto della “schola cantorum” della parrocchia, il Papa incontra in una delle belle sale del complesso parrocchiale il Consiglio pastorale al quale rivolge queste parole di saluto e di compiacimento.  

Ringraziamo tutti il Signore Dio nostro per questa giornata. La dedicazione di questa chiesa ci porta a pensare alla costruzione delle chiese attraverso la storia della Chiesa e delle civiltà. Una volta le chiese erano sotto terra. Erano le chiese più preziose, erano le chiese dei protomartiri. Poi, crescevano queste chiese e andavano sempre più verso il cielo. Pensiamo alle chiese di Roma, e soprattutto alle chiese gotiche di Francia e dei Paesi nordici. Oggi siamo arrivati a costruire chiese piuttosto basse. Cosa vuol dire questo? La chiesa che andava in alto voleva dire che noi vogliamo alzarci, andare verso questo Dio che è così trascendente. Oggi queste chiese umili, basse di statura esprimono un’altra sconvolgete verità: il nostro Dio si è abbassato, si è umiliato, è disceso fra di noi, si è fatto uomo nel seno della Vergine Maria. Soprattutto si è umiliato nella sua passione e croce: è un Dio Emmanuele che sta con noi e cammina con noi. Allora anche queste chiese moderne con il loro punto di partenza archeologico e ideologico sono anche molto espressive. Mi congratulo con voi, con tutti i parrocchiani per questa odierna dedicazione. Vi auguro insieme con i vostri santi patroni Aquila e Priscilla amici e compagni di San Paolo di perseverare nell’amore e nella testimonianza cristiana che trasforma la propria casa in “chiesa domestica”.  

Ai giovani e alle giovani della Parrocchia dei Santi Aquila e Priscilla 

Dopo questa celebrazione di oggi c’è in verità poco da aggiungere. La consacrazione della vostra chiesa parrocchiale è già un grande evento, una grande parola, un grande messaggio. Vorrei aggiungere una breve parola sui Patroni di questa vostra comunità: Aquila e Priscilla. Li conosciamo attraverso le Lettere di San Paolo. Li conosciamo come sposi, come coniugi, come chiesa domestica. Penso che in questa parrocchia dedicata a una coppia di sposi santi legati direttamente, fraternamente all’Apostolo Paolo, ai giovani si deve augurare una buona preparazione alla loro vocazione cristiana e se ci sarà alla vocazione matrimoniale e familiare. Non c’è solamente una avventura, c’è una vocazione divina, un grande compito, una grande missione. Erano missionari, come Paolo, questi due, Aquila e Priscilla. Vi auguro una buona preparazione, perché è oggi molto importante prepararsi alla vita di domani. Viviamo in un’epoca molto superficiale. Si lavora per la superficialità e con questa superficialità si distrugge quanto è prezioso e profondo nell’uomo, che costituisce la sua vera umanità, la sua vera personalità, specialmente alla luce del Vangelo si deve augurare ai giovani di essere coraggiosi, di sapersi opporre a questa moda, di saper scegliere e costruire la propria vita come una chiesa, un tempio come dice San Paolo. Dovete costruire la “chiesa domestica” se siete chiamati – come vi auguro – alla vocazione coniugale, matrimoniale e familiare.  

La consegna alla comunità parrocchiale della Parrocchia dei Santi Aquila e Priscilla 

Sia questa vostra chiesa sempre accogliente. Sappiate essere come Cristo sempre accoglienti. Lui sa cosa c’è nel cuore di ciascuno di voi. Vi sono forse tra i vostri parrocchiani alcuni che non si fidano di Cristo e non si affidano a Cristo. Bisogna anche a loro augurare di avvicinarsi a Cristo, convincersi della sua amicizia divina.

 

© Copyright 1992 - Libreria Editrice Vaticana

 



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