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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE RELIGIOSE PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA
DELL’UNIONE INTERNAZIONALE DELLE SUPERIORE GENERALI

Venerdì, 14 maggio 1993

 

1. Sono lieto di accogliervi, carissime sorelle, in quest’incontro che ha luogo nel corso dell’assemblea dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG). Vi saluto tutte con affetto. Saluto in particolare la Presidente della vostra Unione, Suor Klara Sietmann, MSCI.

Saluto con stima e riconoscenza il carissimo Cardinale Eduardo Martinez Somalo, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita apostolica. Lo ringrazio per avervi voluto accompagnare a quest’appuntamento e per le cordiali parole che mi ha rivolto.

Suggestivo è il tema del vostro convegno: “Religiose di vita apostolica al servizio della vita”. Si tratta di un argomento che rivela la vostra identità di consacrazione e di missione nella Chiesa e vi apre ad inediti orizzonti di nuova evangelizzazione nella società dei nostri giorni. L’impegno per la vita si radica in Colui che è “la Vita” (Gv 14, 6), venuto perché tutti “abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10, 10).

“Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” (Gv 15, 16), disse Gesù agli Apostoli nel Cenacolo prima della sua passione. Queste parole Egli ripete anche a voi, invitandovi ad uno specifico servizio nella Chiesa. Ciascuna può dunque legittimamente sentirsi chiamata per nome, guardata con una speciale predilezione da parte del Maestro divino. “Vi ho scelto perché andiate...”: l’affermazione di Cristo spiega bene come, nella vostra realtà di Religiose di vita apostolica, la vocazione è per la missione.

Come le donne che accompagnarono il Signore durante la sua predicazione fino al Calvario ed oltre la morte, per essere le prime annunciatrici della sua Risurrezione, anche voi siete chiamate per il vincolo speciale della vostra consacrazione, ad essere testimonianza vivente del Vangelo. Per questo, la vita religiosa apostolica femminile, nella varietà dei suoi carismi, è donata alla Chiesa affinché essa, come sposa di Cristo, esprima pienamente la propria missione di grazia e testimoni a tutti le “imperscrutabili ricchezze di Cristo” (Ef 3, 8).

In realtà la vita religiosa è radicata nella confessione gioiosa della risurrezione di Gesù e nella adesione personale e convinta a Cristo risorto, per essere annuncio credibile della sua presenza nel mondo, dell’amore di Dio più forte della morte e del peccato, del destino glorioso della nostra esistenza.

2. Il tema della vostra Assemblea suscita in me sentimenti, speranze e desideri che vorrei quest’oggi manifestare a voi, care sorelle, attivamente operanti nel settore specifico del “vangelo della vita”. Da sempre le Religiose sono state, in forza della loro consacrazione verginale e dei carismi apostolici suscitati dallo Spirito, vicine ai problemi della vita: accanto ai bambini, ai malati, agli anziani, ai poveri, ai moribondi, nell’aiuto delle giovani madri, nell’educazione, nella catechesi, nei mille campi dell’azione missionaria.

Oggi tali problematiche sociali sono divenute più acute e complesse. L’umanità sembra aver smarrito, in molte situazioni, il senso sacro dell’esistenza. Basta pensare al persistere di guerre fratricide, all’offesa alla dignità di donne inermi, allo sfruttamento di bambini innocenti, e a tanti attentati contro l’essere umano. Una civiltà che esalta il valore della persona, non radicandolo però nella verità inscritta nella coscienza e rivelata da Cristo, cade nella contraddizione di negare il diritto alla vita, specialmente ai più innocenti ed inermi.

La vostra peculiare vocazione, segnata da scelte coraggiose adeguate alle necessità della Chiesa e del mondo, deve esprimersi sulle frontiere della difesa della vita umana in tutto il suo arco terreno, dal concepimento al suo naturale compimento. Ma una autentica difesa della vita richiede l’annuncio del Vangelo, e conseguentemente l’educazione alla fraternità universale in Cristo, la promozione dei diritti umani, la difesa della donna e della sua dignità, una cultura della pace e della comunione fra i popoli, il rispetto della creazione, dono di Dio che deve suscitare la benedizione e la lode del Creatore. Già la vostra consacrazione totale ed esclusiva al Signore rappresenta una testimonianza del valore dell’esistenza che in Dio ha il suo principio e il suo fine. Siamo nati per la vita, per la vita immortale.

3. Carissime sorelle, siate presenti con amore e profetica dedizione là dove la vita è in pericolo, minacciata, offesa, derisa; là dove essa richiede una cura speciale. Servire la vita è donare la vita, come ci dimostra l’esempio di Gesù. Ecco il segreto di una vita apostolica che non può non radicarsi in un amore grande che, consacrato a Dio, si dedica giorno dopo giorno a testimoniarlo al prossimo più bisognoso. Un amore che cresce con la comunione, si approfondisce nella condivisione, si espande nella programmazione e nella attuazione della missione. Un amore che talvolta, come quello di Gesù, arriva ad essere anche offerta effettiva della propria esistenza.

Quante religiose di vita apostolica, appartenenti ai vostri vari Istituti, hanno sigillato con la grazia del martirio la loro totale dedizione al Signore e il loro servizio ai più deboli e abbandonati! Care sorelle, il loro esempio vi sia di stimolo e di sostegno. Vale la pena vivere fino in fondo la propria consacrazione, quando essa diventa giorno dopo giorno dono totale di sé, espressione di quell’amore “più grande” che ci rende simili a Cristo.

4. Sorelle carissime, perché la vostra missione risponda effettivamente alle attese del particolare momento storico che stiamo vivendo, occorre ravvivare il carisma e la fedeltà ai consigli evangelici mediante un costante rinnovamento spirituale, al quale “spetta sempre il primo posto anche nelle opere esterne di apostolato” (Perfectae caritatis, 2).

Confidate in Colui che vi ha chiamato e vi ha scelto. Egli vi ripete parole di coraggio e di speranza: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” (Gv 15, 16). Rispondete alle odierne sfide religiose e sociali con una vita interiore intensa, una preghiera più viva e profonda, un reale spirito di sacrificio e di rinuncia alla mentalità del mondo, con l’unità dei cuori e la generosità della testimonianza. Abbiate soprattutto un grande amore per Cristo nel sacramento dell’Eucaristia. Il suo Spirito farà divampare in voi il fuoco della divina carità rinnovando una specie di “Pentecoste della vita consacrata”. Vi renderà capaci di recare, in modo incisivo ed efficace, l’annuncio della vita. Ecco il mio desiderio e la mia preghiera per voi, in vista anche del prossimo Sinodo sulla vita consacrata e la sua missione nella Chiesa e nel mondo.

Vi affido tutte alla Vergine Maria, presente in maniera singolare nella preghiera dei credenti in questo mese di maggio. Durante il tempo pasquale la Chiesa invoca Maria come Madre del Risorto, “Fonte della luce e della vita”, come Vergine del Cenacolo, dove si sprigionano le fiamme dello Spirito, come Regina degli Apostoli (cf. Messe della Beata Vergine Maria. Tempo pasquale).

La sua materna presenza vi renda gioiose e coraggiose testimoni di Colui che è la “Risurrezione e la Vita” (Gv 12, 24).

Vi accompagni pure la mia benedizione, che estendo volentieri alle vostre Consorelle, ai vostri Istituti ed a coloro che il vostro apostolato quotidianamente raggiunge.

 

© Copyright 1993 - Libreria Editrice Vaticana

 



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