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VISITA ALLA PARROCCHIA DI SAN VIGILIO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 7 novembre 193

 

Ai bambini della Parrocchia di San Vigilio 

Chi è che vi chiede di andare nella Casa del Signore? – ha chiesto. “Dio – hanno risposto in coro i bambini”.

Ve lo dice la domenica – ha continuato Giovanni Paolo II –. Il giorno del Signore si chiama domenica, che in latino vuol dire appunto giorno del Signore. In questo giorno il Signore ci dice: “andate nella mia casa”, ci invita a venire nella sua casa e noi siamo qui tutti insieme. Sono venuti anche i vostri genitori, i vostri fratelli, le vostre sorelle, i vostri maestri di scuola.

Domani mattina, lunedì, il Signore vi dirà di andare a scuola. Sono i vostri genitori a dirvi che è ora di alzarsi per andare a scuola.

Come avete cantato prima, Gesù vi dice di andare a Gerusalemme. Gesù è andato a Gerusalemme a dodici anni ed è andato nel Tempio per una catechesi. Quindi è andato a scuola. A quell’epoca le scuole erano soprattutto scuole della religione, della catechesi. È andato in quella scuola ed ha incontrato quelli che insegnavano, ha parlato con loro e dice San Luca che chiedeva e dava risposte.

Nella scuola si chiede. I maestri ci insegnano prima quello che dobbiamo sapere e noi ascoltiamo. Anche Gesù ascoltava quello che dicevano gli insegnanti, ma egli sapeva anche dare delle risposte stupende. Dice l’evangelista che tutti stupivano per le sue risposte profonde su Dio, sul mondo, sull’uomo, sulla vocazione dell’uomo. Sono tutte le risposte di Gesù che dopo hanno dato vita al Vangelo, che è ciò che egli ci ha ordinato di portare a tutte le genti: “Andate in tutto il mondo e ammaestrate tutte le genti”. Sono parole rivolte agli Apostoli. Ora tutti noi andiamo in tutto il mondo, perché questa è la vocazione cristiana di ciascun battezzato.

È una vocazione apostolica, missionaria. Tutti siamo missionari, la Chiesa tutta intera si trova nello stato della missione. Tutti devono raccogliere l’appello di Gesù e tutti devono partecipare a questa opera, in modi diversi, anche soffrendo: vi sono tanti martiri tra i missionari di tutti i tempi. Ma lo si può fare anche rimanendo a casa pregando, pensando a ciò che Gesù ci ha detto e che vale per sempre.   

Al consiglio pastorale della Parrocchia di San Vigilio 

Dopo la celebrazione della Santa Messa si svolge l’incontro con il Consiglio Pastorale. È il Presidente, Giuseppe Spinelli che rivolge al Santo Padre parole di ringraziamento alle quali Giovanni Paolo II risponde con le seguenti espressioni.  

Voglio ringraziare il Consiglio Pastorale della parrocchia di San Vigilio. Forse in questa circostanza bisognerebbe annunciare le parole del Giorno della Risurrezione: “Cristo è risorto”. Possiamo dire che anche il sole è risorto, dopo la pioggia.

Il sole della Verità di Cristo si esprime con il termine Veritatis splendor. È questo un documento che si pone nella stessa linea dei documenti del Concilio, nella stessa linea del Catechismo della Chiesa Cattolica. Tutto ciò costituisce un insieme. Questo documento è indirizzato soprattutto ai Vescovi, perché loro sono corresponsabili di questa Verità, ma insieme è indirizzato a tutti coloro che partecipano alla missione della Chiesa. È indirizzato quindi anche alla vostra comunità e ho ricevuto con gioia la notizia che voi vi impegnate per conoscerlo meglio.

Tutto ciò serve ad aumentare la nostra gratitudine reciproca. La mia gratitudine per voi e la vostra gratitudine al Papa in quanto Vescovo di Roma, perché egli svolge il suo impegno evangelico in quanto Successore di Pietro. Pietro è sempre necessario per la Chiesa, che non può camminare senza di lui. Questa Verità, che si è presentata con il Concilio Vaticano II, si ripresenta sempre in tutti i dialoghi, ecumenico, con le religioni, con il mondo contemporaneo.

Bisogna essere partecipi di questa grande missione. Voi lo siete nell’ambiente della vostra parrocchia e del vostro quartiere, ma se lo fate qui a Roma, nella vostra parrocchia, lo fate anche per l’Italia e per il mondo intero. Così facevano gli Apostoli. Pietro è venuto a Roma, la sua missione si è compiuta qui, ma la sua missione si è diffusa, perché la Verità e il bene hanno la caratteristica di diffondersi.  

Ai giovani della Parrocchia di San Vigilio 

L’ultimo incontro con i membri della comunità parrocchiale di San Vigilio è riservato ai più giovani. Uno di loro esprime al Santo Padre le ansie, le preoccupazioni, ma anche le speranze della sua generazione. Queste le parole che il Papa rivolge loro.  

Già stamattina prima di incontrare i bambini, in questo stesso salone, Monsignor Riva, il Vescovo del vostro Settore, mi ha detto che siete bravi. Lo stesso devo dire anch’io. Anche voi un po’ più grandi, che avete già ricevuto la catechesi e che vi preparate a ricevere la cresima, siete bravi. Siete tanto più bravi perché tra poco, con la cresima, sarete confermati nella fede.

C’è motivo per le preoccupazioni di cui ha parlato il vostro coetaneo. L’Europa ne ha tanti di questi motivi. Essi sono emersi nel secolo che sta volgendo alla fine. È stato un secolo di grandi promesse, che però si è mostrato molto crudele e pericoloso. Basti pensare al sistema nazista in Germania, al sistema fascista in Italia e al sistema marxista-comunista nell’Europa orientale e in Unione Sovietica.

Basti pensare a tutte le vittime della crudeltà umana che è stata imprevedibile. Bisogna quindi essere cauti. C’è da temere.

Quando sono arrivato a Roma io ho però detto soprattutto di non temere, di aprire le porte a Cristo. Oggi non posso che ripeterlo: aprite le porte a Cristo. Bisogna farlo sempre, lungo tutta la vita, soprattutto nell’età giovanile. Bisogna essere sempre pronti ad aprire le porte a Cristo, in ogni circostanza. Quando siamo interrogati, siamo esaminati sulla nostra fede, sulla nostra morale, dobbiamo dare questa risposta adeguata.

Il momento è sempre imprevedibile – ha poi detto Giovanni Paolo II riprendendo i contenuti dell’omelia precedentemente svolta – noi non sappiamo quando arriva lo Sposo. Ma egli arriverà certamente e bisogna incontrarlo quando viene. Tutta la vita deve essere una preparazione a questo incontro. Si ottiene così una vita cristiana più matura, ma anche una vita più matura da cittadini. Le preoccupazioni esposte dal vostro coetaneo sono più da cittadino che da cristiano, ma le due cose vanno insieme.  

Prima di lasciare la parrocchia, il Santo Padre ha rivolto queste parole ai fedeli assiepati all’esterno.  

Auguriamo a questa comunità di San Vigilio una buona continuazione della vostra vita e della vostra missione. Che Dio benedica le vostre famiglie.

 

© Copyright 1993 - Libreria Editrice Vaticana

 



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