Index   Back Top Print

[ IT ]

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI ALLA MARCIA DI «SOLIDARIETÀ»

Sabato, 19 febbraio 1994

 

Carissimi fratelli e sorelle!

1. Questa marcia silenziosa, che avete compiuto attraverso le vie di Roma, vuole testimoniare solidarietà verso le popolazioni della martoriata città di Sarajevo e dell’intera regione della Bosnia Erzegovina.

A tutti voi, il mio cordiale benvenuto. Saluto in particolare il Signor Sindaco di Roma e gli altri Sindaci di numerose Città italiane qui presenti, il Ministro per gli Affari Sociali e quanti hanno promosso questa significativa manifestazione.

Venti di guerra continuano a soffiare sulle vicine terre della ex Jugoslavia dove la pervicace violenza ha colpito migliaia di inermi, di indifesi, di deboli. Possano questi venti di distruzione finalmente acquietarsi! Essi si abbattono su popolazioni dilaniate dalla ferocia di persone dimentiche della loro umanità. Bambini, malati, feriti chiedono ed attendono la nostra solidarietà ed un impegno senza sosta per porre fine all’insensato linguaggio delle armi.

2. Non possiamo lasciarli soli. Essi sono vittime di aberranti azioni di guerra, compiute da uomini divenuti insensibili ai più elementari valori e diritti dell’essere umano.

Non possiamo tacere, perché l’audacia della fraternità ci sospinge a tentare tutto al fine di far rifiorire la pace nei Balcani. Ancora una volta, in ginocchio e forti solo della nostra supplica, chiediamo alle parti interessate, ai responsabili politici e militari di porre termine a questa immane carneficina. Nulla resti di intentato per restituire alla ragione e all’amore chi è vittima dell’odio, che cova dentro di sé.

3. Carissimi fratelli e sorelle, la solidarietà, che con questa silenziosa iniziativa avete manifestato, è importante soprattutto nell’attuale momento in cui sembrano profilarsi concrete prospettive di pacificazione. Il vostro è un gesto di civiltà e di concreto sostegno politico e morale. Quando poi l’umana solidarietà si congiunge all’inerme ma efficace invocazione a Dio, anche le menti più indurite possono essere scosse e giungere a capire che una Nazione non si costruisce con la barbarie della guerra, ma con la collaborazione e la concordia di tutti.

Vorrei a questo punto rivolgermi ai Responsabili dei territori della ex Jugoslavia domandando loro di lasciar transitare i convogli umanitari che da Spalato si dirigeranno alla volta di Sarajevo, di Mostar est e Mostar ovest per recare aiuto ai bambini di quelle località. Chiedo ugualmente la collaborazione di tutti per gli altri convogli che nei prossimi giorni raggiungeranno diverse città dei Balcani al fine di soccorrere altri bambini senza distinzione etnica né religiosa. È un gesto di amore concreto nei confronti dell’infanzia, speranza ed aurora dell’umanità.

4. Dio, che conosce i segreti pensieri dell’animo umano, ispiri a tutti sentimenti di pace. La Quaresima appena iniziata richiama il faticoso cammino attraverso il deserto; un deserto che purifica, converte, rinnova e volge l’animo ai valori essenziali. Nel deserto, l’uomo incontra Dio e, incontrando Dio, ritrova se stesso. Solo dopo questo tragitto, egli è pronto ad entrare nella Terra Promessa, nella Città della Pace.

Carissimi! Possa il gesto di questa sera costituire una delle tante azioni che ciascuno di voi saprà compiere ogni giorno a favore della solidarietà.

Maria, Vergine accogliente e Regina della Pace ci guidi e ci protegga sempre!

Sul generoso impegno di tutti scenda confortatrice la benedizione di Dio.

 

© Copyright 1994 - Libreria Editrice Vaticana

 



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana