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DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL CAPITOLO GENERALE
DEGLI OBLATI DI SAN GIUSEPPE (GIUSEPPINI D'ASTI)

  

Carissimi Oblati di san Giuseppe!

1. In occasione della celebrazione del Capitolo Generale del vostro Istituto, avete espresso il desiderio di incontrarmi per riaffermare la vostra convinta adesione al Successore di Pietro. Ho accolto volentieri la vostra richiesta, ben sapendo quanto il vostro Fondatore insistesse sul dovere di restare strettamente uniti con la mente e col cuore alla Santa Sede. La prima obbedienza che gli Oblati di san Giuseppe devono osservare fedelmente, egli diceva, è l'adesione agli insegnamenti e alle direttive del Sommo Pontefice, considerando il loro servizio come un mandato ricevuto dalla Chiesa stessa, secondo le specifiche regole dell'Istituto.

A voi, dunque, il mio cordiale benvenuto. Uno speciale pensiero rivolgo al Padre Lino Mela, eletto in questi giorni all'ufficio di Superiore Generale: che il Signore lo illumini e lo sostenga nell'adempimento della sua nuova missione. Desidero, al tempo stesso, esprimere grato compiacimento al Superiore Generale uscente, Padre Vito Calabrese, che ha diretto la Congregazione per dodici anni con saggio equilibrio e paterna bontà. Estendo, infine, i miei sentimenti di affetto all'intera Famiglia religiosa che voi, Padri Capitolari, qui rappresentate, e tutti incoraggio a generosa perseveranza nel rispettivo campo di lavoro.

2. La vostra attività vi pone nel cuore della Chiesa. Il carisma di Oblati di san Giuseppe, infatti, vi chiede di riprodurre nella vita e nell'apostolato l'ideale di servizio quale lo visse il Custode del Redentore. Egli, insieme alla sua santa Sposa, stabilì un'ineffabile familiarità col Verbo incarnato, che aveva continuamente sotto i suoi occhi. Ecco, pertanto, lo stile di vita semplice e laborioso che voi intendete condurre, diffondendo la devozione a san Giuseppe con la predicazione, con le pubblicazioni e specialmente con la testimonianza apostolica. Questa è la tipica missione pastorale che voi svolgete in luoghi umili, tra gente povera, imitando l'artigiano di Nazaret, che protesse Gesù e lo sostenne nella preparazione al grande compito della Redenzione.

Il Beato Marello esortava i suoi figli spirituali ad essere "certosini in casa" per poter riuscire "efficaci apostoli fuori casa". Quest'insegnamento, sempre vivo nel vostro spirito, impegna tutti voi, cari Giuseppini, a custodire nelle case religiose un clima di raccoglimento e di preghiera, favorito dal silenzio e da opportuni incontri comunitari. Lo spirito di famiglia cementa l'unione delle comunità e di tutta la Congregazione.

3. So che su queste tematiche voi avete impostato i lavori capitolari, ed auguro che possiate trarre gli auspicati frutti spirituali dalla vostra importante assise, che avviene nell'anno in cui la Chiesa celebra il Grande Giubileo della Redenzione. Non è difficile vedere in questa felice coincidenza un segno della Provvidenza, che vi invita a varcare la «Porta Santa», simbolo di Cristo, per entrare rinnovati interiormente, come singoli e come Istituto, in una nuova stagione spirituale della Chiesa. Sarete così fedeli testimoni di Cristo nella nostra epoca: fiduciosi nel potere sanante dell'amore di Dio, vi protenderete nel coraggioso sforzo della nuova evangelizzazione. Realizzerete in tal modo la vostra missione, "facendo le opere di Dio in silenzio", come amava dire il vostro Fondatore, il quale aggiungeva che, se si opera "senza confidare negli uomini e neppure in noi stessi, ma pieni di speranza negli aiuti soprannaturali, tutto camminerà per il meglio" (Briciole d'oro, 15 febbraio).

In tale ottica, è quanto mai opportuna la riflessione capitolare sul carisma delle vostre origini, che vi riporta alla sorgente della vostra spiritualità, non tanto per ripetere pedissequamente quanto allora si faceva, ma per attualizzare il messaggio del Fondatore nella vita di oggi, sì da incidere nella società contemporanea con la stessa efficacia di allora.

4. Caratteristica tipica del vostro ministero è la formazione umana e religiosa della gioventù, privilegiando la catechesi e lavorando attivamente nei centri giovanili e nelle scuole, nelle parrocchie e negli oratori, nei movimenti e nelle associazioni. Come il seminatore sa scegliere il terreno adatto ad ogni semente, così anche voi cercate di approfondire la conoscenza dei giovani che la Provvidenza vi fa incontrare, per poterli aiutare a maturare nella rispettiva vocazione. E' questa la vostra missione. Si può dire che l'Oblato di san Giuseppe è per costituzione un catechista, che educa evangelizzando con uno stile semplice, chiaro e incisivo.

Sappiate parlare al cuore dei giovani, proponendo loro in modo audace il Vangelo. Fate loro amare la Chiesa. Siate ben persuasi che tanto più accetta sarà la vostra parola quanto più eloquente risulterà la testimonianza del vostro esempio.

Per rispondere alle odierne esigenze dell'evangelizzazione, si va facendo sempre più indispensabile la collaborazione dei laici. Non si tratta soltanto di una necessità operativa occasionata dalla riduzione del personale religioso, ma di una nuova ed inedita possibilità che Iddio ci offre. L'epoca che stiamo vivendo può essere detta, per alcuni versi, l'epoca dei laici. Sappiate, pertanto, aprirvi all'apporto dei laici. Aiutateli a comprendere le motivazioni spirituali del servizio che essi rendono al vostro fianco, perché siano quel "sale" che conferisce alla vita il sapore cristiano e quella "luce" che risplende nelle tenebre dell'indifferenza e dell'egoismo. Come laici fedeli alla propria identità, essi sono chiamati ad animare cristianamente l'ordine temporale, trasformando in modo attivo ed efficace la società secondo lo spirito del Vangelo.

5. Cari Oblati di san Giuseppe, voi operate ormai in molte parti del mondo. L'ampia diffusione, che oggi grazie a Dio ha raggiunto la vostra Famiglia religiosa, esige vigile sforzo per conservare l'unità ed il vincolo della carità a tutti i livelli. Ben opportunamente il Capitolo Generale ha posto in luce che, pur operando nel contesto locale, in voi mai devono venir meno la sintonia con l'insieme della Congregazione e soprattutto la visione universale della Chiesa. Così sarà se lo sguardo di tutti rimarrà sempre fisso su Cristo, Via, Verità e Vita; se a Lui, che vi chiama a venire e vedere dove egli abita (cfr Gv 1, 39), saprete aderire personalmente e comunitariamente.

La solida pratica della preghiera, l'attenzione ai segni dei tempi e l'indispensabile formazione permanente vi aiuteranno a far delle vostre opere non un semplice servizio sociale, ma una testimonianza dell'amore misericordioso di Dio. Il metodo ve lo insegna il Beato Marello quando dice di "prendere le proprie ispirazioni da san Giuseppe, che fu il primo sulla terra a curare gli interessi di Gesù; che ce lo custodì infante e lo protesse fanciullo e gli fece da padre nei primi trent'anni della sua vita qui in terra" (Briciole d'oro, 24 marzo). Così sia per ognuno di voi e per tutte le vostre Comunità.

Maria, la dolce Sposa del falegname di Nazareth, renda fruttuose, con la sua intercessione, le decisioni del Capitolo Generale. Aiuti tutti gli Oblati di san Giuseppe a tendere alla santità, vocazione di ogni battezzato e, ad un titolo ancor più alto, di ogni persona consacrata. Io vi assicuro il mio costante ricordo nella preghiera, mentre volentieri imparto a Lei, caro Padre Lino Mela, al rinnovato Consiglio Generale ed a tutti i membri della Congregazione degli Oblati di san Giuseppe una speciale Benedizione.

Dal Vaticano, 17 Febbraio 2000

 

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