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Vertice a Mosca tra Medvedev e Obama

Svolta nel disarmo
per garantire la pace


di Giuseppe M. Petrone

Il processo di disarmo attraversa una fase nuova, di speranza, dopo la crisi scaturita dall'insicurezza degli Stati, i quali, nel tragico scenario internazionale delineatosi dopo gli attacchi terroristici a New York e a Washington dell'11 settembre 2001, hanno aumentato le spese militari. Nonostante i bilanci della difesa a livello globale non abbiano registrato negli ultimi anni una riduzione - anzi nel 2008 le spese militari hanno prodotto un record di aumento con oltre 1.464 miliardi di dollari, cifra che rappresenta il 2,4 per cento della ricchezza mondiale - la fiducia scaturita dal dialogo instauratosi tra il presidente statunitense, Barack Obama, e quello russo, Dmitri Medvedev, incoraggia le attese:  il vertice dal 6 all'8 luglio a Mosca porterà più dinamismo e renderà l'atmosfera delle relazioni tra Stati Uniti e Russia più creativa, aiutando le parti a conoscersi meglio reciprocamente.
Nel corso di una telefonata, martedì scorso, i due presidenti hanno discusso accuratamente l'imminente summit nella capitale russa e affrontato nel dettaglio ogni argomento proposto per la discussione. In particolare hanno dato importanza alla riduzione delle armi strategiche offensive sulla base delle riunioni che le delegazioni dei due Paesi hanno tenuto finora. Il capo della Casa Bianca e il leader del Cremlino hanno concordato di sollecitare i negoziatori russi e statunitensi a incrementare il loro lavoro per raggiungere risultati pratici.
I negoziati russo-americani sul disarmo avanzano dunque più svelti del previsto per permettere di raggiungere un accordo sulla riduzione delle armi strategiche che sostituisca il Trattato Start, in scadenza il prossimo dicembre. Stati Uniti e Russia sigleranno un'intesa solida, con un insieme di misure di verifica e di scambi di informazione garantendo un livello di sicurezza uguale alle due parti e una riduzione reale degli armamenti strategici. Il 31 luglio 1991 Stati Uniti e l'allora Urss firmarono il Trattato Start per ridurre di un terzo i rispettivi arsenali nucleari. Successivamente, il 3 gennaio 1993, la superpotenza americana e la Russia firmarono a Mosca il Trattato Start 2 che prevede l'eliminazione di un altro terzo dei missili nucleari. L'idea che i disumani avvenimenti del 2001 avessero determinato una convergenza fra mondi diversi, fra Russia e Occidente, era ed è opinabile. L'attacco all'America ha rappresentato senza dubbio una svolta nella storia delle relazioni internazionali, ma non ha modificato né la realtà dei rapporti di potenza, né altri elementi materiali della geopolitica mondiale. Ha invece esacerbato l'unilateralismo statunitense, anteriore a quel tragico evento.
La guerra in Iraq, come quella in Kosovo, l'idea di allargare la Nato fino ai confini russi con l'ingresso di Ucraina e Georgia nell'Alleanza atlantica, la decisione di installare un sistema di difesa antimissile in Europa dell'est - con la costruzione di una stazione radar nella Repubblica Ceca e di una batteria di dieci missili intercettori in Polonia -, hanno provocato reazioni durissime in Russia. D'altra parte le élite politiche risentono ancora dei paradigmi ideologici della guerra fredda. La lotta comune al terrorismo ne è stata condizionata e alla fine si è ridotta a una mera petizione di principi. Il crollo dell'impero sovietico ha obbligato la Russia a ripensare la propria identità politica. Inoltre, da gigante industriale qual era, il Paese è divenuto un esportatore di risorse naturali:  gas e petrolio rappresentano più della metà del valore totale delle esportazioni.
Obama ha invitato a maggio alla Casa Bianca quattro saggi della politica statunitense per discutere il modo migliore per liberare il pianeta dalle armi nucleari. L'ex segretario di Stato Henry Kissinger, l'ex segretario di Stato George Shultz, l'ex ministro della Difesa William Perry e l'ex senatore Sam Nunn, hanno offerto consigli al presidente statunitense su come affrontare la questione. Sembra essere arrivato il momento giusto per fare passi in avanti verso il disarmo. È infatti necessario fermare la corsa agli armamenti anche per gli effetti negativi sullo sviluppo. Le spese militari distolgono risorse, umane e materiali, dai programmi di sviluppo e contraddicono il principio, sancito dalla Carta delle Nazioni Unite, per cui la sicurezza e la pace vanno mantenute "con il minimo dispendio delle risorse umane ed economiche mondiali per gli armamenti".
Nell'ultimo anno - con l'insediamento di Obama alla Casa Bianca - le relazioni tra Stati Uniti e Russia hanno avuto nuovi sviluppi. Certamente ci vorrà del tempo per ricostruire la fiducia. Al vertice i due presidenti affronteranno, oltre alle difficoltà finanziarie globali, anche la crisi nucleare con la Corea del Nord e la situazione in Iran. Ma per la prima volta, dalla fine della guerra fredda, è forte l'auspicio di vedere compiere - nell'appuntamento di pace tra Obama e Medvedev - progressi reali nel rilancio del processo globale di disarmo sul piano internazionale.

 

(© L'Osservatore Romano 3 luglio 2009)