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Il tesoro della Chiesa di Roma


 

Le lacrime di Benedetto XVI sono il simbolo che più riassume il senso della sua visita all'ostello della Caritas alla stazione Termini di Roma. Lacrime nate dal cuore del Papa e di molti presenti nell'ascoltare il saluto semplice e bello di Giovanna Cataldo, con parole - ha detto la donna con la voce che più volte si è fermata per l'emozione - che "non sono mie ma nostre", cioè di quei volti e soprattutto di quelle anime che in ostello sono state "per un momento o per molto tempo".
E quei volti e quelle anime - donne e uomini, bimbi e vecchi smarriti e soccorsi, dolenti e consolati in nome della carità di Cristo - hanno chiesto al loro vescovo di "resistere alle fatiche del mondo". Per questo hanno assicurato la loro preghiera, per implorare da Dio serenità, forza e speranza per Benedetto XVI, soprattutto "quando i giorni di pioggia si alterneranno ancora a quelli di sole".
Nessuno avrebbe potuto rivolgere parole più toccanti e vere al vescovo di Roma, di quella Chiesa identificata già nei primi decenni cristiani come colei che presiede alla carità. Ed è per questo di esempio al mondo. Non a caso la tradizione lega alla memoria del terzo grande santo romano dopo Pietro e Paolo, il diacono Lorenzo, la considerazione dei poveri come tesoro prezioso. "Questi vostri amici" li ha chiamati Benedetto XVI, che ha incontrato e accarezzato decine di loro mescolati ai volontari, circondato dal cardinale vicario e dai suoi vescovi.
Insieme all'annuncio della verità, la testimonianza della carità appartiene alla missione della Chiesa, ha sottolineato il Papa che ha voluto il termine caritas nel titolo di due sue encicliche. E questa vicinanza del Dio che le liturgie orientali chiamano "amico dell'uomo" si realizza nelle strutture di carità, come quella intitolata a un prete che Roma non dimentica, Luigi Di Liegro:  strutture rese possibili anche dal sostegno di istituzioni pubbliche, che attraverso alcuni loro rappresentanti hanno preso parte alla visita.
Alle istituzioni e alle autorità il vicario di Roma ha chiesto di non ridurre l'aiuto ai poveri in un tempo difficile, nel quale i cuori sembrano indurirsi e che invece richiede la collaborazione di tutti, credenti e non credenti. Come vuole mostrare l'iniziativa europea che vede molti vescovi - in Italia, oltre il presidente della conferenza episcopale e diversi altri, tutti quelli dell'Umbria - seguire e sostenere l'esempio di Benedetto XVI. Che per annunciare il Dio "amico degli uomini" è vicino ai poveri, quegli "amici" che sono il tesoro della Chiesa.

g.m.v.

(© L'Osservatore Romano 15-16/02/2010)