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Gli angeli sulla Nazione


 

Davvero senza precedenti si sta rivelando la visita di Benedetto XVI nel Regno Unito. Un viaggio positivo e importante che - dopo l'incontro con Elisabetta ii, quelli con i cattolici scozzesi e poi con i rappresentanti di diverse religioni - ha permesso al Papa di rivolgersi nel cuore di Londra a tre interlocutori:  gli anglicani, le autorità civili e la Chiesa cattolica di tutto il Paese. Visita il cui carattere storico è colto dai media soprattutto britannici, mentre altrove l'attenzione non è stata all'altezza di questi giorni, preferendo correre dietro e dare corpo a notizie trascurabili.
Se si volesse trovare un'immagine simbolica riassuntiva dei momenti londinesi bisogna andare alla conclusione del discorso a Westminster Hall, che sicuramente resterà tra i maggiori del pontificato. Qui Papa Benedetto, alzando lo sguardo alla volta dell'aula e alle figure alate intagliate nel legno, ha ricordato la presenza degli angeli sul più antico Parlamento del mondo. Forse ricordando il tema, caro al giudaismo e al cristianesimo dell'antichità, degli angeli che vegliano sulle nazioni.
Davanti a un'assemblea affollatissima, attenta e cordiale il Pontefice - dicendosi consapevole del privilegio di parlare a tutto il popolo britannico grazie a un invito che non ha precedenti - ha reso onore all'istituzione parlamentare del Paese e alla sua lunga tradizione, così influenti in larga parte del mondo. Moderazione, equilibrio e stabilità hanno costruito nel tempo una democrazia pluralista le cui strutture portanti al servizio della dignità di ogni persona umana hanno molto in comune con la dottrina sociale cattolica.
Nel discorso alle autorità civili - proprio nel luogo dove venne pronunciata la sentenza contro Tommaso Moro, servitore del re ma prima di Dio - Benedetto XVI ha affrontato la sfida rappresentata per la democrazia dai suoi fondamenti etici. E citando gli esempi della crisi finanziaria globale e dell'abolizione del commercio degli schiavi, risultato di cui la Nazione britannica può essere giustamente orgogliosa, il Papa ha ribadito come la base di ogni discorso civile debba essere ricercata appunto in solidi principi morali, che sono accessibili alla ragione.
Di nuovo, dunque, nella proposta del Pontefice è tornata la necessità di trovare un'armonia tra religione e ragione, che non vanno assolutizzate ma hanno bisogno l'una dell'altra. Da qui la preoccupazione per l'emarginazione progressiva della tradizione cristiana, e l'insistenza sui temi dello sviluppo e della protezione dell'ambiente, terreno comune della fruttuosa collaborazione tra Regno Unito e Santa Sede.
Quasi simbolicamente la visita al Parlamento è stata racchiusa da due momenti molto significativi per lo sviluppo dei rapporti e dell'amicizia tra cattolici e anglicani, cinquant'anni dopo la storica udienza di Giovanni XXIII all'arcivescovo Geoffrey Fisher:  l'incontro a Lambeth Palace e i solenni vespri ecumenici celebrati nell'abbazia di Westminster, con la venerazione comune resa dal Papa e dall'arcivescovo Rowan Williams, a Edoardo il Confessore. Nello splendore della liturgia e di una vitale tradizione musicale che ha caratterizzato anche la celebrazione eucaristica nella cattedrale di Westminster.
Ai cattolici Benedetto XVI è tornato a parlare delle sofferenze causate dai crimini degli abusi sui bambini da parte di membri del clero, auspicando sostegno alle vittime e dicendosi fiducioso nella purificazione e nel rinnovamento della Chiesa. Perché su di essa, come su tutta l'umanità, veglia Dio. Come seppero esprimere gli artisti nel raffigurare gli angeli additati dal Papa.

g.m.v.

(© L'Osservatore Romano 19/09/2010)