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L’unico titolo

di onore

 

Il concistoro straordinario e la creazione di venti cardinali presi letteralmente da ogni parte del mondo mostrano con chiarezza l’intento di Papa Francesco, mentre sta per iniziare il terzo anno del suo pontificato. Nel segno della comunione e della collegialità la preoccupazione centrale del Pontefice è la missione, i cui tratti sono delineati nella meditazione sull’inno alla carità di san Paolo che Bergoglio ha svolto in due tempi, parlando ai nuovi porporati e poi celebrando con loro.

            E proprio sulla carità si misura l’esemplarità a cui è ogni giorno chiamata la Chiesa di Roma con la sua curia. In questa Chiesa sono inseriti a titolo speciale i cardinali, espressione ora come mai prima di una cattolicità che il Papa ha descritto con efficacia: «Saper amare senza confini, ma nello stesso tempo fedeli alle situazioni particolari e con gesti concreti». Se infatti la Chiesa di Roma presiede nella carità, «ogni Chiesa particolare è chiamata, nel suo ambito, a presiedere nella carità».

            Per due giorni, nel concistoro straordinario, i cardinali di tutto il mondo hanno discusso e indiscutibilmente sostenuto, nella naturale e ovvia varietà delle voci, la riforma della Chiesa e della Curia romana, che è necessaria ed è stata voluta dal Pontefice in coerenza con le indicazioni emerse durante l’ultima sede vacante. A loro e a tutti i fedeli Papa Francesco ha ricordato l’essenza del Vangelo: «Per Gesù ciò che conta, soprattutto, è raggiungere e salvare i lontani, curare le ferite dei malati, reintegrare tutti nella famiglia di Dio».

            Questo aveva detto l’arcivescovo Bergoglio ai suoi fratelli convenuti a Roma per eleggerne il vescovo e questo ha ripetuto oggi ai nuovi cardinali: bisogna «uscire dal proprio recinto per andare a cercare i lontani nelle periferie “essenziali” dell’esistenza», vincendo la ricorrente tentazione del fratello maggiore descritta nella parabola evangelica del figlio prodigo, perdonato dalla misericordia paterna. Sapendo che l’unico titolo di onore del cristiano è la disponibilità a servire gli altri.

g.m.v.

(© L'Osservatore Romano 16-17/02/2015)