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INDIZIONE DELL'ANNO SANTO 1975

DISCORSO DI PAOLO VI
AI DIRIGENTI DELL'OPERA DI COORDINAMENTO

Giovedì, 7 giugno 1973

 

Porgiamo il nostro cordiale e deferente saluto a voi - Signor Cardinale, Venerabili Fratelli e diletti Figli - componenti il Comitato Centrale per l’Anno Santo, che Noi stessi abbiamo recentemente istituito, chiamandovi a farne parte, nello stesso giorno in cui davamo alla Chiesa e al mondo il lieto annuncio del Giubileo che si celebrerà a Roma nel 1975, quale coronamento di tutto un vasto movimento di rinascita spirituale che nelle Chiese locali avrà inizio domenica prossima, solennità di Pentecoste.

Questo desiderato e gradito incontro, che avviene in coincidenza con la vostra prima riunione Plenaria, ci è di grande conforto, poiché in voi - provenienti da vari Paesi, appartenenti a numerose Nazioni, e rappresentanti di tutti i settori del Popolo di Dio - vediamo una promessa ed una garanzia di successo per l’importante iniziativa che tanto ci sta a cuore.

Fedeli alle linee fondamentali e agli orientamenti che già abbiamo avuto occasione di esporre e di dare in non poche circostanze, e sui quali, a Dio piacendo, ritorneremo; animati da spirito di intraprendenza per tradurre opportunamente in pratica tali indicazioni e favorirne dovunque l’illuminata e buona accoglienza, in atteggiamento di generosa, completa disponibilità e di fraterno servizio alle Chiese locali e ai rispettivi Comitati per l’Anno Santo, della cui costituzione veniamo prendendo consolante notizia; previdenti e solerti nel curare degnamente i molteplici e complessi aspetti organizzativi, soprattutto in vista dei pii pellegrinaggi che porteranno a Roma innumerevoli fedeli, voi siete chiamati a svolgere una funzione necessaria e insostituibile, consona con la natura stessa della Chiesa che è anche società visibile ed organica ed ha quindi bisogno di adeguati strumenti.

Ma, come tutti gli organismi della Chiesa, anche il vostro Comitato è al servizio di finalità superiori. E pertanto lasciateci insistere sugli scopi esclusivamente spirituali dell’Anno Santo e di tutto il movimento che ad esso si ricollega e che ora prende avvio; sul suo inconfondibile carattere quale evento spirituale, penitenziale, religioso, culturale, socio-caritativo: quale singolare occasione di grazia, di rinnovamento dei costumi, di riconciliazione con Dio e coi fratelli, di santità, in una parola, come lo stesso nome di Anno Santo sottolinea.

Sono ideali entusiasmanti, urgenze assillanti: una causa nobile e grande, che vi sollecita e incoraggia a lavorare con impegno e con spirito di fede, e che vi induce a sostenere e a dare efficacia alla vostra responsabilità con la preghiera. Fin dal 1300 ogni Anno Santo è sempre stato un momento altamente significativo, una tappa particolarmente importante nella storia della Chiesa, della sua spiritualità, del suo benefico influsso sulla stessa società civile. La validità di quello che ora ci accingiamo a celebrare è comprovata da un’esperienza plurisecolare e insieme ravvivata e rinvigorita dal salutare aggiornamento promosso dal Concilio Vaticano II, aggiornamento di cui ritrovate agevolmente il segno anche nella impostazione che abbiamo voluto dare allo svolgimento di questo nuovo straordinario momento di grazia per tutta la Chiesa.

Proseguite quindi con animo cristianamente sereno e fiducioso nell’adempimento della missione ecclesiale che vi è stata affidata; e vi accompagni, con la nostra riconoscenza, la particolare Benedizione Apostolica che paternamente vi impartiamo, invocando sulle vostre persone e sul vostro lavoro ogni divina assistenza.

                                        



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