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DISCORSO DI PAOLO VI
A NUMEROSI PELLEGRINI ITALIANI

Sabato, 3 novembre 1973

 

Diamo un particolare benvenuto al folto gruppo di pellegrini, che animano questo incontro con la loro gradita presenza. È un incontro di figli col Padre: e tutti perciò vi salutiamo e accogliamo con questo senso profondo della nostra spirituale paternità, che ci fa guardare a voi con uguale affetto, pur nella diversità della fisionomia e della provenienza. Tutti ci portaste l’espressione della vostra fede, perché anche l’aver desiderato di vedere il Papa è un segno eloquente di quella convinzione che vi sostiene nell’adempimento quotidiano della vostra vita cristiana, protesa nei vari aspetti della vocazione in cui essa si esplica. Vi ringraziamo pertanto di questa testimonianza; e a ciascuno rivolgiamo il nostro particolare incoraggiamento.

Anzitutto, ci sono le 250 Suore Agostiniane d’Italia, che partecipano al loro IV Convegno Nazionale per ritemprare le loro energie spirituali e ritornare così ricche di idee solide e sostanziose, e di generosi propositi, ai loro campi di apostolato non solo in Italia, ma anche in altri Paesi d’Europa, delle due Americhe e d’Australia. Ci fa piacere, carissime figlie, che sappiate ogni anno dedicare un po’ del vostro tempo - già così scarso per le assorbenti incombenze dell’apostolato odierno - all’approfondimento dei principii della teologia dogmatica e spirituale, alla parentesi di preghiera personale e comunitaria, allo scambio fraterno di esperienze e di vedute. Il grande Santo d’Ippona, alle cui regole di perfezione le vostre Famiglie si richiamano espressamente, ha per voi una tale dovizia di insegnamento da aprire alle vostre anime, lanciate nella meravigliosa avventura della vocazione religiosa per il servizio dei fratelli, orizzonti sterminati di luce e di grazia: attingetevi a piene mani, fatene oggetto di studio approfondito, insieme con le materne direttive date dalla Chiesa all’e anime consacrate di oggi, affinché la vostra vita comune sia per voi strumento efficace e salutare di unione con Dio Trinità, con la comunità ecclesiale, e tra voi stesse, per essere nel mondo il segno dell’amore di Dio. Così vi vuole la Chiesa, così possano sempre trovarvi le anime, a cui si indirizza il vostro apostolato.

E ora un saluto a voi, trecento giovani di Firenze e di Fiesole, appartenenti all’Opera Villaggi per la Gioventù! La vostra presenza ci rallegra e ci dà tanta speranza.

Sappiamo che il vostro pellegrinaggio romano ha lo scopo di farvi meditare sulla presenza viva e feconda della Chiesa nella storia degli uomini e dei popoli, e farvi trarre dagli avvenimenti decisivi, che qui si svolsero, i motivi ispiratori per una più chiara presa di coscienza dei vostri doveri cristiani e del vostro impegno nella società. Che il Signore vi aiuti, figlioli, a comprendere e a vivere sempre meglio, alla luce di Roma, i vostri alti ideali per rendere più salda la vostra adesione a Cristo e più ardente e fattivo il vostro amore alla Chiesa. Noi facciamo tanto affidamento su di voi. Sappiate essere non solamente fieri, ma anche degni della vostra fede. E così sarà, se essa penetrerà profondamente il vostro modo di pensare e di agire, e se vi sentirete oggi più che mai impegnati alla costruzione di un mondo nuovo più umano, più giusto, più consapevole delle vere esigenze della società, secondo le sante consegne del Vangelo. Giacché il cristianesimo non può appagarsi di giovani mediocri, non può essere vissuto in una maniera qualunque; o lo si vive in pienezza o lo si tradisce.

Su ciascuno di voi noi invochiamo la grazia del Signore, affinché possiate venire incontro alle attese della Chiesa con tutto l’ardore e la generosità dei vostri giovani anni.

Lo stesso augurio rivolgiamo ai giovani venuti dalla parrocchia milanese della SS.ma Trinità: siete sempre presenti, con I vostri carissimi e zelanti sacerdoti, al nostro pensiero e al nostro ricordo, con l’auspicio che l’eredità spirituale della diocesi ambrosiana trovi sempre in voi, come in tutti i giovani di quella terra generosa, la corrispondenza necessaria per tramandarsi intatta presso le giovani generazioni.

La presenza di numerosi lavoratori della Zona Industriale di Padova, venuti in pellegrinaggio con i familiari, ci offre la graditissima opportunità di riattestare al benemerito ceto operaio le premure con cui la Chiesa li segue, l’affetto ch’essa dimostra per la loro vita, per la loro promozione umana, per la loro dignità di qualificati cooperatori del progresso sociale e civile: il vostro Centro Sociale Culturale è la prova concreta di questo atteggiamento della Chiesa verso di voi. Sappiate utilizzare pienamente le iniziative che vi sono offerte, per dilatare la mente e il cuore oltre i confini angusti del proprio umile lavoro, e aver sempre la visione chiara della grande opera di collaborazione, che voi siete chiamati a prestare alla Provvidenza creatrice di Dio, il quale, nella sua Sapienza, ha voluto aver bisogno dell’intelligenza e del braccio dell’uomo. E il Signore vi ricolmi sempre di ogni consolazione, nelle vostre ,attività e, soprattutto, nelle vostre famiglie: il Papa vi segue e vi ama.

E infine un affettuosissimo benvenuto ai 150 Cavalieri dell’ordine di Vittorio Veneto, che, pur nell’avanzare dell’età, hanno mantenuto la generosità e il fervore degli anni giovanili, e si sentono tuttora affratellati con i loro antichi commilitoni. Il Signore vi conceda ogni dono della sua pace, mantenendovi sempre nella sua grazia, fortificando i vostri propositi, confortando la vostra canizie con la serena coscienza del dovere compiuto.

A tutti i gruppi, qui presenti, alle persone care, alle opere e attività a cui dedicate le vostre energie, siamo lieti di impartire la Nostra Benedizione Apostolica.

                                               



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