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se stessi coinvolti in una densa vita sociale piena
di viaggi, riunioni, cene, ricevimenti. Oppure si
esplica in un funzionalismo manageriale, carico
di statistiche, pianificazioni e valutazioni, dove il
principale beneficiario non è il Popolo di Dio ma
piuttosto la Chiesa come organizzazione. In tutti
i casi, è priva del sigillo di Cristo incarnato, cro-
cifisso e risuscitato, si rinchiude in gruppi di
élite
,
non va realmente in cerca dei lontani né delle im-
mense moltitudini assetate di Cristo. Non câè più
fervore evangelico, ma il godimento spurio di un
autocompiacimento egocentrico.
96.âIn questo contesto, si alimenta la vanagloria
di coloro che si accontentano di avere qualche
potere e preferiscono essere generali di eserciti
sconfitti piuttosto che semplici soldati di uno
squadrone che continua a combattere. Quan-
te volte sogniamo piani apostolici espansioni-
sti, meticolosi e ben disegnati, tipici dei generali
sconfitti! Così neghiamo la nostra storia di Chie-
sa, che è gloriosa in quanto storia di sacrifici, di
speranza, di lotta quotidiana, di vita consumata
nel servizio, di costanza nel lavoro faticoso, per-
ché ogni lavoro è âsudore della nostra fronteâ.
Invece ci intratteniamo vanitosi parlando a pro-
posito di âquello che si dovrebbe fareâ â il pec-
cato del âsi dovrebbe fareâ â come maestri spiri-
tuali ed esperti di pastorale che danno istruzioni
rimanendo allâesterno. Coltiviamo la nostra im-
maginazione senza limiti e perdiamo il contatto
con la realtà sofferta del nostro popolo fedele.