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V GIORNO DEI NOVENDIALI IN SUFFRAGIO
DEL ROMANO PONTEFICE DEFUNTO

GIOVANNI PAOLO II

OMELIA DELL’EM.MO CARD. EUGÊNIO DE ARAÚJO SALES

Martedì, 12 aprile 2005

 

Eminentissimi Padri Cardinali e Patriarchi,
Signori Arcivescovi e Vescovi,
Sacerdoti, Sorelle e Fratelli,
tutti qui riuniti per celebrare, in suffragio del nostro amato Papa Giovanni Paolo II,
il sacrosanto mistero di Gesù morto e risorto.

I testi liturgici di questa Santa Messa mettono la nostra vita e tutto il nostro essere in intima comunione con il Cristo Signore.

1) Mt 11, 25-30:  Nel testo del Vangelo Gesù si presenta come nostro cammino e come nostra vita.

a) Egli rende possibile il nostro camminare, perché prende su di sé la nostra croce, ci conforta con la sua amicizia, con la sua presenza divina, e ci vuole ristorare divinamente: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò!".

b) Questo Suo divino conforto dato a noi sulla strada della vita, è una progressiva introduzione nella divina comunione tra Gesù ed il Padre. Conosce il Padre "solamente colui al quale il Figlio Lo rivela". - Nella nostra vita mortale e debole Egli è la presenza che ci ristora, ci conforta con la sua amicizia, con la sua pace, con la sempre più profonda conoscenza del Padre celeste che ci ama (cfr Gv 16, 27). Perciò il Santo Padre con tanto ardore ci ha insegnato la fedeltà alla dottrina di Cristo, custodita dalla Chiesa; la conoscenza del Padre è sempre dono gratuito della rivelazione.

2) At 2, 14.22b-28:  Nel suo primo discorso, negli Atti degli Apostoli, Pietro ci presenta il mistero della salvezza, sotto la luce della più radicale opposizione tra il peccato e il potere misericordioso di Dio: "Voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso" (At 2, 23). "Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte perché non era possibile che la morte lo tenesse in suo potere" (2, 24). Pietro, sconvolto dagli avvenimenti ineffabili di quei giorni (della morte e risurrezione di Cristo), cita il Salmo 15 come profezia di tutto questo: "Per questo si rallegra il mio cuore ed esulta la mia lingua" (Sal 15[16], 9s). Il Salmo parla del giubilo nel cuore umano del Messia risuscitato. L'esultanza del cuore umano di Gesù anticipa il giubilo d'ogni creatura che, nella risurrezione, avrà parte a questa vittoria eterna. Su questa nostra somiglianza con Gesù risuscitato scrisse il Santo Padre Giovanni Paolo II nella sua prima Enciclica Redemptor hominis della prima domenica della Quaresima, 4 marzo 1979:

"La redenzione del mondo - questo tremendo mistero dell'amore, in cui la creazione viene rinnovata - è, nella sua più profonda radice, la pienezza della giustizia in un Cuore umano: nel Cuore del Figlio primogenito, perché essa possa diventare giustizia dei cuori di molti uomini, i quali proprio nel Figlio primogenito sono stati, fin dall'eternità, predestinati a divenire figli di Dio e chiamati alla grazia, chiamati all'amore" (n. 9.1).

Il Salmo che Pietro cita continua dicendo con fiducia: "Tu Signore, mi fai conoscere la via della vita; nella tua presenza c'è giubilo senza fine!" (Sal 15, 11). Queste parole ci fanno volgere lo sguardo verso il Santo Padre Giovanni Paolo: Egli sempre volle insegnarci il Cristo, cammino della vita.

Preghiamo e crediamo che adesso il Papa, colmo di giubilo senza fine, sperimenti l'eterna ed ineffabile presenza di Cristo!

3) 1Cor 15, 20-24a.25-28: La seconda Lettura di questa solenne celebrazione ci rivela la meta definitiva del Vangelo e della vita cristiana. La dignità d'ogni persona umana, tanto proclamata da Giovanni Paolo, sarà pienamente raggiunta nell'accoglienza dell'umanità nella gloria del Cristo risorto. Egli, con tutti gli uomini redenti, in un'immensa sinfonia, nell'eterna adorazione della liturgia celeste renderà a Dio Padre il culto di supremo amore: "Quando tutto sarà sottomesso a Cristo, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti. Cristo consegnerà il Regno al Padre" (1Cor 15, 28.24). Ora Giovanni Paolo concelebra questa eterna liturgia, in Cristo e per Cristo, con tutti i Santi, alla gloriosa presenza di Maria, prototipo di ogni santità e singolare protettrice del nostro amato Papa. Questa divina liturgia nel cielo si unisce alla liturgia che su questa terra celebriamo sotto la forma del sacramento eucaristico. - Amen!

 

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