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VISITA ALLA PARROCCHIA ROMANA DI SANTA MARIA REGINA PACIS

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 23 gennaio 1983 

 

1. Cari fratelli e sorelle della parrocchia di Santa Maria Regina Pacis!

Le letture dell’odierna liturgia domenicale ci invitano a dedicare la nostra meditazione innanzitutto al tema della Chiesa come corpo di Cristo.

Su questo tema si pronuncia ampiamente san Paolo nella prima Lettera al Corinzi. Per spiegare il legame che c’è tra Cristo e la Chiesa, egli si serve dell’analogia del corpo.

“Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra, e tutte le membra, pur essendo molte sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo Corpo . . . e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito” (1 Cor 12, 12-13).

La Chiesa è il Corpo di Cristo. È il suo Corpo Mistico, perché in esso opera lo Spirito Santo. Egli fa sì che gli uomini - pur essendo diversi per età, lingua, nazione e razza - abbiano in Gesù Cristo una sola Vita.

Come nell’uomo una sola anima fa sì che molte membra e cellule dell’organismo vengano animate da un’unica vita, così analogamente avviene nella Chiesa: uomini diversi, ma animati da un solo Spirito di Dio, costituiscono, in Cristo, un solo Corpo.

2. Le parole della prima Lettera ai Corinzi ci invitano a guardare la Chiesa con gli occhi della fede. Così dobbiamo guardare tutti la Chiesa nel suo raggio universale, e così dobbiamo pure guardare quella parte della Chiesa, alla quale noi apparteniamo direttamente.

Voi appartenete, cari fratelli e sorelle, alla parrocchia di Santa Maria Regina Pacis, che è una delle trecentocinque parrocchie della Chiesa di Roma.

Mediante la parrocchia, e poi mediante la diocesi, voi appartenete alla Chiesa universale. Costituite, come Chiesa, il Corpo di Cristo. Non solo siete i membri di un determinato organismo che si chiama “Chiesa cattolica”, ma, dal momento del Santo Battesimo, siete organicamente legati a Cristo.

Dato che siete stati “battezzati in un solo Spirito” e che vi siete “abbeverati a un solo Spirito” siete membra di un solo Corpo. Questo Corpo è la Chiesa: Corpo Mistico di Cristo.

3. In questa Chiesa ognuno compie la sua funzione, così come compiono la propria funzione le membra - e le cellule - nel corpo umano. La funzione di ogni membro e di ogni cellula - come si esprime allegoricamente san Paolo - è armonicamente inserita nell’organismo dell’uomo. In questo organismo essa è necessaria e irripetibile.

Seguendo questa analogia, l’Apostolo cita diverse funzioni, che già nella Chiesa primitiva si distinguevano nettamente, contribuendo in pari tempo alla vita dell’insieme. Queste funzioni sono legate a diversi doni, cioè ai carismi.

San Paolo cita: “apostoli, profeti, maestri”, poi “vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue” (1 Cor 12, 28).

Nella vostra parrocchia incontriamo i pastori delle anime, i religiosi e le religiose, i laici e, tra di loro, persone che si dedicano all’apostolato più vario.

Vi sono dei catechisti, membri di diverse associazioni, coloro che appartengono al consiglio pastorale, persone che si dedicano al servizio caritativo, partecipanti ai vari movimenti apostolici tra gli anziani e tra i giovani, membri del servizio liturgico, lettori, cantori, ecc.

E, allo stesso tempo, ogni parrocchiano e ogni parrocchiana vive in un certo stato civile ed esercita una certa professione. Siete mariti, mogli, vedove, fidanzati; ma siete pure maestri o studenti, medici, giuristi, lavorate nel commercio oppure negli uffici. Tutto ciò non è senza legame con la vostra vocazione ecclesiale, in virtù della quale compite la vostra parte di bene nel Corpo di Cristo.

4. Questa meditazione sul Corpo mistico di Cristo è quanto mai consolante e corroborante. Io ne esperimento i benefici effetti ogni qualvolta mi incontro con gruppi di fedeli o con intere comunità parrocchiali, come avviene oggi qui a Monteverde Vecchio. Come già nelle visite in altre parrocchie, anche oggi sento una grande gioia di trovarmi in mezzo a voi e di riannodare più saldamente quei vincoli ecclesiali che fanno di noi un solo corpo e un solo spirito. Con questo animo vi saluto tutti, e tutti benedico nel nome del Signore. Saluto in particolare il Cardinale vicario, il Vescovo ausiliare del Settore Ovest, lo zelante Parroco, Padre Luigi Emiliani, i suoi collaboratori e tutti i Canonici regolari dell’Immacolata Concezione, ai quali è stata affidata la responsabilità della cura pastorale di questa parrocchia, che con questa mia visita conclude le celebrazioni per il 50° della sua erezione, avvenuta precisamente il 25 marzo del 1932.

Il mio pensiero va anche alle numerose Comunità religiose maschili e femminili e ai diversi Istituti secolari dimoranti in zona e impegnati, a vario modo, nell’animazione cristiana. Saluto cordialmente tutte le forze vive che operano nell’ambito delle strutture parrocchiali: l’Azione cattolica, il Consiglio pastorale, l’Apostolato della preghiera, l’Opera di Santa Monica, le Lampade viventi, il Gruppo giovani, il Servizio sociale, il Centro adulti, il Gruppo di spiritualità per le vedove, i Gruppi scouts e il Gruppo ACLI. Nel sottolineare l’importanza della catechesi ai vari livelli e nei vari momenti della vita sacramentale della Comunità, desidero esprimere una parola di plauso e di incoraggiamento a quanti si dedicano ad essa con generosità e competenza.

Ma tutti, cari parrocchiani di Santa Maria Regina Pacis, avete un posto nel mio cuore e a tutti, vicini e lontani, assicuro il ricordo nella preghiera perché il Signore vi assista nella vostra vita familiare e professionale, e faccia sempre maggiormente della vostra parrocchia un’autentica Comunità cristiana, che viva a fondo il Vangelo e ne esprima le esigenze di unità e di amore, soprattutto in questi giorni dell’ottavario di preghiere per la riunificazione dei cristiani.

5. Ed ora ancora una cosa.

La prima lettura, tratta dal libro di Neemia, ci ricorda con quale venerazione il Popolo di Dio dell’Antico Testamento ascoltava le parole della Sacra Scrittura, lette dal sacerdote Esdra nel giorno “consacrato a Dio”: “Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo . . ., come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi, Esdra benedisse il Signore Dio grande e tutto il popolo rispose: Amen, amen!” (Esd 9, 5-6).

Il Vangelo di san Luca ci riporta l’episodio di Gesù, che all’inizio della sua attività messianica legge, nella sinagoga di Nazaret, dal libro del profeta Isaia un brano, che si riferiva proprio a lui!

Sia ciò per noi una indicazione di come dobbiamo leggere la Parola Divina, con quale predisposizione dobbiamo ascoltarla e come la dobbiamo applicare a noi stessi.

“Le tue parole, Signore, sono spirito e vita” (cf. Gv 6, 63). Se le accogliamo con cuore disposto a che esse diventino la vita delle nostre anime, allora si compirà in noi ciò che con tanto entusiasmo esprime il Salmo dell’odierna Liturgia: “La legge del Signore è perfetta, / rinfranca l’anima; / la testimonianza del Signore è verace, / rende saggio il semplice. / Gli ordini del Signore sono giusti, / fanno gioire il cuore; / i comandi del Signore sono limpidi, / danno luce agli occhi” (Sal 19, 8-9).

Che sia così, cari fratelli e sorelle, in ognuno di noi. Che l’ascolto della Parola di Dio faccia gioire il nostro cuore e guidi la nostra condotta nell’Anno del Signore 1983 e per tutta la nostra vita Amen!

 

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