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VISITA ALLA PARROCCHIA DEL SANTISSIMO SACRAMENTO

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 14 marzo 1993

 

“Dammi da bere!” (Gv 4, 7).

1. Con queste parole Gesù inizia il lungo e profondo dialogo con la Samaritana, narrato nel brano del vangelo di Giovanni, che abbiamo appena ascoltato in questa terza domenica di Quaresima.

Stanco per il viaggio, Gesù si siede accanto al pozzo verso mezzogiorno. La naturale sete provocata dalla calda ora del giorno è il segno rivelativo di un’altra sete spirituale, che investe la sua divina persona: Gesù ha sete di anime, cerca la fede e l’amore che gli uomini sono invitati dal Padre ad offrirGli in piena libertà, accogliendolo come loro Salvatore.

“Dammi da bere!” Gesù chiede alla donna di Samaria non solo un po’ d’acqua da un pozzo scavato molti secoli prima dal patriarca Giacobbe; Egli le chiede di riconoscere in Lui il Messia promesso, Colui che darà l’acqua viva dello Spirito Santo, la “sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4, 14) nel cuore dei credenti.

2. Il dialogo rimanda ad un’altra espressione che troviamo sulle labbra di Gesù riarse nell’ora suprema della croce: “Ho sete” (Gv 19, 27). L’immagine del Crocifisso è il segno supremo dell’infinito amore di Dio, manifestato agli uomini nel Figlio, e parla al cuore di tutti coloro che si volgono con lo sguardo di fede verso il vero Agnello pasquale immolato sull’altare della croce. A così grande amore non si può rimanere indifferenti!

Ecco, carissimi Fratelli e Sorelle della Parrocchia del Santissimo Sacramento, il significato profondo della sete di Gesù che la liturgia di oggi presenta alla nostra meditazione. Il Figlio di Dio, fatto uomo e morto per liberarci dal peccato, attende la fedele e generosa risposta da parte di quanti il Padre gli ha dato e che per questo Gli appartengono. Egli ha sete del dono del nostro amore.

3. Come ho ricordato nel recente Messaggio per la Quaresima, “oggi Cristo ripete questo appello e rivive i tormenti della sua agonia nei nostri fratelli più poveri” (Giovanni Paolo II, Messaggio per la quaresima 1993, 1 settembre 1992). Il tempo quaresimale è dunque un’occasione quanto mai propizia per cercare uno spazio di riflessione da dedicare alla preghiera, all’ascolto della Parola di Dio, all’impegno della solidarietà, facendo attenzione al grido di chi si trova nel bisogno.

Nella società attuale, molto spesso caratterizzata da una attività frenetica secondo la logica della produzione e del consumo, è necessario ribadire il primato dello spirito. La quaresima è per tutti un itinerario di conversione interiore che, limitando tutto ciò che appesantisce inutilmente la vita umana, aiuta a riscoprire i valori fondamentali dell’esistenza. Essa accompagna l’uomo nella sua naturale ricerca del senso ultimo delle cose e lo introduce alla contemplazione delle realtà divine.

In questo modo, passando attraverso un vero processo penitenziale di purificazione e di rinnovamento, i credenti si preparano a celebrare con personale partecipazione ed intensa gioia il mistero pasquale della morte e risurrezione del Signore, mistero da cui scaturisce la salvezza del mondo.

4. L’odierna mia visita a questa vostra parrocchia assume, alla luce di quanto sopra dicevo, il significato di una tappa importante all’interno dell’itinerario quaresimale che state percorrendo. Vi confermi il Signore nella fede; vi sostenga nell’impegno ad affrontare con costanza e coraggio le necessità numerose ed urgenti della vostra comunità parrocchiale; vi incoraggi a proseguire con generosità e dedizione nelle nuove e tradizionali iniziative apostoliche e pastorali.

La molteplicità dei doni e dei carismi, che la vostra comunità possiede e in qualche modo manifesta anche nella numerosa partecipazione a questa Eucaristia, diventi sempre più un prezioso tesoro a cui tutti possono attingere.

Carissimi Fratelli e Sorelle, mi congratulo con voi per i restauri della Chiesa e delle strutture parrocchiali, che hanno comportato non pochi sacrifici da parte di tutti voi. Sia la Chiesa fatta di pietre il segno visibile della comunità che vive, opera e prega in essa. La sua ristrutturazione stimoli un autentico rinnovamento della famiglia cristiana, che in essa si raccoglie e loda il Signore.

I credenti, ciascuno secondo le proprie capacità e responsabilità, sono chiamati ad essere le cellule vive dell’unico Corpo di Cristo. Sappiate perciò essere realmente un’unica realtà, un unico organismo, un’unica Chiesa. Questo la comunità parrocchiale deve compiere con le altre comunità, con la Chiesa di Roma, con tutte le Chiese sorelle dell’Occidente, dell’Oriente, con i nostri fratelli nella fede, i nostri fratelli Ortodossi: abbiamo qui oggi un ospite della Romania. Così si diffonde questa forza dello Spirito Santo che ci unisce per far di noi un edificio spirituale, una Chiesa. Ci unisce come coloro che hanno sete della giustizia, sete della carità, sete dell’unità. Ci unisce in questa sete, per calmare questa sete, se noi siamo con Lui nell’amore fraterno.

5. Nei suoi trent’anni di vita, la parrocchia del Santissimo Sacramento è diventata sempre più un punto di riferimento spirituale vivo e significativo per la gente di questo vostro popoloso quartiere. Ne ha condiviso le difficoltà e le speranze, crescendo insieme ed insieme operando per la costruzione di una società serena e fraterna.

Ora è tempo di nuova e coraggiosa evangelizzazione che aiuti innanzitutto i credenti a riscoprire le radici evangeliche della loro storia e della loro cultura. Il Sinodo diocesano, che si sta ormai avviando verso la sua fase conclusiva, ha bisogno del contributo di tutti i cristiani. Ha bisogno del peculiare apporto anche della vostra parrocchia, chiamata ad assumersi un ruolo primario nell’impegno ecclesiale della nuova evangelizzazione. Possa essa diventare un sempre più dinamico centro propulsore dell’annuncio evangelico ed offrire una credibile testimonianza del messaggio salvifico per gli uomini del nostro tempo. Voi ben sapete dove attingere luce e forza per così impegnativa missione. Ben sapete che la parrocchia del Santissimo Sacramento, porta in sé un tesoro, che è la forza principale dell’evangelizzazione: il Santissimo Sacramento, fonte di ogni evangelizzazione.

6. L’Eucaristia, afferma il Concilio Vaticano II, è “fonte e culmine di tutta l’evangelizzazione” (Presbyterorum ordinis, 5). La vostra comunità dunque, dedicata al Santissimo Sacramento, è chiamata a testimoniare, in modo speciale, il rispetto e l’amore al Sacramento del Corpo e Sangue del Signore. In questo vi sarà di aiuto e di sprone l’impegno della Adorazione eucaristica quotidiana, che oggi vi assumete comunitariamente.

L’iniziativa dell’adorazione e della preghiera, che oggi prende avvio nella vostra parrocchia, vi accompagni ogni giorno dell’anno. Raccolga e presenti al Signore le ansie e le sofferenze, le fatiche ed i dolori, le gioie e le speranze di quanti incontrate sul vostro cammino. Tutta la vita diventi un’unica offerta al Padre in unione con il sacrificio del Redentore. E l’Eucaristia sarà il vero sostegno del vostro sforzo evangelizzatore, il centro di ogni vostro progetto pastorale e missionario.

7. Carissimi Fratelli e Sorelle, mentre vi ringrazio per la vostra accoglienza, vi saluto tutti con affetto. Saluto innanzitutto il Cardinale Vicario, Camillo Ruini, il Vescovo ausiliare del Settore, Monsignor Giuseppe Mani, il vostro Parroco, don Roberto De Odorico, ed i Sacerdoti che collaborano nella cura pastorale della parrocchia. Saluto, poi, le numerose Comunità religiose ed i vari gruppi ecclesiali presenti nel territorio parrocchiale. Rivolgo un pensiero particolarmente cordiale agli ammalati, agli anziani, ai fanciulli e ai giovani. Penso alle famiglie, cellule vitali di ogni Comunità ecclesiale e, in questo mese nel quale si celebra la festa di S. Giuseppe, le affido alla speciale protezione del “Custode fedele del Redentore”.

A tutti voi, fedeli della Parrocchia del Santissimo Sacramento, rinnovo l’augurio a crescere nella comunione e nella solidarietà, alimentandovi alla sorgente della verità e dell’amore, Cristo, nel Sacramento dell’Eucaristia.

Sostenuti dal vigore spirituale, proveniente dalla comunione al Corpo e Sangue del Signore, potrete lavorare insieme per edificare la Chiesa viva, costituita di pietre vive, cioè di autentici credenti.

Affido i vostri propositi di bene alla materna protezione di Maria, che qui venerate col significativo titolo di “Madonna del Perdono”. Ottenga Ella dal Signore quel perdono che è segno del suo amore infinito e che dà la forza per perdonare ed amare a nostra volta i nostri fratelli.

8. “L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5, 5).

Questa verità fondamentale della Rivelazione ci è stata ripresentata ancora una volta quest’oggi dalle parole dell’apostolo Paolo. Poggia su di essa la speranza che non delude.

“Signore, tu sei veramente il salvatore del mondo: dammi dell’acqua viva, perché non abbia più sete” (Canto al vangelo).

Il tuo Corpo e il tuo Sangue, o Signore, ci custodiscano per la vita eterna. Amen!



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