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MESSA ESEQUIALE PER I FUNERALI DEL CARDINALE SEBASTIANO BAGGIO

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Martedì, 23 marzo 1993

 

1. “Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso da cielo... per fare la volontà di Colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di Colui che mi ha mandato, che non perda nulla di quanto Egli mi ha dato...” (Gv 6, 37-40). Le parole di Gesù, riportate dall’evangelista Giovanni, Signori Cardinali e carissimi Fratelli e Sorelle, sono per noi di grande conforto, perché ci danno la certezza della salvezza eterna di coloro che muoiono in Cristo. Il Cardinale Sebastiano Baggio ci ha lasciati e noi lo pensiamo nella luce e nella pace dell’Altissimo, perché la volontà di Dio è che nessuno vada perduto di coloro che hanno amato e servito Cristo per tutta la vita. Ogni tanto, nello svolgimento talvolta quasi frenetico delle molteplici occupazioni che la vita moderna e le esigenze della Chiesa attuale impongono, la Provvidenza ci ferma davanti alla salma di un nostro Confratello e ci fa riflettere: “Non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura” (Eb 13, 14), ammonisce l’Autore della Lettera agli Ebrei; e ancora soggiunge: “È stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio” (Eb 9, 27). San Paolo nella Lettera ai Corinzi così commenta: “Tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, in bene e in male” (2 Cor 5, 6.10). Oggi è la cara persona del Cardinale Baggio a ricordarci l’austera e severa lezione della Parola di Dio, che è per noi anche messaggio di consolante certezza. Offrendo in suo suffragio la Santa Messa esequiale, ricordiamo come egli si sia distinto nei tanti incarichi avuti per la competenza ed ansia ecclesiale, con cui ha svolto le mansioni a lui affidate nel suo lungo ed appassionato servizio della Santa Sede.

2. Dando uno sguardo sintetico alla vita del compianto Porporato, si rimane impressionati alla constatazione del vasto lavoro da Lui svolto in svariati campi, tutti di grande importanza e di notevole delicatezza. Egli è stato indubbiamente un’insigne personalità ecclesiale. Nato a Rosà, in Diocesi di Vicenza, il 16 maggio 1913, dopo aver conseguito la maturità classica, entrò nel Seminario di Vicenza, dove compì gli studi di filosofia e di teologia. Inviato a Roma per seguire i corsi della Pontificia Università Gregoriana, fu ordinato sacerdote e si laureò in Diritto Canonico. Nel 1938 iniziò il diretto servizio alla Santa Sede, svolgendo il suo lavoro nelle Nunziature di El Salvador, della Bolivia, del Venezuela, della Colombia, dove, in qualità di Incaricato di Affari, curò tra l’altro l’organizzazione, a Calì, del Congresso Eucaristico dei Paesi Latinoamericani. Nel periodo di attività presso la Segreteria di Stato (1946-1948) e poi come Sostituto della Congregazione Concistoriale (1950-1953), come già durante la permanenza nei Paesi dell’America Latina, Egli svolse sempre un intenso lavoro pastorale, esercitando il ministero nella parrocchia di Casal Bertone, dedicandosi all’assistenza dei bambini di Villa Nazaret, assumendo la responsabilità di Assistente Generale dell’ASCI (Associazione Scautistica Italiana). Nel 1953 Pio XII lo nominò Nunzio apostolico in Cile, ove rimase per sei anni, affiancando l’Episcopato cileno nella promozione di varie iniziative pastorali, specialmente in aiuto alle popolazioni più bisognose. Nel 1959 fu nominato Delegato apostolico in Canada, dove visitò tutte le Diocesi, curando in modo speciale l’assistenza agli immigrati portoghesi e italiani; nel 1964 divenne Nunzio apostolico in Brasile e in questa immensa Nazione svolse un’attività intensa, promuovendo l’erezione di diciassette nuove Diocesi e visitando le zone più povere e disagiate e aiutando in ogni modo i missionari. Nel concistoro del 1969 Paolo VI lo creava Cardinale, nominandolo poi Arcivescovo di Cagliari e quattro anni dopo designandolo Prefetto della Congregazione per i Vescovi. Il Cardinale Baggio iniziava così un nuovo periodo di vita e di responsabilità a Roma, in un Dicastero di somma importanza per la Chiesa, unendo inoltre nella sua persona gli incarichi di Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina e della Commissione per la Pastorale delle Migrazioni e del Turismo. Ricordiamo anche che egli è stato “Patrono” del Sovrano Militare Ordine di Malta e, per alcuni anni, Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano. Era pure “Camerlengo di Santa Romana Chiesa” e Sotto-Decano del Collegio Cardinalizio, oltre che Membro di diverse Congregazioni Romane. In tutti gli incarichi diede prova di profonda competenza e di alta dignità, di vasta cultura e di grande equilibrio. La sua è stata, dunque, una vita veramente intensa, caratterizzata da preziosi servizi ecclesiali, per i quali ora giustamente noi esprimiamo apprezzamento e riconoscenza.

3. Che cosa dice in questo momento a noi, qui raccolti in preghiera e in meditazione, il nostro amato Fratello Cardinale, che ci ha lasciati? L’aver servito la Chiesa per tutta la sua vita, in tanti Paesi diversi e in svariate mansioni, sempre con assoluta dedizione e totale generosità, dev’essere per noi uno stimolo a credere con fede sempre più ferma in Gesù Cristo, il Verbo Incarnato, e ad amare con sempre più convinto impegno la Chiesa, da Lui voluta e fondata per il magistero autentico e perenne della Verità, per il ministero che salva e santifica e per la guida del Popolo di Dio, “Corpo Mistico di Cristo”, chiamato a vivere eternamente nella comunione beatificante della vita trinitaria. Nella storia dell’umanità, sempre turbata da sconvolgimenti e da burrasche, la Chiesa rimane, quale faro di luce e porto di salvezza. Anche se, inserita com’è nelle umane vicende, può esserne talvolta influenzata e scossa, la Chiesa sempre si riprende e si rinnova: divina è infatti la sua origine e la sua missione! “Non sia turbato il vostro cuore – diceva Gesù agli Apostoli –. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me!” (Gv 14, 1). Ed aggiungeva: “Questa è la vita eterna: che conoscano Te, unico vero Dio e colui che hai mandato, Gesù Cristo” (Gv 17, 3). E questo sembra volerci ripetere il Cardinale Baggio, ora che ha compiuto il suo cammino terreno ed è entrato nel gaudio del Signore. Durante la sua lunga vita, ricca di incontri e di esperienze, il nostro Fratello Cardinale vide crescere la zizzania, ma anche il buon grano. Egli ora tutti esorta ad essere buon grano, a spargere a larga mano il seme genuino della verità e della bontà e, nel limite del possibile, secondo gli arcani disegni della Provvidenza, ad impegnarci a trasformare la zizzania in grano buono! Testimone della stabilità inconcussa della Chiesa e ministro al servizio della Verità e della Pace cristiana, il Cardinale Baggio, che durante la sua vita conobbe persone di ogni estrazione sociale ed avvicinò culture fra loro tanto diverse, vuole anche insegnarci l’amabilità e la comprensione nei rapporti col prossimo. Indubbiamente il male deve essere condannato e combattuto, e l’errore deve essere individuato e corretto; ma il modo per farlo dev’essere sempre delicato e rispettoso, nella convinzione che ciascuno porta il suo dolore, il suo mistero, la sua ansia di fronte alla morte e all’aldilà. Proprio il fatto che ogni persona cammina inesorabilmente verso il supremo distacco deve colmare l’animo di attenzione, di carità, di pazienza, di fraternità. Ci deve costantemente guidare l’esempio di Cristo, che, pur così esigente nelle sue richieste, diceva alle folle e lo ripete tuttora: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi e io vi ristorerò... Imparate da me, che sono mite e umile di cuore e troverete ristoro per le vostre anime!” (Mt 11, 28).

4. Nel porgere l’estremo saluto al Cardinale Baggio, il pensiero va alla Visita pastorale compiuta alla sua diocesi di Vicenza nel settembre 1991 e al Rosario recitato la sera del sabato sul piazzale del Santuario di Monte Berico.

Eravamo saliti insieme al Santo Monte della Madonna con la corona in mano e colà meditammo su Maria modello di carità, immagine della Chiesa, esempio di obbedienza e di amore alla volontà del Padre, e invocammo con trepida ansia: “Maria, monstra Te esse Matrem!”.

Con queste stesse parole affidiamo ora alla Vergine Santa l’anima del Cardinale Sebastiano Baggio, mentre per Lui offriamo il Sacrificio della Messa.

Rimanga in noi indelebile il suo ricordo e il suo insegnamento! Voglia il Signore presto accoglierlo nel gaudio eterno!

 

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