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VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA ROMANA
DI SANTA MADDALENA DI CANOSSA

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Borgata Ottavia - III Domenica di Pasqua, 21 aprile 1996

 

1. "Surrexit Dominus vere, alleluia": "Il Signore è veramente risorto, alleluia" (Liturgia delle Ore, vol. II, Invitatorio del Tempo pasquale).

In questa breve formula di fede la liturgia riassume il contenuto dell’evento pasquale. Le letture dell’odierna domenica ci conducono a rivisitare ancora una volta la morte e la risurrezione del Signore e, allo stesso tempo, mostrano il valore redentivo del sacrificio di Cristo per l’intera umanità. Guidati dalla liturgia della Parola, siamo invitati ad approfondire il mistero della Pasqua di Cristo.

"Haec est dies, quam fecit Dominus": "Questo è il giorno che ha fatto il Signore" ( Sal 117, 24 ). Il Vangelo secondo san Luca ci conduce sulla via di Emmaus, alla sera del giorno di Pasqua. E, dunque, "ipsa die": "in quello stesso giorno". Cristo era risorto la mattina di quel giorno.

I due discepoli, però, che si trovano in cammino da Gerusalemme ad Emmaus, ancora non ne sono a conoscenza. Anzi, ciò che hanno riferito alcune donne al riguardo sembra non costituire per loro un argomento sufficiente per credere alla risurrezione di Gesù. Eppure, come ricorda l’Evangelista, essi ammettono che "alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma Lui non l’hanno visto" ( Lc 24, 24 ). Si trova in queste parole un’analogia con l’iniziale incredulità di Tommaso: se non vedrò, non crederò (cf. Gv 20, 25 ).

2.

A questo punto del racconto di Luca il misterioso personaggio, che si era unito ai due discepoli durante il cammino (ed era lo stesso Gesù, ma essi non lo avevano riconosciuto), di propria iniziativa svolge una magnifica catechesi sulla Risurrezione. Richiama l’Antico Testamento, cominciando da Mosè e, attraverso i vari profeti, spiega ciò che "in tutte le Scritture . . . si riferiva a Lui" ( Lc 24, 27 ). Si lascia poi persuadere e si ferma con loro: "Resta con noi . . . il giorno già volge al declino" ( Lc 24, 29 ). Allo spezzare del pane lo riconobbero, "ma Lui sparì dalla loro vista" ( Lc 24, 31 ).

E subito, senza indugio, i due discepoli fanno ritorno a Gerusalemme, dove la loro fede pasquale viene confermata dal lieto annuncio degli Apostoli: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone" ( Lc 24,34 ). Davvero il racconto dei discepoli di Emmaus è un capolavoro letterario e, contemporaneamente, una profonda catechesi sul mistero della Pasqua.

3.

"Il Signore . . . è apparso a Simone".

Nelle letture di questa terza Domenica di Pasqua Simon Pietro è in primo piano. Lo ascoltiamo mentre, il giorno di Pentecoste, parla alla folla radunata dopo la discesa dello Spirito Santo.

Conosciamo bene questo primo messaggio pasquale di Pietro, ma vale la pena ascoltarlo ancora una volta: Dio - egli dice - ha confermato la missione di Gesù di Nazaret prima "per mezzo di miracoli, prodigi e segni" e, in seguito, in modo definitivo risuscitandolo, "sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere" ( At 2, 22-24 ).

Pietro, come Cristo sulla via di Emmaus, si richiama qui all’Antico Testamento e, più concretamente, a Davide, riportando le parole proclamate nell’odierno Salmo responsoriale: "Anche il mio corpo riposa al sicuro, perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione. Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza" ( Sal 15, 9-11 ).

Come non scoprire in tali parole lo stesso contenuto di quel "Surrexit Dominus vere...", che abbiamo ricordato all’inizio?

4.

Carissimi Fratelli e Sorelle della Parrocchia di Santa Maddalena di Canossa! Sono lieto di essere oggi finalmente in mezzo a voi per celebrare, nel gioioso clima pasquale, il "Giorno del Signore" in questa vostra bella chiesa. Il rito della dedicazione, presieduto dal Cardinale Vicario, si è svolto il 24 marzo scorso, quando io stesso avrei desiderato essere tra voi. Oggi mi è concessa l’opportunità di ringraziare tutta la Famiglia Canossiana, in particolare le care Suore Canossiane, per il dono che hanno fatto alla Chiesa di Roma di questo splendido edificio sacro. Esso mi venne offerto fin dal 2 ottobre 1988, quando ebbi la gioia di canonizzare la vostra Patrona. Questa chiesa ha perciò la peculiare vocazione di ricordare ad ogni fedele della nostra Diocesi il grande amore per Iddio e per i fratelli che ebbero Maddalena di Canossa e la sua figlia spirituale Giuseppina Bakita. Esse vollero camminare accanto ad ogni persona, scoprendo e sperimentando insieme la cura che Dio ha per ciascuno ed annunciando a tutti l’autentico volto del Padre celeste, buono e misericordioso.

Grazie, carissimi Fratelli e Sorelle, per la vostra presenza e per la vostra cordiale accoglienza. Vi saluto tutti con affetto. Saluto in particolare il Cardinale Vicario, il Vescovo Ausiliare del Settore, il Parroco, Padre Antonio Gentilin, ed i Padri Canossiani che collaborano nel ministero parrocchiale. Rivolgo poi un riconoscente pensiero alle Suore Canossiane, sempre disponibili al servizio della Comunità, ed alle Suore Ancelle dell’Incarnazione, che curano la clinica di lunga degenza "Salus Infirmorum". Saluto, inoltre, gli aderenti ai gruppi ed alle associazioni della parrocchia, come pure quanti collaborano, in vario modo, alle attività formative, caritative e missionarie della vostra Comunità parrocchiale.

5.

A voi, carissimi Fratelli e Sorelle di questa zona, mi rivolgo con le parole dell’apostolo Pietro, riportate negli Atti degli Apostoli: "Gesù Dio l’ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni" ( At 2, 32 ). L’affermazione: "noi tutti ne siamo testimoni" costituisca per voi come, del resto, per ogni cristiano di Roma il programma di vita, soprattutto ora che la diocesi si appresta ad iniziare la grande missione cittadina. È urgente essere testimoni del Risorto con coraggio e coerenza; è dovere di ogni credente estendere oltre le strette mura delle nostre Comunità parrocchiali il messaggio evangelico per raggiungere ogni uomo e ogni donna che vive nella Città.

Molti e noti sono i problemi e le sfide del tempo presente. Guardando alla situazione di questo quartiere, voi vi rendete conto di quanto sia vasto il campo d’azione apostolica. La vostra Parrocchia è attiva e me ne compiaccio. Fate sì che il tessuto sociale costituito dalle famiglie che compongono il quartiere rimanga sano e sia portatore di valori morali e religiosi, valori sui quali è necessario fondare la pastorale dell’intera vostra Comunità. Coinvolgete, in stretta collaborazione con i sacerdoti, tutte le forze vive della Parrocchia, che è giovane ma già ben organizzata, in un capillare annuncio del Vangelo rivolto a tutte le categorie sociali.

Alle famiglie di recente costituzione, che rappresentano la gran parte della vostra Comunità, raccomando di essere evangelizzatrici dei nuovi nuclei familiari. Famiglie cristiane, aiutate i giovani che si preparano al matrimonio, e quanti hanno da poco formato una famiglia, a vivere un’autentica esperienza di amore cristiano secondo il Vangelo! Date l’esempio di coppie stabili e fedeli, fondate sul vincolo indissolubile del matrimonio cristiano ed aperte all’accoglienza della vita.

E voi tutti, fedeli di questa Comunità parrocchiale, retta dalla Congregazione Canossiana, per suo specifico carisma missionaria, abbiate una forte passione per la diffusione del Vangelo nel mondo. Siate accoglienti verso coloro che cercano, a volte perfino inconsapevolmente, la verità di Cristo, ed hanno bisogno di incontrare autentici annunciatori e testimoni del Risorto.

6.

È ancora l’apostolo Pietro che esorta ciascuno di noi, come fece nei confronti della prima generazione dei cristiani, ad essere testimoni del mistero pasquale: "Voi sapete che... foste liberati... con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia. Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma si è manifestato negli ultimi tempi per voi. E voi per opera sua credete in Dio, che l’ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria e così la vostra fede e la vostra speranza sono fisse in Dio" ( 1 Pt 1, 18-21 ).

È nella risurrezione di Cristo che l’opera della redenzione raggiunge la sua pienezza.

Carissimi Fratelli e Sorelle, questo lieto annunzio dobbiamo recarlo a tutti non solo a parole, ma con la vita; è messaggio di speranza e di amore che deve permeare tutti gli ambienti e le persone. In questa impegnativa missione, che è di ogni battezzato, vi sostenga l’esempio di Maddalena di Canossa, di Giuseppina Bakita e di tanti fratelli e sorelle che hanno tradotto in generose scelte di vita la loro fede nel Risorto.

Vi aiuti soprattutto Maria, Madre del Cristo risorto e modello di ogni credente. Insieme con i discepoli di Emmaus invochiamo il Risorto:

Resta con noi, Signore!
Resta con noi in questo lieto giorno,
resta con noi per sempre.
Non arde forse il nostro cuore,
mentre ci accompagni nel nostro cammino
ed illumini per noi il senso delle Scritture?
Resta con noi, Signore!

Amen! Alleluia!  

 

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