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MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
A MONSIGNOR FIORENZO ANGELINI
ARCIVESCOVO TITOLARE DI MESSENE

 

Al venerato fratello Fiorenzo Angelini
Arcivescovo titolare di Messene.

Ho appreso con piacere che i membri dell’Associazione Medici Cattolici Italiani converranno prossimamente a Firenze, per approfondire un tema centrale della loro attività professionale: la qualità della medicina per la qualità della vita. Tale obiettivo ben s’inquadra nelle finalità del sodalizio, che si avvia a celebrare i cinquant’anni di vita, durante i quali ha sempre cercato di testimoniare quei valori umani e cristiani che devono illuminare, nell’ambito della scienza e della pratica medica, la ricerca e le sue applicazioni a salvaguardia della salute ed a tutela del diritto alla vita.

Di siffatto impegno sono lieto di dare atto all’Associazione, non senza sottolineare l’attenzione costantemente rivolta alla difesa, in particolare, di alcuni principi irrinunciabili di ordine etico, in atteggiamento di rigorosa fedeltà al Magistero della Chiesa.

La recente canonizzazione del medico Giuseppe Moscati e l’imminente beatificazione di Nicolò Stenone, il quale proprio a Firenze offrì alla società ed alla Chiesa il tesoro delle sue scoperte e l’esempio delle sue virtù pastorali, attestano il fruttuoso incontro tra scienza e fede in un campo come quello della medicina, che si propone di corrispondere alla “domanda di salute e di vita” che sale dall’umanità. Il richiamo delle loro figure deve ravvivare in tutti gli aderenti all’Associazione il senso della responsabilità che è propria di chi, già professandosi medico cattolico, si impegna a rendere una qualificata testimonianza a Cristo nell’università, nell’ospedale, nella libera professione, sempre a servizio della vita da promuovere, da difendere, da riabilitare.

Nel dedicarsi alla cura del corpo, il medico cattolico non può né deve ignorare i problemi dello spirito, giacché destinatario della sua opera è l’uomo nella sua interezza. Il suo “ministero”, pertanto, dovrà essere compiuto non solo con perizia scientifica e professionale, ma anche con personale partecipazione alle situazioni concrete del singolo paziente. Ciò suppone, tra l’altro, una formazione cristiana permanente, che lo farà apparire come autentico difensore e promotore della vita umana.

Nell’affidare a lei, venerato fratello, il compito di recare il mio saluto ai dirigenti nazionali e diocesani e a tutti i componenti della benemerita Associazione, invoco sui lavori del congresso, come anche sui propositi e sulle iniziative che ne scaturiranno, la divina assistenza, ed invio a tutti, mediatrice la Vergine “Salus infirmorum”, la benedizione apostolica.

Dal Vaticano, il 14 ottobre dell’anno 1988, decimo di Pontificato.

GIOVANNI PAOLO II

 

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