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MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
A SUA BEATITUDINE NASRALLAH PIERRE SFEIR,
PRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA DEI PATRIARCHI
E VESCOVI CATTOLICI DEL LIBANO

 

A sua beatitudine Nasrallah Pierre Sfeir
presidente dell’assemblea dei Patriarchi
e Vescovi cattolici del Libano.

Nell’anniversario dell’indipendenza nazionale, commemorato dal popolo libanese nella sofferenza, desidero rivolgermi a vostra beatitudine e, per suo tramite, a tutti i cari figli e figlie del Libano.

Voglio ripeterle quanto le sono vicino, dividendo le sue ansie e la sua viva speranza che il suo caro Paese sia preservato da prove ancora più drammatiche. Tale inquietudine e tali speranze sono come riacutizzate da un anniversario che dovrebbe essere occasione di liete celebrazioni.

La situazione del Libano è, in realtà, diventata estremamente, e forse drammaticamente preoccupante. La mancata realizzazione di avvenimenti importanti, da me personalmente ricordati auspicandone lo svolgimento nella legalità e senza pressioni esterne, è stata purtroppo causa di ulteriori problemi e nuovi pericoli. Numerosi osservatori considerano gravemente minacciati i diritti del Libano all’unità e integrità territoriale, alla sovranità e indipendenza.

Innalzo a Dio onnipotente una fervente e fiduciosa preghiera, perché non permetta che simili diritti, incontestabili per il bene di qualunque nazione, vengano rifiutati al Libano.

Resto ancora fermamente convinto che in tutte le famiglie spirituali del suo Paese esistono, insieme a una profonda speranza, un’ardente volontà e sufficiente coraggio per ricercare prima di tutto la salvezza della patria e il bene di tutti i Libanesi. Per questo gli uni e gli altri cercheranno di evitare atteggiamenti intransigenti o decisioni dalle conseguenze irreparabili, al fine di riscoprire la loro identità nazionale e ricostruire il loro Paese nella libertà e nella dignità.

Nello stesso tempo non credo che questa convinzione e questa fiducia verso i libanesi siano venute meno in coloro che, negli ambienti internazionali, vogliono essere amici del Libano e i difensori dei diritti fondamentali dei popoli. Ad essi rinnovo il mio pressante appello, perché continuino ad aiutare generosamente e lealmente i libanesi in questo momento difficile.

Beatitudine, ribadisco il mio incoraggiamento a continuare la sua azione positiva per favorire la comprensione e l’intesa. Con lei, con tutti i membri della gerarchia cristiana del Paese, con tutti i suoi compatrioti, invoco la protezione di Dio onnipotente e misericordioso sul caro Libano.

Dal Vaticano, 22 novembre 1988.

IOANNES PAULUS PP. II

 

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