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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
A MADRE GLORIA LETICIA RAMÍREZ GODOY,
SUPERIORA GENERALE DELLE RELIGIOSE DEL VERBO INCARNATO

 

Alla Reverenda Madre
Gloria Leticia RAMÍREZ GODOY
Superiora Generale
delle Religiose del Verbo Incarnato
 

Il quarto centenario della nascita di Jeanne Chézard de Matel, fondatrice delle Religiose del Verbo Incarnato, offre alla diocesi di Lione, sua città di origine, e alla vostra Congregazione l’occasione di ricordare questa grande figura del sei cento francese. In un’epoca particolarmente travagliata, Jeanne Chézard de Matel seppe volgersi a Dio e vivere in piena comunione con Lui. La preghiera, attraverso la quale Dio parlava al suo cuore, occupava infatti il posto principale nella sua vita quotidiana. Ella attingeva dalla contemplazione del mistero della Passione, in cui Cristo ci rivela il suo amore per l’umanità, la forza per annunciare il Vangelo. Per questa ragione non si stancava mai di meditare la Sacra Scrittura, regola suprema della fede della Chiesa ed essenza di ogni vita apostolica e di ogni riflessione teologica (cf. Concilio Ecumenico Vaticano II, Dei Verbum, 21; 24). Jeanne Chézard de Matel viveva in un certo senso l’ideale del cristiano così come a suo tempo era stato presentato da San Francesco di Sales: “E noi, trovandoci attraverso la meditazione alla presenza del Salvatore e osservando le sue parole, le sue azioni e i suoi sentimenti, impariamo, per mezzo della sua grazia, a parlare, agire e volere come Lui” (Introduzione alla vita devota, 2, 1). Ella fece esperienza del fatto che conformarsi alla volontà di Dio non ostacola affatto né la nostra libertà di uomini né le nostre azioni, mentre, invece, le indirizza per far produrre loro copiosi frutti.

Le Religiose del Verbo Incarnato non abbiano paura a lasciarsi guidare da Cristo! Egli mostrerà loro la via della felicità. Le sorelle della Congregazione e, in generale, tutti i discepoli del Signore devono impegnarsi secondo questo spirito. Le condizioni attuali sono certamente diverse da quelle conosciute da Jeanne Chézard de Matel, ma vita spirituale e dono di sé continuano a essere necessari per comunicare al mondo la vita del Signore.

Gli uomini del nostro tempo hanno quanto mai bisogno della vita religiosa. Questa insegna che l’amore per Cristo e per i propri fratelli, vissuto nella radicalità dei consigli evangelici, può colmare un’esistenza e affrancare dalle insidie del mondo d’oggi, ricordandoci che dobbiamo non solo costruire la città terrestre, ma anche tenere lo sguardo fisso al Regno che verrà e in cui troveranno compimento le nostre più intime aspirazioni.

La devozione delle Religiose del Verbo Incarnato ai misteri dell’Incarnazione e della Passione del Salvatore le prepara a numerose missioni in seno alla Chiesa. Innanzitutto permette loro di essere vicine ai più poveri, prediletti da Dio e fratelli del Signore (cf. San Gregorio di Nissa, Sull’amore per i poveri), e a quanti, soprattutto negli ultimi anni della loro vita, patiscono sofferenze fisiche. La familiarità con il Verbo di Dio porta inoltre le Religiose del Verbo Incarnato a rivolgersi ai giovani, oggi quanto mai desiderosi di scoprire Colui che solo dona un senso all’esistenza e apre alla speranza. Le figlie spirituali di Jeanne Chézard de Matel devono avere a cuore l’annuncio, in primo luogo ai giovani, della Buona Novella attraverso la testimonianza di una vita conforme ai misteri divini e attraverso tutti i mezzi oggi a loro disposizione: la catechesi, le società bibliche, i gruppi giovanili, l’animazione liturgica e l’alfabetizzazione.

Gli uomini e le donne che fedelmente pregano ogni giorno, in particolare i religiosi e le religiose, possono insegnare a pregare agli uomini dei nostri tempi, rendendoli capaci di sviluppare la loro vita spirituale e rispondere così alla vocazione del loro battesimo. Infatti, “quando un cristiano prega, continua e completa la preghiera che Gesù fece sulla terra” (San Giovanni Eudes, Vita e Regno di Gesù, 2, 2) e riceve lo spirito Santo, diventando apostolo.

Possano le Religiose del Verbo Incarnato, nei compiti chiamate a svolgere, essere come vasi nelle mani del vasaio (cf. Ger 18, 1-6)! Così, lasciandosi guidare dallo Spirito, saranno sempre pronte a rispondere ai pressanti appelli rivolti loro dalla Chiesa perché Cristo sia meglio conosciuto e amato.

Nella gioia di questo quarto centenario, desidero invocare lo Spirito Santo su tutte le Religiose del Verbo Incarnato, perché offra loro l’occasione di fare esperienza di un sincero rinnovamento interiore e di un nuovo afflato missionario, per vivere sempre più intensamente secondo i carismi costitutivi della Congregazione. Desidero esprimere loro la fiducia e la gratitudine della Chiesa per il loro operato, in particolare nel campo dell’evangelizzazione. Nell’invocare su loro l’intercessione della Madre di Dio, desidero affidarle a Cristo, vero Dio e vero uomo, e accordo loro la mia Benedizione apostolica, unitamente a quanti beneficiano delle loro missioni e a quanti partecipano alle celebrazioni anniversarie.

Dal Vaticano, 18 ottobre 1995.  

IOANNES PAULUS PP. II

 

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