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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
A MONSIGNOR FRANCESCO SAVERIO TOPPI,
PRELATO DI POMPEI, PER IL CENTENARIO
DELLE SUORE DOMENICANE DEL SANTO ROSARIO

 

Al diletto Fratello
Mons. FRANCESCO SAVERIO TOPPI, O.F.M. Capp.
Prelato di Pompei

Stanno per compiersi i cento anni da quando il Beato Bartolo Longo dette inizio alla Congregazione delle Suore Domenicane del Santo Rosario di Pompei e la Comunità religiosa si appresta a commemorare, tra l’esultanza della popolazione della Prelatura e dei devoti del Santuario, il felice giubileo della propria fondazione.

L’importanza di quell’inizio, da cui sarebbe venuto così significativo impulso alle opere educative, assistenziali e sociali sorte attorno al Santuario, merita di essere ricordata, a conforto di tutte le Suore che costì operano e ad incoraggiamento per i devoti della Madonna di Pompei, Regina delle Vittorie.

Sono lieto pertanto di rivolgere a Lei, venerato Fratello, alla Superiora Generale dell’Istituto, alle suore ed ai numerosi giovani e fanciulli ospiti delle molteplici opere educative e formative operanti all’ombra del Santuario, il mio beneaugurante saluto, sempre memore dell’accoglienza calorosa riservatami in occasione della Visita Pastorale del 21 ottobre 1979. Mi unisco al comune rendimento di grazie al Signore per i tanti doni spirituali che nella Famiglia religiosa si sono riversati e per la fioritura di bene sviluppatasi dapprima nell’ambito del Santuario di Pompei, e poi in altre località d’Italia e del mondo.

Per l’iniziativa ed il fervore di Bartolo Longo, Pompei irradia oggi un’intensa opera di evangelizzazione, che attira al Vangelo molte anime, desiderose di pace interiore e di riconciliazione con Dio mediante i sacramenti e la preghiera.

A tale “miracolo” della grazia cooperano le Suore del Santo Rosario, che Bartolo Longo volle associare alla Famiglia religiosa di San Domenico, non solo perché l’Ordine dei Frati Predicatori ha diffuso fin dagli inizi la devozione del Santo Rosario, ma anche perché tra le sue caratteristiche ha quella di unire la vita contemplativa all’attiva, traendo dalla meditazione dei misteri rivelati nella vita di Cristo incentivi sempre rinnovati alle attività caritative a servizio del prossimo.

Per natura sua la preghiera del Rosario - “una delle più eccellenti ed efficaci preghiere in comune, che ogni famiglia cristiana è invitata a recitare” (Paolo VI, Marialis cultus, 54) - consente ai religiosi come ai laici, nei conventi e nelle chiese, nel lavoro e nelle case, di ripercorrere e rivivere la memoria degli eventi della vita di Cristo.

Attorno a questa preghiera, adatta alla vita contemplativa e nello stesso tempo a quella attiva, il Fondatore delle Suore del Santo Rosario di Pompei ha voluto organizzare la missione specifica della Comunità. Le suore sono chiamate ad essere, come Maria, costantemente impegnate a conservare e meditare nel loro cuore le cose che riguardano Gesù (cf. Lc 2, 51), mentre curano la crescita e la maturazione umana e cristiana dei numerosi giovani, ragazzi e fanciulle, affidati alle loro cure pedagogiche e materne.

Auspico, pertanto, che codesta Comunità continui a coltivare e diffondere sempre più la preghiera del Rosario, intensificando l’unione con la Vergine, la quale ben sa indicare, a chi La invoca la via sicura e facile che conduce a Gesù ed al compimento della volontà del Padre. L’esempio del Beato Bartolo Longo sostenga inoltre i propositi e gli sforzi delle Religiose dell’Istituto nella diffusione del Vangelo tra il popolo, soprattutto tra gli umili ed i poveri.

Con tali voti imparto a Lei, venerato Fratello, alla Madre Generale delle Suore Domenicane del Santo Rosario di Pompei, ai sacerdoti e diaconi, come pure ai fedeli della Prelatura, una speciale Benedizione Apostolica, che volentieri estendo ai giovani ospiti delle Opere sociali annesse al Santuario.

Dal Vaticano, il 5 ottobre 1996.

IOANNES PAULUS PP. II

 

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