Index   Back Top Print

[ IT ]

MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL XII CONGRESSO INTERNAZIONALE
MARIOLOGICO A CZESTOCHOWA (18-20 AGOSTO 1996)

 

1. "Accostiamoci alla Sposa di Dio, accostiamoci alla sua Madre, accostiamoci alla sua fedelissima Serva. Maria Santissima è tutto questo" (Beato Elred, Sermone 20). Accogliamo con gioia quest’esortazione del Beato Elred. Alla soglia del terzo millennio, infatti, vogliamo avvicinarci in modo particolare alla Madre di Dio per apprendere da Lei quell’atteggiamento di abbandono che rende l’uomo capace di una profondissima penetrazione nel mistero della salvezza e permette di usufruire nel modo più completo dei suoi frutti. Agli albori della storia della Chiesa, gli Apostoli "erano assidui e concordi nella preghiera, insieme (. . . ) con Maria, la madre di Gesù" (At 1 14), attendendo la discesa dello Spirito Santo che diede inizio all’evangelizzazione di tutte le nazioni. Sul loro esempio desideriamo oggi rimanere accanto a Maria, pregando insieme perché si rinnovi in noi lo Spirito di Dio, per poter entrare nel nuovo millennio come testimoni del Vangelo.

Su questo cammino di avvicinamento alla Madre di Dio, acquista una particolare importanza l’opera intrapresa nell’arco di questo secolo dalle generazioni di teologi, pastori e fedeli nei Congressi Internazionali Mariologici e Mariani. Essi, infatti, diventano occasione non solo per lo scambio del pensiero teologico e per l’approfondimento della coscienza del ruolo di Maria nei disegni salvifici di Dio, ma anche per la condivisione della testimonianza della fede e per ravvivare la devozione mariana nello spirito di una tradizione plurisecolare della Chiesa. Anche il XII Congresso Internazionale Mariologico di quest’anno ha riunito a Jasna Gora voi, giunti da tutto il mondo, per inserirvi in questa corrente plurigenerazionale di riflessione ed esprimere la vostra convinzione che Maria ha un posto particolare nella storia della salvezza, nella vita della Chiesa e di ogni credente. Mi unisco a voi con tutto il cuore e chiedo a Dio la luce dello Spirito Santo per tutti gli Organizzatori del Congresso e per i Partecipanti. Prego affinché questo tempo di studio e di preghiera porti beati frutti per voi e per la Chiesa intera.

2. Maria, Mater Domini, in mysterio salutis quod ab Orientis et Occidentis Ecclesiis in Spiritu Sancto hodie celebratur. Il tema del Congresso di quest’anno riguarda numerosi misteri che potrebbero da soli costituire un apposito tema di ricerche teologiche. Sembra, tuttavia, giusto uno studium che comprenda contemporaneamente tutti questi elementi, poiché essi costituiscono un insieme che provvede uno sfondo armonioso per la presentazione della persona di Maria nel contesto degli eterni disegni di Dio.

Ci presentiamo dunque davanti a Colei a cui l’antica Tradizione cristiana conferì il titolo di Madre di Dio - Theotokos, confermato con una solenne dichiarazione del Concilio di Efeso. Questo titolo definisce, forse nel modo più perfetto, il suo posto nella storia della salvezza. "La beata Vergine, - come afferma il Concilio Vaticano II - insieme con l’incarnazione del Verbo divino predestinata fin dall’eternità quale Madre di Dio, per disposizione della Divina Provvidenza fu su questa terra l’alma madre del divino Redentore, compagna generosa del tutto eccezionale, e umile ancella del Signore. Col concepire Cristo, generarlo, nutrirlo, presentarlo al Padre nel tempio, soffrire col Figlio suo morente in croce, cooperò in modo tutto speciale all’opera del Salvatore, coll’obbedienza, la fede, la speranza e l’ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime" ( Lumen Gentium, 61). Proprio come Mater Domini, Maria merita l’onore che nulla toglie a quello dovuto al suo Figlio, ma perfino in qualche modo lo rispecchia e lo conferma. Come scrive il Beato Elred: "Dobbiamo onorarla perché è la Madre del nostro Signore. Colui, infatti, che non onora la madre, senza dubbio, offende il figlio" ( Sermone 20).

3. L’amore di Dio le ha assegnato nella storia questo ruolo particolare. Sin dall’inizio, quasi contemporaneamente alla rivelazione del piano divino della salvezza che doveva essere operata dal Messia, seguiva la manifestazione del disegno divino riguardante colei che Egli aveva scelto come Madre del suo Figlio. Già ai primordi della storia umana, dopo la caduta dei progenitori, quando Dio diede a Eva la promessa di una discendenza che avrebbe sconfitto definitivamente il Maligno, essa divenne la figura di Maria "nuova Eva" - come la chiameranno i Padri della Chiesa (cf. CCC 411; 489). La missione vetero-testamentaria di molte sante donne assegnata ad esse dalla Divina Provvidenza, fu l’annunzio della missione, unica nel suo genere, che avrebbe compiuto Maria. Anche tramite i Profeti Dio preparava il suo popolo all’incontro con Colei che - come dice il Concilio - "primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da Lui la salvezza. E infine con Lei, eccelsa Figlia di Sion, dopo la lunga attesa della promessa, si compiono e si instaura una nuova Economia" (Lumen Gentium, 55; cf. CCC 488-511). Allora Dio, mediante l’invio dell’Arcangelo Gabriele rivelò il suo disegno alla Vergine Maria, affidando alla sua libera decisione la realizzazione del suo eterno piano. Nell’obbedienza della fede e della carità pronunciò il suo "sì", esprimendo con ciò stesso "loco totius humanae naturae" - come dice S. Tommaso d’Aquino (Sth, III,30,1) - il desiderio di collaborazione e di partecipazione al mistero della salvezza. Dio la preparò e la rese capace di accettare e di compiere la missione della divina maternità, elargendole la pienezza della sua grazia (cf. >Lc 1, 28). Già all’istante del suo concepimento, in virtù dei futuri meriti di Cristo, venne redenta dalla macchia del peccato originale, il che fu confermato in modo solenne dal Papa Pio IX con la bolla Ineffabilis Deus.

La Vergine di Nazaret diede alla luce il Figlio di Dio e l’accompagnò fedelmente e con perseveranza su tutte le vie del suo cammino terreno. L’intera sua vita, donata totalmente a Dio, a Cristo e agli uomini, ai quali Gesù portava la buona novella della venuta del regno di Dio fu un’incessante offerta d’amore, che trovò il suo compimento mentre Maria, sotto la croce, soffriva insieme a suo Figlio che operava la salvezza. È dunque giusto da parte della Chiesa di attribuirle il titolo di Avvocata, di Ausiliatrice ed anche di Mediatrice. "Il che però va inteso in modo, che nulla detragga o aggiunga alla dignità e all’efficacia di Cristo, unico Mediatore" ( Lumen Gentium, 62; cf. Redemptoris Mater, 22-23). Maria come prima tra gli uomini, partecipa pienamente ai frutti della salvezza. Assunta in cielo con anima e corpo, al fianco del suo Figlio, ha parte alla gloria del Padre. Mediante ciò è per la Chiesa in cammino il segno e la conferma della sua speranza.

4. Guardare Maria come colei alla quale Dio, nel suo piano salvifico, ha dato un ruolo particolare di Madre del suo Figlio, è la comune esperienza della fede delle Chiese dell’Occidente e dell’Oriente. Nello spazio dei secoli tale esperienza si esprimeva sia nella tradizione liturgica come nella devozione popolare, portando beati frutti nei cuori dei fedeli. È bene dunque che già il tema stesso del Congresso di quest’anno indichi chiaramente questo carattere ecumenico della riflessione mariologica. Bisogna ammettere che anche prima, nei programmi dei Congressi veniva prevista una parte ecumenica. Questa volta, tuttavia, gli Organizzatori desideravano, che tutto il Congresso fosse pervaso da uno spirito ecumenico. Ciò sembra essere favorito dal fatto che il Congresso si svolge in Polonia. È, infatti, vero che per la situazione geografica, la tradizione religiosa di questa Nazione unisce in sé gli elementi della spiritualità sia dell’Occidente, che dell’Oriente cristiani. Ciò riguarda anche quell’esperienza di fede, relativa alla Madre di Dio. Il suo frutto è una viva devozione mariana, che ci permette di rinnovare con gioia la donazione personale e comunitaria a Colei che i nostri Padri accolsero come loro Signora e regina.

5. In questo spirito di somma venerazione e dedizione alla Madre di Dio, e, per sua intercessione a Cristo, mi unisco a tutti i Partecipanti al Congresso riuniti a Jasna Gora, domandando tutte le grazie necessarie per il mondo di oggi. E soprattutto prego per ottenere quell’aiuto particolare di cui ha bisogno la Chiesa, per compiere, nella grazia divina il ventesimo secolo della sua salvifica missione ed entrare con fiducia nel terzo millennio. A tutti voi, Partecipanti del Congresso Internazionale Mariologico, rivolgo ancora una volta l’esortazione: studiate profondamente i fondamenti teologici del culto mariano, contribuendo con ciò stesso ad un arricchimento della fede e della devozione, affinché aumenti la gloria di colei che, nella sua innocenza, ebbe il coraggio di cantare: "D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata" (Lc 1, 48).

Di cuore benedico tutti.

Da Castel Gandolfo, 15 agosto 1996, solennità dell'Assunzione di Maria Vergine al cielo.

 

IOANNES PAULUS PP. II



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana