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Pakistan, Filippine I, Guam (Stati Uniti II), Giappone, Anchorage (Stati Uniti II)
16-27 febbraio 1981

DISCORSO DI CONGEDO ALL'AEROPORTO DI KARACHI (PAKISTAN)
DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II

16 febbraio 1981

 

Signor Presidente, 
Cari amici

1. Oggi, mentre inizio un nuovo itinerario pastorale, sono lieto che la mia prima sosta lungo il cammino sia stata in Pakistan. È bello essere qui con voi, ed è stata una gioia poter adorare il Dio Vivente insieme ai miei fratelli e alle mie sorelle appartenenti alla Chiesa cattolica, che vivono in questo paese. 

Questo viaggio pastorale come i precedenti che ho fatto, ha un carattere essenzialmente religioso. Come supremo Pastore della Chiesa cattolica, desidero incontrarmi con i membri delle comunità cristiane locali di tutto il mondo, per comprendere meglio loro e le loro necessità, per meglio apprezzare i loro doni specifici, le loro energie, e soprattutto per incoraggiarli nella pratica della fede cristiana. 

2. Sono lieto che questi viaggi mi consentano anche di incontrarmi con membri di fedi diverse, e di arrivare ad apprezzare la ricca eredità culturale di altri popoli e nazioni. È una soddisfazione scoprire quali sono le preoccupazioni comuni condivise da tutti gli uomini e le donne di buona volontà: preoccupazioni, per esempio, per la dimensione spirituale della persona umana, per la libertà e la dignità di ogni uomo, donna e bambino, per la vera giustizia ed una pace duratura. 

3. È assai gratificante testimoniare quanto si siano rafforzati negli ultimi anni i legami che uniscono tutti coloro che credono in Dio. Mi riferisco in particolar modo ai legami di dialogo e di fiducia che sono stati stabiliti fra la Chiesa cattolica e l’Islam. Grazie al dialogo abbiamo avuto modo di vedere più chiaramente la molteplicità dei valori, delle pratiche e degli insegnamenti, che riguardano entrambe le nostre tradizioni religiose: per esempio la nostra comune fede nell’unico onnipotente e misericordioso Dio e Creatore del cielo e della terra, e l’importanza che noi diamo alla preghiera, all’elemosina e al digiuno.Prego affinché questa mutua comprensione e rispetto fra Cristiani e Musulmani, e anche fra tutte le altre religioni, possano continuare ed accrescersi, e affinché noi possiamo trovare possibilità di cooperazione e di collaborazione sempre migliori per il bene di tutti. 

Ed ora, prima della partenza, permettetemi di esprimere la mia gratitudine a tutti voi, che mi avete riservato un così gentile benvenuto. A Vostra Eccellenza, Signor Presidente, al Governo ed ai funzionari civili che hanno garantito l’ordine nel corso della mia visita, va il mio grande apprezzamento. Desidero inoltre ringraziare tutti coloro che hanno lavorato con tanta diligenza nell’organizzazione e preparazione necessaria per questo giorno. Possa Dio ricompensarvi per la vostra generosità. Benedica voi e le vostre famiglie con la gioia e con la pace. 

Caro popolo del Pakistan, rivolgiamo il nostro pensiero alla bontà e alla misericordia di Dio, con le parole del salmista: “Acclamate al Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia, presentatevi a lui con esultanza” (Sal 101,1-2). 

 

 

 



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