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Pakistan, Filippine I, Guam (Stati Uniti II), Giappone, Anchorage (Stati Uniti II)
16-27 febbraio 1981

DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II 
AL POPOLO GIAPPONESE, 
AL CLERO E AI LAICI CATTOLICI

 

Cattedrale di Tokyo, 23 febbraio 1981 

 

È una gioia per me metter piede su questo suolo del Giappone. È davvero un’ora di grande esultanza quella che vivo giungendo in questa terra ospitale, dove madre natura ha prodotto meraviglie di incomparabile bellezza che parlano a tutto il mondo della gloria del Creatore. Soprattutto mi dà immenso piacere essere in mezzo ai Giapponesi stessi, nel loro paese che ha generato una venerabile cultura che abbraccia molti secoli. 

Vengo in Giappone come pellegrino di pace, portando un messaggio di amicizia e rispetto per voi tutti. Desidero comunicare la mia stima e il mio amore per ogni uomo, donna e bambino in quest’arcipelago. Inoltre, in uno spirito di gratitudine, spero restituire la visita che migliaia di Giapponesi hanno fatto a me e ai miei predecessori a Roma, incominciando da Gregorio XIII nel 1585. 

Nel corso degli anni, innumerevoli cittadini di questo paese ci hanno onorati con la loro presenza. Molti Giapponesi sono venuti in Vaticano per parlare dei loro valori religiosi, per mostrare la loro arte e per esprimere i loro cordiali auguri. Per tutto questo porgo oggi rinnovati ringraziamenti. 

In cambio esprimo a tutto il popolo di questa nobile nazione il mio desiderio per il suo benessere e la sua pace. In particolare, i miei rispettosi saluti vanno a Sua Maestà Imperiale e alla Famiglia Imperiale. Dichiaro la mia gratitudine alle autorità del Governo, che hanno facilitato la mia visita in tanti modi. 

Con gradito anticipo saluto tutti i membri delle diverse religioni del Giappone. Per i molti contatti già avuti in Vaticano, mi sento vicino a voi in amicizia. Mentre desidero vivamente incontrare molte diverse categorie di persone durante la mia visita, porgo i miei cordiali auguri alla gioventù del Giappone, che deve riportare le speranze per un mondo migliore, in cui l’efficace protezione della dignità di ogni essere umano sarà la misura del progresso e la garanzia della pace. 

Ed ora, permettetemi di dire una parola alla comunità Cattolica di questa terra. Sono grato ai Vescovi che mi hanno invitato e a tutti i fedeli che hanno così devotamente preparato la mia venuta. Con profondo fraterno affetto saluto i miei fratelli e sorelle Cattolici che lavorano insieme con gli altri loro fratelli Giapponesi in piena libertà di coscienza e di religione. Inoltre, essendo buoni cittadini, essi sono una parte importante e molto amata della comunità universale della Chiesa Cattolica. Rendo omaggio alla loro fede religiosa che per generazioni è stata espressa in buone opere ed è stata autenticata dalla straordinaria testimonianza di eroici martiri. Fra questi martiri includete quei Giapponesi che sono stati appena beatificati a Manila e che oggi rendono onore a tutto il Giappone e sono acclamati in tutto il mondo. Per voi, fedeli Cattolici del Giappone, offro la fervente preghiera con le parole di San Paolo, che “la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Fil 4,7). 

E poiché la mia visita incomincia oggi a Tokyo, una visita che mi porterà a Hiroshima e a Nagasaki, il mio grande desiderio è di assicurare ognuno di quelli che incontrerò dei miei sentimenti come fratello ed amico, dei miei sentimenti di amore e di pace. Possa l’Altissimo Iddio effondere sul Giappone le sue più elette benedizioni! 

 

 

 



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