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VISITA PASTORALE A BOLOGNA E IN EMILIA ROMAGNA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE AUTORITÀ CIVILI PRESSO PORTA SARAGOZZA

Domenica, 18 aprile 1982

 

Signor Sindaco,
signor Ministro,
carissimi fratelli e sorelle di Bologna e dell’Emilia-Romagna.

La mia visita a Bologna è iniziata felicemente e con cuore presago davanti all’Immagine della beata Vergine di san Luca, venerata da secoli come patrona principale della Città e dell’Arcidiocesi, e che dal suo Colle della Guardia ha sempre esercitato una speciale protezione quale “Praesidium et decus civitatis”, consolatrice nelle pubbliche calamità e stella di speranza, intrecciando così in maniera mirabile la sua arcana assistenza con la storia dei bolognesi.

Ed ora, disceso da quel mistico Colle, è con la più viva emozione che vengo ad incontrare la solenne metropoli felsinea dove pulsa la vita degli uomini, dove la presente generazione continua il cammino verso futuri traguardi di una città illustre, celebrata nel mondo per la sua antica Università, radicata nella fede cristiana, sempre aperta alle frementi vibrazioni della libertà, maestra dell’antico diritto.

Mi piace ricordare il noto detto medioevale: “Legum Bononia mater - Petrus ubique pater”, che individuava la vocazione della Città in quei secoli, indicandola maestra di legge per la società umana, figlia devota di san Pietro e della Sede Apostolica per il rispetto, il culto e la messa in opera dei valori religiosi, considerati fondamento e garanzia di un equilibrato convivere civile.

Nella prospettiva di questo legame con la Cattedra di Pietro, perdurante anche attraverso le vicende storiche più tormentose, non posso tralasciare di menzionare che la diocesi di Bologna ha dato alla Chiesa ben sette Pontefici, dei quali ricorderò soltanto Gregorio XIII, celebre per la sua riforma del Calendario, di cui ricorre quest’anno il IV Centenario; e Benedetto XIV, Prospero Lambertini, già Arcivescovo di Bologna, figura emblematica del suo magistero giuridico e gloria della Chiesa universale.

A voi, cari bolognesi e cittadini dell’Emilia-Romagna, eredi di una tradizione tanto gloriosa, rivolgo il mio cordiale e beneaugurante saluto, mentre vi esprimo la gioia profonda di questo incontro che ho raccomandato alla Vergine di san Luca, affidandole i miei voti e le mie speranze per il felice avvenire di questa amata Città, e di tutte le vostre illustri città, per la prosperità e la pace delle vostre persone e delle vostre famiglie.

A lei, signor Sindaco, va il mio sincero e grato apprezzamento per le nobili parole di benvenuto che ha voluto porgermi, interpretando, col calore e la proverbiale schiettezza emiliana, i sentimenti dell’intera cittadinanza. Con lei, ringrazio l’onorevole signor Ministro, qualificato portavoce della cortesia e del senso di ospitalità che animano il Governo italiano, in occasione di ogni mia visita. Desidero esprimere il mio deferente saluto anche ai Membri del Consiglio Comunale ed a tutte le Autorità civili e militari della Regione e della Provincia per la rispettosa e gentile accoglienza.

2. Città di studi e di industrie, di Convegni culturali e di iniziative commerciali, Bologna ha attinto in questi decenni del dopoguerra un grande sviluppo socio-economico.

L’adattabilità e l’intraprendenza dei lavoratori ed operatori economici ha consentito di superare spesso i motivi di crisi. Il suo centro storico, introduce in una atmosfera che richiama la gloria dei secoli trascorsi. Tuttavia, un clima tanto intenso di iniziative e carico di vicende illustri, rischia di essere soffocato da una crescita che non tenga conto di ogni più profonda dimensione della realtà umana, e quindi non sufficientemente difesa di fronte a fenomeni di emarginazione e di squilibrio, collegati, come altrove, con un certo sviluppo tecnologico ed economico della società.

Di fronte a questi pericoli emergenti all’orizzonte ed in parte presenti, si profila urgente la costruzione di una società che corrisponda interamente alle esigenze essenziali della dignità della persona umana, colta nei suoi valori trascendenti. Nel mistero del Verbo Incarnato, del Dio fatto uomo, morto e risorto per l’uomo, trova vera luce la realtà dell’uomo stesso, perché “Cristo, rivelando il mistero del Padre e del suo amore, svela anche pienamente l’uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione” (Gaudium et Spes, 22). L’intera verità sull’uomo, il positivo assecondamento delle sue aspirazioni ideali altissime di creatura intelligente e libera, chiamata a trascendere le realtà terrene, devono orientare le scelte di ogni giorno.

Ogni ambiguità e compromesso, ogni interpretazione parziale della realtà dell’uomo comporta, a lungo termine, conseguenze assai negative in ogni aspetto e settore della vita sociale. Ed a proposito di una tale visione integrale, consentitemi di ripetere per voi una esortazione già rivolta all’inizio del mio pontificato: “Non abbiate paura di accogliere Cristo. . .; alla sua salvatrice potestà aprite i confini della vostra Città, della vostra regione, i vostri sistemi economici, e politici, i campi della cultura, della civiltà, dello sviluppo. Cristo sa «cosa è dentro l’uomo». «Solo lui lo sa!»” (cf. Insegnamenti di Giovanni Paolo II, I [1978] 38).

Permettendo a Cristo di parlare all’uomo, di svelargli la verità su se stesso, la soluzione dei problemi quotidiani e concreti, posti dalla convivenza sociale, non solo verrà illuminata e potenziata, ma sarà ispirata e permeata da una luce, da una vita, da un afflato di bontà, per cui i rapporti sociali, invece che esasperati in visioni prettamente politiche, si intrecceranno in sereno e pacato confronto sul fondamentale riconoscimento della dignità dell’uomo.

Se non ci si lascia guidare nell’attività sociale e politica dalla positiva interpretazione della dignità etica e religiosa dell’uomo, coltivata e favorita da secoli di storia cristiana, si potranno elaborare soluzioni parziali e tecniche dei singoli problemi, ma si rischia purtroppo di non raggiungere una convivenza civile più umana e fraterna.

Ignorare od ostacolare l’incremento dei valori religiosi negli individui e nelle famiglie non è rendere un servizio alla dignità dell’intera persona umana, le cui esigenze perenni trascendono ogni situazione storica e richiedono di essere soddisfatte in ogni luogo e tempo.

Esiste una verità intera sull’uomo, con relative implicanze etico-morali, che va ricercata, serenamente delineata, nobilmente perseguita.

Che il risveglio di tale responsabile coscienza infonda nuove energie a quanti operano per il bene di questa gloriosa e nobilissima Città, vertice di una Regione italiana di glorioso passato e di un presente quanto mai operoso.

Cari bolognesi, in armonia con le vostre antiche tradizioni religiose, nello spirito di una civiltà cristianamente ispirata, coltivate quei valori morali e religiosi che sono alla base di ogni ordinata società civile.

Invocando su tutti la continua protezione di Dio onnipotente ed il patrocinio della Vergine di san Luca, auspico prosperità materiale e spirituale per le vostre persone, le vostre famiglie e la vostra comunità civica, mentre vi accompagno con pensiero benedicente lungo i quotidiani sentieri del vostro impegno umano e cristiano. 

                                       



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