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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
PER LA PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA
«THE VATICAN COLLECTION - THE PAPACY AND ART»

Giovedì, 29 aprile 1982

 

Cari amici,

È mio grande piacere salutare voi tutti questa mattina e ringraziarvi per il profondo interesse che dimostrate per i Musei Vaticani. Siete infatti diventati devoti amici e attivi sostenitori in un importante aspetto dell’attività culturale finalizzata al servizio dell’uomo. Attraverso il vostro sforzo per promuovere il patrimonio artistico conservato in Vaticano, date un’eloquente testimonianza della vostra stima per l’arte e per il suo ruolo nell’innalzare lo spirito umano alla fonte non generata di tutta la bellezza.

Nel suo costante sforzo di non trascurare la dimensione spirituale della natura umana, e di spronare il mondo ad alzare lo sguardo verso Dio - il Disegnatore e Creatore dell’universo - la Santa Sede apprezza la vostra devota collaborazione con i Musei Vaticani nel loro sforzo di comunicare al maggior numero possibile di persone tutti i benefici culturali dell’eredità artistica di cui sono custodi.

In particolare, sono felice che il nostro incontro oggi coincida con l’annuncio ufficiale della Mostra Vaticana negli Stati Uniti, intitolata “The Vatican Collection - The Papacy and Art”. Questo evento senza precedenti, promosso dal Cardinale Cooke in seguito alla mia visita negli Stati Uniti, ha subito trovato la pronta e generosa collaborazione di molte distinte persone, molte delle quali sono qui oggi. Questa importante iniziativa, organizzata unitamente dai Musei Vaticani e dal Metropolitan Museum of Art di New York, in collaborazione con l’Art Institute di Chicago e il Fine Arts Museum di San Francisco, ha anche ricevuto l’entusiasta accoglienza delle Arcidiocesi di New York, Chicago e San Francisco. Queste tre Arcidiocesi sono tutte degnamente rappresentate qui, e nel caso di San Francisco dal Vescovo Ordinario stesso, Arcivescovo Quinn. La mia speciale gratitudine va a tutti i rappresentanti dei musei coinvolti e soprattutto ai direttori dei suddetti.

In sintonia con lo scopo stesso della mostra, le opere d’arte cominceranno a raccontare la lunga e interessante relazione fra il Papato e l’arte attraverso i secoli. Soprattutto, queste opere d’arte daranno un contributo alla formazione degli uomini e delle donne d’oggi. Parleranno di storia, della condizione umana nella sua universale sfida, e degli sforzi dello spirito umano per raggiungere la bellezza da cui è attratto. E, si! Queste opere d’arte parleranno di Dio, perché parlano dell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio; e in molti modi faranno rivolgere la nostra attenzione a Dio stesso.

E così la storia della Chiesa si ripete: la sua stima per l’arte e la cultura si rinnova in questo momento e in questa generazione come in passato. Tutto ciò perché, come ho affermato nella mia prima Enciclica: “Il compito fondamentale della Chiesa di tutte le epoche e, in modo particolare, della nostra, è di dirigere lo sguardo dell’uomo, di indirizzare la coscienza e l’esperienza di tutta l’umanità verso il mistero di Cristo . . .” (Giovanni Paolo II, Redemptor Hominis, 10).

Attraverso di voi, cari amici, estendo la mia gratitudine a tutti coloro che vi assistono in questa missione di servizio - uno splendido servizio reso attraverso l’arte. Prego che il vostro entusiasmo vi sostenga ed ispiri gli altri, e che Dio benedica questo progetto e tutte le vostre altre degne attività. E possano la pace e la gioia del Signore riempire i vostri cuori e le vostre case oggi e sempre. Grazie ancora una volta.

                                                   



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