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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN NIGERIA, BENIN
GABON E GUINEA EQUATORIALE

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI SACERDOTI E AI SEMINARISTI NIGERIANI

Enugu (Nigeria), 13 febbraio 1982


Cari fratelli sacerdoti,
miei cari seminaristi.

“La pace di Cristo regni nei vostri cuori” (Col 3,15).

Sono particolarmente felice d’incontrare, oggi, voi sacerdoti e seminaristi della Nigeria. Voi siete chiamati ad essere i cooperatori immediati dei vostri Vescovi. Da voi, in gran parte, dipende il lavoro di evangelizzazione in questa terra. Permettetemi di condividere con voi alcuni pensieri sul sacro ministero del sacerdozio.

1. Il sacerdote è inviato da Cristo e la sua Chiesa a proclamare il Vangelo di salvezza, soprattutto nella celebrazione dell’Eucaristia. Il sacerdote è ordinato per offrire il sacrificio della Messa, e rinnovare così il Mistero Pasquale di nostro Signore Gesù Cristo. Come ministro di Cristo, il sacerdote è chiamato a santificare il Popolo di Dio, con la parola e i sacramenti. Condivide la sollecitudine pastorale del Buon Pastore, che è spesso espressa nella preghiera per il gregge. Come sacerdoti, voi ed io siamo chiamati a predicare e ad insegnare la Parola di Dio con chiarezza, viva fede e impegno personale, con ortodossia e amore. Siamo tutti chiamati a radunare il Popolo di Dio, a costruire il Corpo della Chiesa.

In conformità alla volontà di Cristo, il sacerdote svolge il suo apostolato sotto la guida del suo Vescovo e in unione con i suoi fratelli sacerdoti.

2. La vostra giovane Chiesa in Nigeria è piena di vita e di vigore. Con vero dinamismo di apostoli i vostri sacerdoti missionari hanno posto solide fondamenta tramite la preghiera, la diligenza, la castità e la dedizione nella carità. I sacerdoti e i Vescovi locali hanno assunto l’impegno della missione e l’hanno consolidata. In questo momento avete tante iniziative avanzate per far sì che la Chiesa si senta sempre più incarnata nella vostra cultura.

Io mi congratulo con voi per l’armonia con la quale i sacerdoti diocesani della Nigeria, i sacerdoti missionari e i sacerdoti degli Ordini religiosi collaborano per promuovere il Regno di Cristo.

3. Capisco benissimo che molti di voi sono eccessivamente oberati di lavoro. Alcuni di voi, parroci, hanno diecimila Cattolici da servire; altri forse ne hanno molti di più. Ci possono essere quindici villaggi per un solo sacerdote. La maggior parte di voi celebrano due o tre sante Messe ogni domenica in luoghi distanti, insegnano la dottrina cristiana e danno la benedizione Eucaristica.

Il vostro popolo si affolla al sacramento della Riconciliazione. Voi adempite questo ministero con pazienza e amore. Mi è noto che in alcuni luoghi i sacerdoti delle parrocchie contigue si uniscono in uno sforzo comune per rendere questo sacramento più efficace ed accessibile. Fate questo andando in gruppi di dieci o venti nelle vostre parrocchie vicine durante i tempi forti di Confessione come Natale e Pasqua.

Questo, miei cari fratelli nel sacerdozio, è un modo meraviglioso di compiere la volontà di Cristo nel servire il suo popolo. Voi date così ai vostri parrocchiani una buona scelta di confessori e offrite una testimonianza silenziosa dell’unico sacerdozio di Cristo e della vostra fraterna solidarietà. Il Papa gioisce della vostra fedeltà a questo ministero sacramentale estremamente importante, nel quale il potere del perdono di Cristo ed il risanamento toccano i cuori umani.

4. Prestate anche molta attenzione alla preparazione dei candidati agli altri Sacramenti e alla promozione generale della catechesi. Animate e coordinate il lavoro dei catechisti, insegnanti cattolici ed altri insegnanti di religione. La vostra Conferenza Episcopale ha recentemente posto l’accento sull’importanza del catecumenato e ha emanato direttive e lettere per la giusta esecuzione dei sacramenti di iniziazione. Lodato sia Gesù Cristo, che tramite voi e i vostri catechisti continua a provvedere per l’affermazione più profonda della Chiesa nel potere della Parola di Dio.

5. Desidero esprimere la mia stima per l’apostolato di quei sacerdoti che, in collaborazione coi loro Vescovi, lavorano in centri diocesani, centri di pastorale e catechesi, seminari minori e maggiori, nei servizi sociali, nel Segretariato Cattolico in Lagos, scuole, collegi, università, nei mass media, assegnazioni di missioni fuori diocesi, in Nigeria stessa o fuori di questa, ed in altri impegni simili. Questi sacerdoti stanno servendo Cristo anche in aree importantissime. La Chiesa ha bisogno del loro particolare contributo per la sua missione pastorale; lo scopo di tutte queste attività è di evangelizzare, di comunicare Cristo.

6. Dio ha benedetto la Nigeria con tanti seminaristi minori e maggiori. Difatti il vostro Bigard Memorial Seminary in Enugu e Ikot Ekpene è uno dei più grandi del mondo. I vostri professori di seminario si sono distinti per il loro premuroso desiderio di insegnare la Parola di Dio e per il loro duro e semplice lavoro. Che il Signore ricompensi tutti coloro che – laici, religiosi, sacerdoti e Vescovi – hanno reso questo fatto possibile. Possa egli benedire la Sacra Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli che vi dà l’appoggio morale, finanziario e tecnico.

Il numero elevato dei vostri seminaristi non deve mai diventare motivo per ammettere un tipo di formazione meno esigente.

Di grandissima importanza deve essere nel seminario l’amicizia con Cristo centrata sull’Eucaristia e alimentata specialmente dalla preghiera e la meditazione della Parola di Dio. Questa amicizia con Cristo è autenticamente espressa nel sacrificio, nell’amore del prossimo, nella castità e nello zelo apostolico. Richiede inoltre fedeltà agli studi e un certo distacco dalle cose di questo mondo. C’è bisogno di un più grande numero di direttori spirituali per i vostri seminaristi. Un sacerdote assegnato a prestare servizio in un seminario dovrebbe rallegrarsi se gli venisse affidato questo compito speciale. Dovrebbe sforzarsi di presentare ai seminaristi con la parola e l’esempio gli ideali più elevati del sacerdozio. Quale grande privilegio è quello di aiutare a guidare i giovani a una maggiore conoscenza e un amore più grande di Gesù Cristo, il Buon Pastore. I seminaristi che non sono adatti per l’ordinazione dovrebbero essere consigliati con fermezza e carità di seguire un’altra vocazione.

7. Nessun sacerdote può svolgere bene il suo ministero se non vive in unione con Cristo. La sua vita, come quella di Cristo, deve essere caratterizzata da abnegazione, zelo per la diffusione del Regno di Dio, castità perfetta e illimitata carità. Tutto questo è possibile solo quando il sacerdote è una persona di preghiera e di devozione eucaristica. Pregando la Liturgia delle Ore in unione con la Chiesa, troverà forza e gioia per l’apostolato. In preghiera silenziosa davanti al santissimo Sacramento sarà costantemente rinnovato nella sua consacrazione a Gesù Cristo e confermato nel suo impegno permanente del celibato sacerdotale. Invocando Maria, la Madre di Gesù, il sacerdote sarà sostenuto nel suo generoso servizio verso tutti i fratelli e le sorelle di Cristo nel mondo. Sì, il sacerdote non deve permettere ai bisogni passeggeri dell’apostolato attivo di sopraffare la sua vita di preghiera. Non deve essere completamente occupato nel lavoro per Dio in modo da correre il pericolo di dimenticare Dio stesso. Si ricorderà che il nostro Salvatore ci ha ammoniti che senza di lui non possiamo far nulla. Senza di lui, possiamo pescare tutta la notte ma non prendere niente.

8. Nessun sacerdote può lavorare completamente da solo. Lavora con i suoi fratelli sacerdoti e sotto la guida del Vescovo, che è il loro padre, fratello, cooperatore e amico. Il sacerdote autentico manterrà l’amore e l’unità del presbiterio. Presterà rispetto ed obbedienza al suo Vescovo come ha solennemente promesso nel giorno della sua ordinazione. Il presbiterio del Vescovo con tutti i suoi sacerdoti, diocesani e religiosi, dovrebbe funzionare come una famiglia, come un gruppo apostolico segnato di gioia, comprensione reciproca e amore fraterno. Il sacerdozio esiste perché, tramite il rinnovamento del Sacrificio di Cristo, il mistero dell’amore salvifico di Cristo possa entrare nella vita del Popolo di Dio. I sacerdoti non devono dimenticarsi di aiutare i loro fratelli sacerdoti che si trovano in difficoltà: morale, spirituale, finanziaria o altra. E i sacerdoti malati e anziani devono trovare nella vostra carità fraterna sostegno e sollievo.

9. Nessuno stato di vita sfugge alle tentazioni e voi dovete cercare di identificare le vostre. Con la grazia di Dio e con uno sforzo perseverante dovete combattere per resistere a qualunque tentazione si presenti sulla vostra via: come, per esempio, la trascuratezza della disciplina, l’indolenza, l’instabilità, l’indisponibilità, la grande frequenza di viaggi o la dissipazione della energia apostolica. Fidandovi nella grazia, rigetterete le tentazioni contro il celibato tramite la vigilanza, la preghiera e la mortificazione. Rifiuterete di essere presi dall’attrazione di cose materiali e non metterete la vostra gioia nel denaro, grandi macchine, e una posizione elevata nella società. I partiti politici non sono per voi. È il campo proprio dell’apostolato laico. Voi siete piuttosto i cappellani dei laici, che negli affari politici devono assumere il loro ruolo distinto (cf. Gaudium et Spes, 43).

Per rinforzarvi contro le tentazioni è di grande importanza per ogni sacerdote il sacramento della Penitenza. Qui, noi ministri di riconciliazione, troviamo per la nostra propria vita l’efficacia corroborante e salutare di Cristo ed il suo amore clemente e misericordioso.

10. I Nigeriani amano lo studio. Questo è un bene. C’è bisogno di sacerdoti dotti che possano rispondere alle esigenze della Chiesa e della società. Ogni sacerdote dovrebbe cercare di perfezionarsi tramite lo studio personale di teologia, catechesi ed altre scienze sacre. Cercate di trovare il tempo per un tale studio frequentemente. Dopo l’ordinazione, quando si tratta di andare all’università o ad altri istituti in Nigeria oppure fuori di questa, saranno inviati alcuni sacerdoti secondo le necessità diocesane ed il progetto per il quale i Vescovi avranno la responsabilità definitiva. Non fate niente senza il vostro Vescovo, o peggio ancora contro di lui specialmente su questo punto. I sacerdoti che si trovassero in una posizione irregolare possono ora ritornare sui propri passi e trovare la pace di coscienza. Nello stesso modo resisterete contro ogni tentazione di cercare lavoro in qualche luogo senza o contro il vostro Vescovo. Condividiamo tutti in Cristo un unico sacerdozio. Cerchiamo di mantenere la sua unità ed il suo amore.

11. Il sacerdote deve essere il lievito nella comunità nigeriana di oggi. In una nazione dove tante persone sono più che preoccupate ad accumulare denaro, il sacerdote con la parola e l’esempio deve richiamare l’attenzione a valori superiori. L’uomo non vive di solo pane. Il sacerdote deve identificarsi coi poveri, così che possa portare loro il Vangelo edificante di Cristo. Ricordatevi che Gesù ha applicato queste parole a se stesso: “Lo Spirito del Signore è su di me, per questo egli mi ha unto, per annunziare la buona novella ai poveri” (Lc 4,18).

Dato che “l’evangelizzazione non sarebbe completa se non tenesse conto del reciproco appello, che si fanno continuamente il Vangelo e la vita concreta dell’uomo” (Paolo VI, Evangelii Nuntiandi, 29), il sacerdote sarà profondamente interessato a portare la luce del Vangelo e la potenza della Parola di Dio per toccare diversi problemi riguardanti la vita di famiglia, i diritti e doveri umani fondamentali, la giustizia e la pace, lo sviluppo e la liberazione, la cultura e la scienza. Si sforzerà di rendere presente Cristo e la Chiesa nel campo delle arti e della scienza, della cultura e delle professioni. Sono particolarmente lieto per la inaugurazione dell’Istituto Cattolico nell’Africa occidentale in Port Harcourt per opera dei Vescovi della Nigeria, Ghana, Sierra Leone, Liberia e Gambia, per studi ecclesiastici superiori.

I sacerdoti che lavorano nei mass-media hanno un’opportunità meravigliosa di condividere Cristo con gli altri, come fanno i direttori spirituali con i religiosi e i laici, i cappellani di tutte le organizzazioni laiche di apostolato, e i sacerdoti che reclutano vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa. A tutti voi dico: “E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel Nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre” (Col 3,17).

Carissimi sacerdoti e futuri sacerdoti della Nigeria, come Vescovo di Roma e vostro fratello sacerdote, vi benedico di cuore. Abbraccio ciascuno di voi con profondo affetto in Gesù Cristo l’Unico vostro Maestro e vostro più intimo amico, che ha amato ciascuno di voi con un amore perenne. Vi affido tutti a Maria, la Madre di Gesù, nostro supremo Sacerdote.

          



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