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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI DELLA NIGERIA
IN VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM"

14 gennaio 1982


Cari fratelli in nostro Signore Gesù Cristo.

1. Con l’aiuto di Dio, fra poche settimane avrò il privilegio di recarmi nel vostro paese e di esprimervi personalmente l’affetto e la stima che nutro per tutto il popolo nigeriano. La mia visita sarà soprattutto una visita pastorale. Verrò per proclamare il Vangelo di Gesù Cristo, nostro Signore e nostro Salvatore, e per celebrare con voi – nella fede, nella speranza e nella carità – la comunione della Chiesa cattolica. Compirò un pellegrinaggio al santuario vivente del Popolo di Dio che è la Chiesa nella vostra terra.

2. Questa visita darà a tutti noi una opportunità per fare esperienza della nostra unità in Cristo e nella Chiesa. Insieme noi potremo capire più profondamente che cosa significhi essere uniti nell’accettazione della Parola di Dio ed esprimere questa unità attraverso la preghiera, l’azione sacramentale e la sollecitudine caritativa. Noi speriamo in questo modo di manifestare la comunione ecclesiale con lo stesso fervore dei primi cristiani i quali “erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna nella frazione del pane e nelle preghiere” (At 2,42). E, davvero, prego perché la mia visita non soltanto rifletta questa comunione ma la intensifichi. Intanto la vostra visita “ad limina” di oggi anticipa e prepara quella che sarà una grande celebrazione della nostra unità. È un preludio ed una preparazione a quella visita pastorale durante la quale il Papa apparterrà in modo speciale alla Nigeria.

3. Per sua stessa natura ogni celebrazione della comunione ecclesiale è connessa alla proclamazione della Parola di Dio. È nella verità di Gesù Cristo, Verbo Incarnato di Dio, che hanno luogo tutte le nostre assemblee; è a questa verità che la nostra unità deve dare testimonianza.

Come spiega san Giovanni, la nostra comunione è legata al messaggio di verità che abbiamo udito e che proclamiamo: “La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo” (1Gv 1,3).E infatti nella sua preghiera, dopo essersi rivolto al Padre suo, Cristo implora per i suoi discepoli l’unità perfetta, dicendo: “Consacrali nella verità... Per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità” (Gv 17,17-18). Tutta la comunione ecclesiale è costruita sulla verità della Parola di Dio.

4. Il più grande desiderio del mio cuore è perciò quello di proclamare al vostro popolo quel vivificante messaggio di verità che è il Vangelo di Gesù Cristo. In questo senso tutta la mia visita pastorale deve essere vista nel contesto dell’evangelizzazione. Essa viene ad essere perciò un’ulteriore proclamazione del messaggio di salvezza che è già stato predicato ed accettato dal vostro popolo. Viene ad essere un rinnovato invito rivolto ad esso a confidare in Gesù Cristo e “a comportarsi in maniera degna della vocazione ricevuta” (Ef 4,1). Per concludere, si può dire che la mia visita è posta sotto il segno dell’evangelizzazione, al centro della quale vi è “una chiara proclamazione che, in Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, morto e risorto, la salvezza è offerta ad ogni uomo, come dono di grazia e di misericordia di Dio stesso” (Paolo VI Evangelii Nuntiandi, 27).

Intesa in questo modo, l’evangelizzazione implica la predicazione del messaggio di speranza, il portare la Buona Novella ad ogni settore della società e l’invitare individui e comunità ad un cambiamento interiore. L’evangelizzazione è la vocazione propria della Chiesa; esprime la sua identità più profonda perché assomma l’intera missione di Gesù stesso, il quale disse: “Bisogna che io annunzi il regno di Dio... per questo sono stato mandato” (Lc 4,43).

5. In unità con i Vescovi della Nigeria e con la Chiesa intera, cercherò nella mia visita di adempiere alla mia missione di evangelizzazione al servizio del Vangelo, invitando la Chiesa che è in mezzo a voi a divenire un segno e uno strumento sempre più efficaci del regno di Dio sulla terra. È attraverso l’evangelizzazione, attraverso la comunicazione della potenza del Vangelo di Cristo che le Chiese locali sono purificate e rese capaci di diventare sempre più autentiche comunità di fede in cui i poveri e i sofferenti, gli ammalati e gli handicappati, i disoccupati e i diseredati, gli orfani, le vedove e i profughi trovano amore fraterno, solidarietà ed aiuto e in cui ciascuno è “desideroso di conservare l’unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace” (Ef 4,3).

Sì, cari fratelli, desidero ardentemente di venire a trovarmi con voi ed il vostro popolo per rendere omaggio a coloro che per primi portarono a voi il messaggio evangelico e fondarono la Chiesa che è presso di voi. Desidero ardentemente celebrare insieme a voi la nostra unità sotto il segno della evangelizzazione. Tutto ciò è finalizzato alla gloria di Dio uno e trino, al quale ognuno di noi, in quella occasione, potrà indirizzare la nostra comune preghiera di esaltazione e di gioia: “Ti loderò nella grande assemblea, ti celebrerò in mezzo ad un popolo numeroso” (Sal 34 [35],18). Con il suo aiuto noi renderemo gloria a Dio tutti insieme – in Nigeria! Che la Madre di Gesù ci aiuti perché questo avvenga.

         



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