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MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI DEL GALLES
IN VISITA «AD LIMINA APOSTOLORUM»

Venerdì, 19 novembre 1982

 

Cari Fratelli nel Signore.

1. Vi do oggi il mio benvenuto, cari fratelli Vescovi che siete venuti a Roma dal Galles. Siete venuti qui per rinnovare il vostro impegno per il Vangelo, per professare la vostra fede cattolica presso le tombe degli apostoli Pietro e Paolo e per offrire di nuovo a Gesù Cristo le Chiese locali delle quali voi siete gli zelanti Pastori. Voi venite a rendere testimonianza ai secoli di storia cristiana, cultura e tradizione con i quali ho avuto il privilegio di venire personalmente in contatto durante la mia recente visita nel vostro Paese. E così la vostra visita “ad limina” di questa mattina evoca in me il ricordo della mia visita in mezzo a voi, della celebrazione del Sacrificio Eucaristico insieme a voi, dell’incontro con la vostra gioventù e con la gioventù d’Inghilterra, e dei saluti all’illustre gruppo di fratelli cristiani che mi hanno onorato della loro presenza al Castello di Cardiff. Sì, ricordo le ore trascorse insieme, servitori del Popolo di Dio, uniti in un ministero pastorale e collegiale di servizio al nostro gregge comune. Sono lieto di avere questa occasione di rinnovare il mio saluto a tutto il vostro popolo e a colui che porta il titolo illustre di Sua Altezza Reale il Principe di Galles, che io ho avuto il piacere di incontrare a Canterbury.

2. Durante la mia visita pastorale nel Galles ho avuto la possibilità di parlare alla grande Assemblea di Pontcanna Fields sulla Eucaristia. Poi, al Ninian Park, il mio ultimo discorso in Gran Bretagna è stato sul valore della preghiera. Ed oggi, a continuazione di questo tema, vorrei riflettere con voi brevemente sull’“importanza della Parola di Dio”, specialmente come essa è registrata nella Sacra Scrittura. Come ho sottolineato a Cardiff, i popoli del Galles hanno cercato, dai tempi più remoti, di esprimere il loro amore per Cristo mediante la “fedeltà alla Parola di Dio”.

3. La Parola di Dio, come ci è trasmessa dalla Chiesa e registrata nella Sacra Scrittura, è davvero un grande tesoro per i fedeli; a causa della sua suprema importanza, la Parola di Dio merita la nostra particolare attenzione. La Sacra Scrittura contiene la rivelazione di Dio; rivela il suo amore per l’umanità; rivela il Mistero pasquale redentore del Figlio suo Gesù Cristo. San Paolo spiegava a Timoteo che le Sacre Scritture hanno un intimo potere e che esse “possono istruirci per la salvezza che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù” (2 Tm 3, 15). Le parole di Gesù hanno un significato speciale per noi ed esercitano un potere particolare su di noi. Ho ricordato ai giovani di Cardiff che nella preghiera essi scoprono i segreti delle parole di Gesù: “Nella preghiera voi fate esperienza della verità che Gesù ha insegnato: «Le parole che vi ho detto sono spirito e vita» (Gv 6, 63)”. Nella preghiera tutti noi comprendiamo proprio quanto importante sia veramente la Parola di Dio per noi.

4. Oltre al valore che essa possiede in se stessa, la Parola di Dio costituisce la base permanente per ogni autentico ecumenismo. La causa dell’unità cristiana è intimamente legata alla Parola di Dio in tutta l’efficacia di quest’ultima e con tutte le sue esigenze. La comune accettazione delle Scritture è una comune accettazione del Dio che si rivela come Padre, Figlio e Spirito Santo e della Chiesa apostolica di Cristo che rende testimonianza a questa rivelazione e stabilisce la validità della sua espressione scritta. L’accettazione comune delle Scritture implica un comune impegno nella proclamazione di Colui del quale tutte le Scritture parlano: Gesù Cristo, il Figlio di Dio e Salvatore del mondo. Le Sacre Scritture, inoltre, forniscono moltissime espressioni con le quali i fratelli cristiani di molti Paesi - e spesso fratelli cristiani ed ebrei - offrono la loro lode al Padre comune nei cieli. Le parole del Salmo continuano ad invitare i figli e le figlie del Galles a rendere lode a Dio nel canto e con il loro strumento nazionale: “Acclami al Signore tutta la terra / . . . Cantate inni al Signore con l’arpa, / con l’arpa e con suono melodioso” (Sal 97 [98], 4-5). La Parola di Dio unisce i fratelli cristiani nell’instancabile sfida comune ad amare Cristo nell’ultimo dei suoi fratelli. È la comune Parola di Dio che chiede a tutti noi di costruire le strutture di tutta la società sulle fondamenta della verità e della giustizia, e del rispetto fraterno, della stima e dell’amore. È la Parola di Dio che contiene la grande sfida di tutto l’ecumenismo: la preghiera di Cristo per la perfetta unità di tutti i suoi seguaci. Nel presentarci questa sfida, la Parola di Dio ci conduce, mediante il suo potere, a lavorare e pregare con Cristo per ciò che egli tanto ardentemente desidera.

5. La Parola di Dio, è, infine, un intero programma per la Chiesa d’oggi. Nelle parole del Concilio Vaticano II: “Insieme con la sacra Tradizione, la Chiesa ha sempre considerato e considera le Divine Scritture come la regola suprema della propria fede” (Dei Verbum, 21). La Parola di Dio dà significato a tutte le attività della Chiesa; è il criterio per tutte le sue azioni, e per il suo intero programma di vita.

Proprio come la preghiera ci conduce alle Sacre Scritture, così la Scrittura nutre la preghiera. Per questa ragione non possiamo mai cessare di raccomandare la Sacra Scrittura ai nostri sacerdoti, seminaristi e laici; essa è anche al centro della vita religiosa consacrata. Degna di speciale menzione è la meravigliosa pratica raccomandata dal mio predecessore Pio XII nella sua nota enciclica “Divino Afflante Spiritu”: la lettura giornaliera della Bibbia nelle famiglie cristiane.

I benefici della meditazione e dello studio della Bibbia sono incalcolabili. Le Scritture rimangono la base per la nostra preghiera. È la potenza della Parola di Dio proclamata nello Spirito Santo che dà autorità ed eloquenza al predicatore e lo rende capace di toccare i cuori umani: “Infatti la Parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio . . .” (Eb 4, 12).

Nelle Sacre Scritture la Chiesa è in contatto con Cristo, di cui tutti gli autori sacri hanno scritto - il Cristo che diviene per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione (cf. 1 Cor 1, 30). Attraverso le pagine della Sacra Scrittura e nella loro proclamazione Gesù Cristo vive con e per il suo popolo e comunica il suo vivificante messaggio di salvezza. Al centro di tutta la Scrittura c’è la persona di Cristo, eterno Figlio di Dio, Verbo Incarnato del Padre e Figlio della Vergine Maria. Attraverso le Scritture Cristo appartiene a noi, secondo le parole di san Girolamo: “Non conoscere le Scritture vuol dire non conoscere Cristo” (S. Girolamo, In Isaiam, Prolog.).

Venerabili e cari fratelli, possa tutto il clero e il popolo del Galles, insieme a voi che siete i loro Vescovi, trovare gioia sempre nuova e consolazione per la vita quotidiana, come pure nuova forza e speranza per la loro missione ecclesiale, nel servizio della santa Parola di Dio.

Con fede profonda e amore diciamo tutti a Gesù, insieme a Pietro, nell’unità della Chiesa di Cristo: “Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6, 68). Questo è il messaggio di amore, obbedienza e zelo per la Parola di Dio che io rivolgo a tutta la Chiesa del Galles, insieme alla mia apostolica benedizione e con il mio amore in Cristo Gesù.

 

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