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VISITA PASTORALE A BRESCIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE AUTORITÀ CIVILI IN PIAZZA CESARE BATTISTI

Brescia - Domenica, 26 settembre 1982

 

Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,
signor Sindaco!

1. Ringrazio vivamente per le cortesi espressioni, con le quali, interpretando i sentimenti sia del Presidente della Repubblica Italiana e del Governo, sia dei cittadini di Brescia, hanno voluto darmi il benvenuto in questa Città, tanto illustre per le sue nobili tradizioni civiche, culturali e religiose, e per il suo costante impegno in campo sociale e in favore dell’umano progresso.

Il mio saluto e la mia gratitudine si estendono a tutti voi, cari Bresciani, che siete qui convenuti per manifestarmi il vostro caloroso omaggio, ben degno dell’alto senso di ospitalità e della schietta cordialità, propri della gente lombarda.

2. Con questa visita, com’è noto, intendo rendere onore alla memoria benedetta del caro Pontefice Paolo VI, mio predecessore e Maestro, che in seno a questa illustre Comunità è nato e cresciuto; educato da genitori esemplari, egli è stato formato qui da insigni uomini di Chiesa e di cultura ad una solida pietà religiosa ed a profonde virtù spirituali e morali, attingendo quel carattere fatto di sincerità e di operosità, di coraggio e di generosità, che è caratteristico dei figli di questa Città e che in lui si profilò con lineamenti distinti e vigorosi.

La sollecitudine illuminata e diuturna, con cui svolse il suo servizio alla Sede Apostolica ed alla Chiesa universale, trova le sue radici anche nel benefico influsso di un ambiente ricco di preziosi valori, costantemente alimentati - come egli ebbe a dire in una Udienza a voi cara - dalle “fulgide, elette e genuine tradizioni cristiane e cattoliche di Brescia: città fedele, la quale merita di essere indicata alle nuove generazioni . . . nel suo spirito, nella sua sincerità, nella sua unione a Cristo vivo e nella sua aderenza ai bisogni palpitanti del nostro mondo moderno, così sofferente ma tanto aperto al messaggio evangelico” (Insegnamenti di Paolo VI, III [1965] 131).

3. La mia visita intende anche rendere omaggio a questa Città e a questa Comunità diocesana, che si distinguono per le vicende gloriose del loro passato, per le prestigiose figure di uomini e di donne che ne hanno animato la vita civile e religiosa, con influssi benefici per l’Italia intera, ed infine per la vigile attenzione che sempre vi si è prestata ai problemi sociali, affrontati con senso vivo della giustizia e in atteggiamento di operosa dedizione al dovere.

Brescia possiede un prezioso patrimonio spirituale, culturale e sociale, che deve essere gelosamente custodito e vigorosamente incrementato, poiché esso, come nel passato, costituisce anche oggi il presupposto indispensabile per un saggio ordinamento civile e per un autentico sviluppo dell’uomo.

Le odierne, molteplici forme di malessere sociale, ricordate dal vostro Sindaco, e lo stesso triste fenomeno della violenza, che ha avuto anche in questa Città - come ha sottolineato con commossa rievocazione l’onorevole Presidente del Consiglio - un tragico olocausto di vittime innocenti, trovano il loro antidoto più efficace nei valori umani e cristiani, sui quali Brescia è stata edificata nel corso dei secoli passati. In quei valori deve cercare, pertanto, ispirazione ed orientamento la presente generazione, se vuol consegnare ai posteri una Città di cui essi possano ancora sentirsi fieri.

4. A Brescia, dunque, che nel corso dei secoli ha saputo tenere alto il proprio nome, auguro di conservare sempre la propria leale adesione “fidei et iustitiae”, come ricorda l’iscrizione scolpita sulla facciata del Palazzo Comunale. Sì, cari Bresciani, siate sempre fedeli alla fede ed alla giustizia, alla fede cristiana ed alla giustizia sociale, a queste due grandi luci che devono guidare ininterrottamente il cammino dell’uomo su questa terra.

Desideroso che la mia presenza qui costituisca un segno di speranza e sia di incitamento al bene, elevo la mia preghiera, affinché nell’animo di tutti si approfondisca il proposito di costruire un avvenire prospero ed operoso, nel rispetto dei più alti valori dello spirito. Su questi ardenti voti scendano abbondanti le benedizioni di Dio. 

                                       



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