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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI DIRIGENTI E AL PERSONALE DEI MUSEI VATICANI

Martedì, 20 dicembre 1983

 

Fratelli carissimi.

Ringrazio anzitutto Sua Eccellenza Monsignor Paul Marcinkus per le amabili parole che mi ha rivolto anche a nome di tutti, e desidero altresì esprimervi, nell’imminenza della solennità del Santo Natale e del Nuovo Anno, i miei sinceri e sentiti auguri di ogni desiderato bene nel Signore; auguri che - a motivo dell’Anno Giubilare della Redenzione, in cui la Chiesa tutta è coinvolta per una riflessione e per un impegno di riconciliazione e di conversione - acquistano nella odierna circostanza un significato particolare e anche un pressante invito a vivere con sempre rinnovato fervore le esigenze spirituali del nostro Battesimo, cioè del nostro soprannaturale inserimento in Cristo, il Dio fatto Uomo.

Intendo inoltre dirvi la mia letizia per questo incontro, da tempo desiderato e atteso da me e da voi. Rinnovo il mio cordiale saluto al direttore generale, professor Carlo Pietrangeli, ai direttori dei vari reparti, ai singoli impiegati.

A voi tutti è affidato un compito particolarmente delicato: l’incremento, la conservazione, la custodia dei Musei vaticani, di quella parte, cioè, dei Palazzi apostolici, che da alcuni secoli i miei predecessori hanno, man mano, aperto ai visitatori per dare a tutti la possibilità di contemplare alcune tra le più alte creazioni dell’arte di tutti i tempi. Per questo, voglio manifestarvi il mio grato apprezzamento per il lavoro che, con tanta dedizione e competenza, esercitate perché questo monumentale complesso sia sempre più efficiente nei suoi servizi e nelle sue strutture, più adeguato alle esigenze delle folle, che vengono a visitarlo. Ma intendo anche sottolineare l’importanza della vostra collaborazione. Per molte persone, provenienti da tutti i Continenti e appartenenti a religioni anche diverse dalla nostra, la Chiesa cattolica viene talvolta conosciuta soltanto per il tramite delle opere d’arte conservate nei Musei vaticani. Ed allora, la conservazione, la valorizzazione, il restauro di queste sale, di questi affreschi, di questi quadri, di queste statue, non contribuiscono soltanto alla fedele trasmissione di tali tesori ai posteri, ma ancor più possono rappresentare la prima occasione per un felice e significativo contatto con il messaggio cristiano, illustrato ed espresso mediante l’affascinante e suadente linguaggio dell’arte: chi non si è sentito interiormente elevato nel contemplare gli affreschi delle “Stanze” di Raffaello, o quelli delle “Storie bibliche” di Michelangelo nella volta della Cappella Sistina; o profondamente scosso nel rimirare il “Giudizio universale” dello stesso Buonarroti? Dalle pareti di questi Musei - come d’altronde da quelle delle cattedrali e dei templi cristiani sparsi per il mondo - la Chiesa continua ad adempiere uno dei suoi compiti fondamentali, che è quello della evangelizzazione.

Siate pertanto consapevoli e fieri della grande responsabilità di carattere storico, artistico e religioso, che è collegata intimamente con il vostro quotidiano lavoro, e siate sempre esemplari nella aperta e sincera professione della fede cristiana.

Con tutto il cuore benedico voi e le vostre famiglie, rinnovando l’augurio: Buon Natale!

 

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