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INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON UN PELLEGRINAGGIO PROVENIENTE DALLA NIGERIA

Venerdì, 18 febbraio 1983

 

Cari fratelli e sorelle.

sono lieto di dare il benvenuto a tutti voi che vi siete radunati questa mattina in rappresentanza dell’amato popolo della Nigeria. Desidero dare il benvenuto in modo particolare all’Arcivescovo Arinze, a tutti i miei fratelli Vescovi, a tutti i religiosi e ai rappresentanti della società civile.

Un anno fa, mi avete calorosamente accolto nel vostro Paese e mi avete onorato con infiniti gesti di ospitalità durante il mio soggiorno. Grazie all’amorevole Provvidenza di Dio Onnipotente, ho avuto la grande gioia di essere in mezzo a voi per diversi giorni, parlando con voi, pregando in unità con voi e avendo la possibilità di conoscervi meglio. Ora, nel primo anniversario della mia visita pastorale, avete compiuto il lungo viaggio fino a Roma, affinché fossimo una cosa sola nel rendere grazie a Dio nostro Padre per il meraviglioso legame che così strettamente ci unisce in Gesù Cristo. Al mio arrivo in Nigeria ho detto di essere venuto come fratello di tutti gli abitanti della vostra Nazione. Oggi vi ripeto quegli stessi sentimenti, nel desiderio di esprimervi ancora una volta il mio affetto per voi e per tutti i nigeriani.

Durante la mia visita ho parlato della gratitudine della Chiesa per la sublime testimonianza della vostra fede in Gesù Cristo che è stata dimostrata in varie circostanze della storia della vostra Nazione. Ma le conquiste del passato, per quanto sublimi esse possano essere state, non possono renderci ciechi alle sfide del presente. In ogni epoca il Vangelo dev’essere predicato nuovamente in parole ed opere. A questo proposito, sono ben conscio delle serie difficoltà che tante persone residenti nel vostro Paese hanno sperimentato in queste settimane. L’aiuto generoso proveniente da organizzazioni pubbliche e private in tutto il mondo e da molti privati cittadini ha contribuito ad alleviare le necessità più acute: moltissimo tuttavia rimane ancora da fare. Esprimo la mia più profonda sollecitudine per tutti coloro le cui vite sono state toccate da questa dolorosa situazione e prego con fervore affinché si trovi una soluzione equa ed efficace per aiutare coloro che ancora soffrono per le conseguenze di questi avvenimenti.

Miei cari fratelli, il Papa è sempre vicino a voi nei suoi pensieri e nella preghiera. È l’amore di Gesù che ci rende responsabili del benessere dei nostri fratelli e sorelle ed è la sua grazia in noi che ci rende disponibili a stendere le nostre braccia agli altri. La pace di Dio ricolmi oggi i vostri cuori e i cuori di tutti i nigeriani e voi e le vostre famiglie siate benedetti con la sua forza per la vostra vita cristiana.

 

© Copyright 1983 - Libreria Editrice Vaticana

 


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