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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN PELLEGRINAGGIO DELLA DIOCESI DI BRESCIA

Sabato, 11 giugno 1983

 

Venerati confratelli!
Carissimi fedeli di Brescia!

1. Siete venuti numerosi e ricchi di entusiasmo a Roma, per compiere il pellegrinaggio giubilare ed acquistare l’Indulgenza dell’Anno Santo; ma siete venuti anche per restituire la mia visita dello scorso settembre nella vostra amata città. Vi ringrazio sentitamente e a tutti porgo il mio affettuoso saluto, particolarmente lieto di questo incontro.

Desidero salutare in modo speciale Monsignor Luigi Morstabilini, che dopo quasi vent’anni di intenso lavoro sta per lasciare la diocesi: mentre gli rinnovo l’espressione del mio apprezzamento per l’opera svolta con costante dedizione, mi unisco a lui nel ringraziare il Signore per il bene compiuto nei lunghi anni di ministero. Al tempo stesso porgo il mio cordiale saluto ed i miei auguri a Monsignor Bruno Foresti, che da Modena è stato chiamato a reggere la ben più vasta diocesi di Brescia: auspico che il suo impegno pastorale trovi tra voi generosa corrispondenza. Saluto poi il Vescovo ausiliare, tutti i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i seminaristi, i laici responsabili nei diversi settori della vita ecclesiale. Sono lieto inoltre di esprimere il mio deferente benvenuto al Sindaco della città e a tutte le autorità civili, che furono tanto gentili e premurose durante la mia visita e resero calorosa e indimenticabile la mia giornata trascorsa a Brescia! Ma siete in particolare tutti voi, cari bresciani, che intendo abbracciare in un unico, grande saluto, col quale desidero raggiungere l’intera diocesi.

Sia ringraziato il Signore per la fede cattolica, che vi fa sentire la grandezza e l’importanza di essere uniti e fervorosi nella verità e nella carità! E sia ringraziato anche per quello storico e magnifico 26 settembre dello scorso anno, che ho vissuto con voi nella preghiera, nella meditazione, nella comunione fraterna, nella celebrazione eucaristica, per onorare la memoria di Paolo VI.

2. La vostra presenza, così numerosa e qualificata, mi spinge a riflettere brevemente con voi sulla spiritualità tipica della vostra diocesi per esortarvi ad essere sempre fedeli alle vostre radici cristiane.

Oltre a un clero fedele e generoso, Brescia ha avuto un laicato che ha vissuto la fede cristiana con profonda convinzione e sincera coerenza. Basterebbe citare al riguardo il Servo di Dio Giuseppe Tovini. Un laicato che custodì la fede come il bene maggiormente prezioso e la testimoniò con una operosa presenza nella società, dando origine a iniziative coraggiose soprattutto nel settore della scuola e dell’educazione della gioventù, alcune delle quali sono notevolmente cresciute e continuano a rendere un valido servizio alla Chiesa e alla scuola italiana.

Anche se oggi voi siete chiamati ad operare in un ambiente molto diverso, per le profonde trasformazioni che hanno caratterizzato questi anni, dovete avere lo stesso spirito di fede, lo stesso ardore apostolico, lo stesso amore alla Chiesa.

Guardando all’esempio del laicato che vi ha preceduto e che si distinse per l’impegno, ispirato dalla fede, anche nel campo sociale e politico, sappiate essere presenti nella società di oggi con entusiasmo e spirito di iniziativa, illuminati e sorretti dalla medesima fede, vissuta e manifestata coerentemente anche nella costruzione della città terrena.

Sarà necessario, per questo, impegnarsi in uno sforzo concorde di invenzione e di proposta che, indicando mete umanamente persuasive e cristianamente autentiche, sappia far presa sugli anni e sollecitare all’azione ogni persona di buona volontà. Tale sforzo suppone un’approfondita riflessione ecclesiale, capace di coinvolgere e guidare tutte le energie vive del mondo cattolico, sia quelle raccolte nelle associazioni o in altre forme organizzative, sia tutte le altre. Chi non vede quale vantaggio può derivare da un sempre più efficace coordinamento delle forze operanti sia nel campo della promozione umana che in quello più specificamente pastorale? Ne deriverà, fra l’altro, quell’incisivo sviluppo della evangelizzazione e della catechesi, che il vostro recente Sinodo diocesano ha caldamente auspicato.

3. Desidero, cari bresciani, raccomandarvi in particolare di dare alla preghiera il posto che le spetta nella vostra vita. È dalla preghiera e dal senso di Dio che ancora oggi deve prendere le mosse un laicato che anche nella sua attività professionale e nell’impegno sociale intenda essere fedele alla vocazione cristiana contenuta nel Battesimo.

Non dimenticate mai la significativa parabola del giudice distratto e della vedova insistente, narrata dal Divin Maestro, per farci comprendere “la necessità di pregare sempre, senza stancarsi” (cf. Lc 18, 1-8).

Infatti, bisogna sempre pregare, per non lasciare che l’uomo si riduca “ad una sola dimensione”, quella terrena. Pregate e vigilate per non soccombere alla tentazione della mentalità consumistica e permissiva; pregate e vigilate per poter portare proprio in questa società la luce della verità, le certezze trascendenti ed eterne, la gioia della vera speranza, l’impegno della carità coraggiosa e universale. Il mondo ha bisogno di maggiore preghiera.

Siate sempre fedeli, in particolare, alla Santa Messa festiva, e, quando è possibile, alla partecipazione quotidiana al divin Sacrificio. Più che un dovere, che obbliga gravemente in coscienza, la Messa festiva deve essere vista come un dono e un invito, a cui si prende parte con fede e letizia. Il “Giorno del Signore” abbia un posto speciale nella vostra vita.

Il pellegrinaggio giubilare che avete compiuto con tanta fede, cari bresciani, sia per voi tutti un efficace stimolo a propositi fermi di preghiera e di assiduità alla Santa Messa.

4. Concludendo questo incontro, il mio pensiero va al Santuario della Madonna delle Grazie, dove il futuro pontefice Paolo VI fin dalla sua giovinezza si raccoglieva in devota preghiera ai piedi della Vergine Santissima; li celebrò la sua Prima Messa, indossando la pianeta ricavata appositamente dall’abito nuziale di sua madre; e lì si recò a pregare anche prima di partire per il Conclave che lo avrebbe eletto Sommo Pontefice. A lei, alla Madre del cielo, affido voi, e tutta la diocesi di Brescia: continuate a pregarla con lo stesso fervore di Paolo VI; continuate ad invocare grazie abbondanti sulle vostre famiglie, sui vostri sacerdoti, sulle vocazioni ecclesiastiche e religiose, per la Chiesa intera e le sue attuali necessità! E là, nel vostro bel Santuario, pregate anche per me e per la mia missione pastorale!

Vi accompagni la mia benedizione, che volentieri estendo a tutti i fedeli della diocesi!

So che all’udienza partecipa un folto gruppo di persone qui convenute per celebrare il 95° anniversario di fondazione della rivista “Madre”. Nell’esprimere cordiale apprezzamento a quanti curano con intelligenza e amore la redazione del periodico, formo l’auspicio che esso, in sintonia con gli ideali che ne hanno ispirato l’ormai lungo cammino, si impegni ad essere sempre eco fedele della voce della coscienza illuminata dalla fede.

Estendo poi il mio saluto a tutti gli altri gruppi, di varia provenienza, che sono presenti nell’aula. Tutti assicuro del mio ricordo nella preghiera e del mio affetto.

A tutti imparto la mia Benedizione.  

 

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