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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL CONVEGNO INTERNAZIONALE SUL TEMA
«LA SCIENZA E LA TECNOLOGIA CONTRO LA FAME NEL MONDO»

Venerdì, 7 ottobre 1983

 

Cari amici,

è un vero piacere per me dare il benvenuto ai partecipanti al Convegno internazionale avente per tema: “La scienza e la tecnologia contro la fame nel mondo”, promosso dal Consiglio nazionale italiano delle ricerche. L’argomento del vostro dibattito merita la più sollecita attenzione ed è veramente di somma importanza per un gruppo di scienziati ed esperti impegnati nella cooperazione internazionale nella campagna contro la fame nel mondo.

Lo studio delle vie e dei mezzi per nutrire la popolazione di questa generazione e delle generazioni a venire deve attingere alle risorse di ogni campo della scienza e della tecnologia. Deve affrontare il problema da diversi punti al fine di giungere a soluzioni che siano adeguate al tempo presente e che rispondano anche alle esigenze del futuro.

Il problema della fame nel mondo assume proporzioni preoccupanti se considerato dal punto di vista di quei popoli e Nazioni in via di sviluppo che stanno cercando disperatamente di rispondere alle fondamentali necessità umane, ma che falliscono in questa impresa a causa di fattori sociali, economici e politici che sono di ostacolo. L’urgenza di questa situazione richiede un’azione concertata, basata sulla collaborazione sia bilaterale che multilaterale, e questa azione presuppone una chiara visione degli aspetti sociali ed economici della questione, così come di quelli culturali e spirituali.

Questo perché la sopravvivenza di milioni di esseri umani nostri fratelli non può essere ridotta ad una questione di interessi nazionali acquisiti o di opportunismo politico. La loro sopravvivenza deve essere vista piuttosto nel suo pieno significato: come responsabilità, dovere solenne di tutta l’umanità unita in uno spirito di solidarietà fraterna. Questo imperativo scaturisce da una comune fratellanza nella paternità di Dio, e deve essere espresso in una carità universale, una carità che cerchi di promuovere un mondo “più umano verso tutti, dove tutti possano dare e ricevere, senza che un gruppo progredisca a spese dell’altro” (Populorum Progressio, 44).

È chiaro che le sfide morali chi si pongono a coloro che hanno la responsabilità dell’applicazione tecnica delle soluzioni al problema della fame nel mondo sono immense. Esse implicano l’acquisizione e l’utilizzo di tutta la conoscenza tecnologica e scientifica disponibile e il porla a servizio dell’uomo nella sua lotta contro le cause e gli effetti di questo problema antico e tuttavia sempre più grave.

La Chiesa ha ripetutamente fornito il suo appoggio a iniziative che operano per la riduzione della fame nel mondo. La Santa Sede in particolare segue con vivo interesse le attività di tutte le organizzazioni internazionali che intraprendono programmi finalizzati a questo scopo. Desidero darvi assicurazione del mio incoraggiamento al nobile fine da voi perseguito. Lo faccio poiché lavorando per eliminare la fame voi, nello stesso tempo, fate del mondo un luogo più umano nel quale vivere; voi contribuite a costruire un mondo nel quale ogni persona possa vivere una vita più pienamente umana, una vita basata su quella dignità comune ad ogni uomo che è in armonia con la natura dataci dal Creatore.

Possano i vostri sforzi volti a eliminare la fame dal mondo essere coronati dal successo, poiché voi lavorate a favore dell’intera famiglia umana.

 

© Copyright 1983 - Libreria Editrice Vaticana

 



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