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INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON DUE PELLEGRINAGGI GIUBILARI

Venerdì, 21 ottobre 1983

 

Carissimi fratelli e sorelle del Portogallo.

1. È con molta gioia che vi saluto, in questa casa che è di tutti i figli della Chiesa. La vostra presenza mi ricorda che baciando, nel maggio dell’anno scorso, il suolo della vostra terra, dissi che quel gesto significava “amicizia, per l’amicizia della quale mi sento circondato” dal popolo portoghese. E dopo quattro giorni con voi di intensa emozione popolare, dicendovi addio ho potuto assicurarvi di aver incontrato aperte le porte dei vostri cuori. Per questo vi ho così salutato: “arrivederci”.

2. Siete venuti, in questo Anno Santo della Redenzione, come pellegrini nella città eterna. Qui potete sentire, più da vicino, la forza salvifica che ha animato, in questi 1950 anni, una ad una, le generazioni cristiane. Qui avete incontrato la tomba di san Pietro, che fu il primo a riconoscere Gesù di Nazaret come il Cristo, il Figlio di Dio. E quando molti suoi discepoli lo abbandonarono, poiché trovavano eccessivamente duro il suo modo di parlare, Gesù si rivolse ai dodici Apostoli con una domanda decisiva: “Forse anche voi volete andarvene?”. Pietro rispose a nome di tutti: “Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Gv 6, 67-69).

Avete incontrato, qui a Roma, anche la tomba di san Paolo, il grande apostolo delle genti, che poté dire di se stesso: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me” (Gal 2, 20). Avete incontrato anche le catacombe che continuano a parlare dell’eroismo dei primi cristiani, martiri per la fede in Cristo. Avete incontrato numerose chiese a testimoniare, attraverso i secoli, una fede viva e intrepida.

Carissimi fratelli e sorelle, oggi il successore di san Pietro vi affida questo stesso messaggio di fede degli Apostoli, radicato tanto profondamente in questa città: approfittate di questo vostro pellegrinaggio a Roma per approfondire la fede in Cristo Redentore e il vostro impegno di vita cristiana. Passando per la Porta Santa, arricchitevi di sentimenti di penitenza, di riconciliazione e di fedeltà alla Chiesa. Portate alla vostra terra questo messaggio dell’Anno Santo della Redenzione. Portate la gioia della salvezza e della riconciliazione. E tutti benedico di cuore: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Amen.

* * *

Cari fratelli e sorelle in Cristo,

sono lieto di salutare i partecipanti al pellegrinaggio dell’Anno Santo da Miami, e rivolgo una particolare parola di benvenuto all’Arcivescovo McCarthy, il Vescovo Nevins e i numerosi sacerdoti che sono venuti come pellegrini in Terra Santa e a Roma. Sono lieto che anche l’Arcivescovo nominato, De Paoli, possa essere insieme a voi a Roma prima di partire per la sua nuova missione al servizio della Santa Sede. È una gioia incontrarmi con tutti voi durante questo anno in cui voi celebrate il venticinquesimo anniversario della fondazione della vostra amata arcidiocesi.

La provvidenziale coincidenza della celebrazione dell’anniversario e del Giubileo della Redenzione ci fa riflettere sull’intervento del Signore nella storia umana, sul fatto che le nostre singole vite e le nostre vite nel loro insieme sono raggiunte dall’amore redentore di Gesù Cristo. Cristo è l’Alfa e l’Omega, l’inizio e la fine. Egli è il Signore della nostra vita e il Signore della storia. Sebbene viviamo in un mondo segnato dalla sofferenza che ha origine nel peccato e nel male, noi abbiamo fede in Cristo e così non perdiamo mai la speranza. Noi riponiamo la nostra fiducia nella misericordia di Dio, essendo certi che la misericordia di Dio è più potente del male, più forte della morte.

Cari amici in Cristo, tornando a Miami, la pace di Cristo regni nei vostri cuori. E siate messaggeri della fede cristiana e della gioia per tutti coloro che incontrate. Dio vi benedica tutti.

 

© Copyright 1983 - Libreria Editrice Vaticana

 



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