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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN PELLEGRINAGGIO GIOVANILE DAL BELGIO

Sabato, 21 aprile 1984

 

Col cuore pieno di gioia vi saluto tutti, professori e studenti di diversi istituti scolastici dal Belgio fiammingo che siete venuti a Roma col 24° pellegrinaggio pasquale, organizzato dal collegio Sant’Uberto di Neeperlt, al quale rivolgo un benvenuto speciale. La vostra visita è per me questa volta motivo di una gioia particolarmente grande. Essa desta il ricordo della gioia intensa del Giubileo della Redenzione che centinaia di migliaia di giovani hanno celebrato qui a Roma una settimana fa. La vostra riunione oggi ne è quasi l’epilogo, gli ultimi suoni dell’indimenticabile accordo finale dell’Anno Giubilare.

Durante la celebrazione del loro Giubileo, i giovani hanno meditato su tre temi, cioè la gioia, la libertà e l’amore. Dio ha regalato all’uomo una vera libertà, la possibilità di scegliere per o contro lui stesso. L’uomo può scegliere contro Dio, dominando il suo prossimo, trattandolo come un mezzo, come oggetto, in breve peccando. La ricerca e la soddisfazione di se stessi possono dare una certa gioia, che però è superficiale e breve e poi abbrutisce in tristezza, amarezza e persino disperazione. L’uomo può anche scegliere per Dio, servendo il prossimo, trattandolo come soggetto, come persona, in breve amando. Il sacrificio di se stessi, l’amore esige lotta e può essere una croce, ma conduce a una gioia profonda e durevole, che è dono dello Spirito di amore e pregustazione della gioia eterna e perfetta presso il Signore risorto. Egli è passato attraverso la passione e la croce, per poter entrare nella sua gloria, come abbiamo commemorato proprio in questa Settimana Santa e celebreremo domani, domenica di Pasqua, con tanta esultanza.

Supplico da Dio la grazia che voi tutti possiate ritornare a casa da questo pellegrinaggio giubilare e dalla celebrazione del mistero pasquale della morte e risurrezione del Signore con la risoluzione ferma di adempiere il senso della vostra libertà, costruendo la vostra vita sull’amore, cooperando alla formazione della civiltà dell’amore e di una società di pace e giustizia in cui il vivere sarà una vera gioia. Per questo vi imparto di tutto cuore la Benedizione Apostolica.

 

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