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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI SEMINARISTI BRESCIANI

Sala Clementina - Lunedì, 13 febbraio 1984

 

Carissimi!

1. Ringrazio anzitutto Monsignor Rettore per le amabili parole, che ha voluto rivolgermi e desidero esprimere la mia sincera letizia di potermi oggi intrattenere con voi, seminaristi di Brescia, che insieme con i vostri Superiori e Professori siete venuti a Roma per celebrare il Giubileo della Redenzione, presso le Tombe degli Apostoli e dei Martiri.

L’odierno incontro riporta al mio e al vostro ricordo quello che abbiamo avuto il 26 settembre del 1982 presso il Santuario della “Madonna delle Grazie”, nel corso della visita pastorale alla diocesi di origine del mio predecessore Paolo VI, di venerata memoria.

La stessa gioia di quel giorno provo oggi, perché mi è data la felice occasione di poter parlare, ancora una volta, a un gruppo numeroso di giovani, quali voi siete, che con entusiasmo e generosità avete risposto all’appello, alla chiamata di Gesù: “Seguimi!” (cf. Mc 2, 14; Lc 5, 27). La sequela di Gesù, la quale culmina nel sacerdozio, comporta un itinerario lungo e non privo di difficoltà e prove di vario genere.

Si tratta di prepararsi a diventare, nella Chiesa di Dio, sacerdoti di Cristo, cioè ministri e dispensatori dei suoi misteri, stretti collaboratori alla sua opera di salvezza, qual è la Redenzione; è necessaria pertanto una preparazione diuturna e intensa di carattere, prima di tutto, spirituale, i cui elementi fondamentali sono una profonda vita di unione con Cristo, specialmente mediante i sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione; la preghiera personale e comunitaria, continua, fervida; la carità fraterna, che è il distintivo specifico e caratteristico del cristiano e, a maggior ragione, di coloro che vogliono diventare sacerdoti. Come vi dicevo a Brescia: “Ricordate che il periodo del seminario è unico, irripetibile, decisivo per il vostro futuro ministero. Approfittatene per mettere alla base della quotidiana preparazione una forte spiritualità, che si alimenti a una solida pietà eucaristica, cristocentrica e mariana. Lasciatevi permeare sempre più in profondità dalla novità del Vangelo e sul gioioso annuncio del messaggio cristiano improntate il vostro programma di vita” (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, V/3 [1982] 599s.).

Il periodo del seminario è altresì il tempo prezioso per la preparazione culturale - umanistica, filosofica, teologica - cioè per lo studio serio e costante delle discipline che, mediante l’opera vigile e competente dei vostri superiori e docenti, vi fanno accostare sia alle scienze umane, sia alla “Sacra doctrina”, della quale voi, come sacerdoti, dovrete essere i fedeli annunciatori e testimoni.

2. Vi conforta e vi stimola in questo generoso impegno la secolare tradizione di solidità pedagogica e di serietà culturale del vostro seminario, come pure l’esempio luminoso dei vescovi, che hanno retto con lungimirante saggezza la vostra diocesi, e di tanti sacerdoti, che si sono distinti per la loro generosa ed efficace azione pastorale nelle varie iniziative di carattere catechetico e sociale, in particolare in quelle finalizzate alla formazione cristiana della gioventù e del laicato cattolico.

A voi, Seminaristi di Brescia, non mancano perciò saldi e chiari punti di concreto riferimento e un immenso patrimonio umano e spirituale, che avete il compito e la responsabilità - in quanto chiamati da Cristo a partecipare al suo sacerdozio ministeriale - di amministrare e di arricchire sempre più per il bene della Chiesa tutta.

Proprio per confermarvi in questo impegno voi avete voluto vivere con speciale intensità questo periodo di grazia e di salvezza, che è il Giubileo della Redenzione, e avete lavorato in questi mesi - sia a livello personale che comunitario - a far sì che questo fosse per voi un Anno veramente Santo, per concluderlo infine qui, a Roma, nel centro della cattolicità, accanto al successore di Pietro, il pescatore di Galilea, chiamato da Cristo a diventare “un pescatore di uomini” (Mt 4, 19; Mc 1, 17). Nello spirito di questa straordinaria celebrazione giubilare della Redenzione, desidero ricordare a voi - futuri ministri della Redenzione stessa - quello che scrivevo a tutti i membri della Chiesa nella Bolla di indizione: “Ogni fedele deve sapersi soprattutto chiamato a un impegno singolare di penitenza e di rinnovamento, poiché questo è lo stato permanente della Chiesa stessa” (Ioannis Pauli PP. II, Aperite portas Redemptori, 3).

Affido questi miei voti al Cuore Immacolato di Maria, celeste titolare e patrona del vostro seminario, mentre su di voi tutti e sui vostri cari invoco la sua materna protezione.

Vi accompagni la mia benedizione apostolica.



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