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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL GRAN MAESTRO E AL SOVRANO CONSIGLIO
DELL'ORDINE DI MALTA

Martedì, 26 giugno 1984

 

Altezza eminentissima,
illustri signori.

1. Sono lieto di porgere il mio cordiale saluto a voi tutti, membri del Sovrano consiglio del Sovrano militare ordine di Malta, in questo incontro così vicino alla solennità di san Giovanni Battista; e ringrazio vivamente il gran maestro per le nobili parole a me indirizzate anche a nome di tutti i diecimila Cavalieri presenti e operante nel mondo.

La visita di quest’anno riveste un particolare significato perché avviene a breve distanza dalla celebrazione del capitolo generale, nel quale è stato eletto il nuovo governo che guiderà l’Ordine nei prossimi anni, e durante il quale è stato fatto il punto sui lavori di revisione della Carta costituzionale e del Codice, per adeguare la vostra normativa agli orientamenti del Codice Vaticano II e del nuovo Codice di diritto canonico.

Auspico che da quest’impegno, voluto dalla Chiesa per tutti gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, scaturiscano nuovo slancio e nuovo vigore per la vostra operosità plurisecolare e un approfondimento evangelico di vita interiore.

2. Il vostro benemerito Ordine è nato in un periodo di storia caratterizzato sotto il profilo socio-politico da un’epoca di ferro, e sotto il profilo ecclesiale da una straordinaria fecondità d’istituzioni. In quest’ottica quel periodo remoto appare più vicino e la vostra ragione di essere più attuale.

In ogni epoca la vitalità perenne e incessante della Chiesa esprime le proprie figure insigni di santi e di eroi, come pure i propri movimenti per una risposta qualificata alle esigenze sempre urgenti e sempre nuove dell’uomo. L’unica e identica grazia dello Spirito si manifesta attraverso la varietà dei carismi. Allora, alle vostre origini, il rinnovamento della vita religiosa si ebbe con la nascita e lo sviluppo dei grandi ordini contemplativi e insieme con quella originale forma di ordini religiosi che si chiamarono “cavallereschi”.

Il vostro Ordine sorse col preciso intendimento di mettersi a servizio e a difesa della fede, e insieme a protezione degli oppressi e assistenza degli infermi e dei poveri.

Con l’andare del tempo l’impulso originale verso questi obiettivi non è venuto meno. Esso viene stimolato dai documenti del Concilio e dal nuovo testo di diritto canonico, i quali non mancano di sottolineare l’urgenza del rinnovamento e adattamento alle mutate condizioni dei tempi (Gaudium et spes, 7) e insieme la necessità di interpretare e di osservare lo spirito e le finalità dei fondatori (Perfectae Caritatis, 2).

Sono indirizzi luminosi e vitali. La difficoltà consiste nel trovare il punto di armonia e di giusto equilibrio tra due esigenze: essere attuali senza tradire la genuinità delle origini. Come la Chiesa, ogni istituzione all’interno di essa è chiamata ad essere sempre nuova e sempre fedele a se stessa. Il vostro sforzo di ricerca, animato dal soffio dello Spirito, vi consentirà di trovare con chiarezza le vie nuove e i modi del vostro atteggiamento nel quadro del vostro carisma di fondazione, che fa parte del tesoro della Chiesa.

3. L’impegno per la difesa della fede e del povero voi lo realizzate nello sviluppo delle attività caritative, nelle quali vi prodigate con slancio generoso e animati da uno spirito qualificatamente cristiano. Voi siete nati come “Ospedalieri”, e questa vostra primitiva denominazione non ha perso nulla della sua attualità. Il vostro cammino lungo i secoli attesta che è sempre stata ed è pure al presente una realtà, della quale anche gli uomini di oggi sentono l’urgenza e la necessità e verso la quale essi non mancano di manifestare la propria ammirazione.

Quel primo centro di assistenza ai malati e ai bisognosi, da Gerusalemme, dove esso nacque, accanto ai luoghi della sepoltura e della risurrezione del Signore, si è moltiplicato e via via si è diffuso per i cinque continenti in attività cristiana di ogni tipo: ospedali propriamente detti, lebbrosari, dispensari, ambulatori, banche di sangue, centri specializzati, scuole professionali, gruppi di soccorso, asili per i bambini, case di riposo per anziani, centri di raccolta e di smistamento di medicinali, borse di studio e patronati.

La carità evangelica, che porta a saper vedere Cristo nel fratello sofferente e bisognoso, non ha limiti. E vi ha spinto a portare soccorso alle popolazioni di quello che chiamano il Terzo mondo, nel Vietnam, nell’Oriente asiatico, nell’America Latina, nelle zone dell’Africa che soffrono la siccità, in regioni più vicine colpite da calamità naturali, come pure nel tormentato Libano.

L’attività multiforme, che va incontro all’infermo e all’indifeso, spinge ad operare nel quadro delle vecchie povertà e verso coloro che non hanno pane, vestito, casa, lavoro, patria, ossia delle povertà nuove, create dalla moderna società dei consumi.

Mi compiaccio per questa attività caritativa che è testimonianza di fede, perché esercitata in nome della paternità universale di Dio, ed è applicazione del Vangelo, che vuole tutti gli uomini fratelli; è costituzione del regno, dono di sé offerto per amore di colui che si è donato per noi.

4. Voglio esortarvi a interiormente arricchirvi di Dio, della sua vita trinitaria, per poter donare di più. Impegnatevi con cura, secondo i differenti vincoli che distinguono le tre classi dell’Ordine, alla vostra personale formazione religiosa, fatta di vita sacramentale, di preghiera, di ascolto della parola di Dio, di meditazione, di disponibilità alla guida dei pastori, di semplicità, autenticità, austerità vorrei dire, nei rapporti sociali interni ed esterni, di umiltà che ci porta a valorizzare più l’essere che l’avere.

Affido questo auspicio alla protezione di nostra Signora di Filermo, di san Giovanni Battista, del vostro fondatore, dei santi e dei beati del vostro Ordine.

Voglio assicurarvi infine che siete presenti nel mio cuore; nelle nomine recenti del cardinale patrono e mio rappresentante presso l’Ordine, e del prelato, vogliate vedere la sollecitudine di questa Sede apostolica, la quale, oltre che con il legame diplomatico che ha con il vostro Sovrano ordine, vuole essere vicina a voi, nel vostro cammino di perfezione, anche con una presenza pastorale.

Con questi sentimenti vi imparto di cuore la benedizione apostolica, che estendo a tutti i membri dell’Ordine gerosolimitano con un particolare pensiero per i cappellani dell’Ordine.

 

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