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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN PELLEGRINAGGIO DI NON VEDENTI

Cortile del Palazzo Pontificio - Castel Gandolfo
Sabato, 8 settembre 1984

 

Miei cari amici.

Dio sia lodato per questo incontro! Lo avete desiderato molto vivamente, voi che siete più sensibili di altri ad una presenza sentita come vicina, quasi palpabile. Da parte mia, sforzandomi di seguire l’esempio del Signore Gesù, accolgo il più possibile coloro che - all’interno della Chiesa o della società in generale - hanno responsabilità cariche di conseguenze, ma anche le folle delle udienze del mercoledì. E desidero molto manifestare una particolare attenzione ai miei fratelli e alle mie sorelle che portano il peso di infermità, qualunque esse siano. Siate i benvenuti in questa casa familiare. Nella fede, voi siete i miei figli prediletti.

Anche se voi avete progressivamente accettato i vostri limiti visivi, sono certo che spesso pensate a tanti uomini, donne e bambini toccati dalla sofferenza in tutto il mondo. Il male nel mondo ha anche condotto alcune persone malate o handicappate a dubitare di Dio. Questo atteggiamento è comprensibile, ma ha bisogno di essere chiarito. Le cause delle miserie umane sono molteplici e complesse. L’uomo e la società vi hanno una loro parte. Il male è un mistero che non si riduce a un problema. È qualcosa di insondabile. E il nostro Dio è sempre Padre, un Padre che non si carica di sofferenza. Egli se ne fa carico poiché ha inviato suo Figlio nel mondo per comunicarci il segreto della trasfigurazione e della santificazione della sofferenza.

Cari amici, provo una gioia molto profonda nel vedervi così vicini a me, e sapendo che ciascuno di voi ha già compiuto una parte dell’accettazione dei suoi limiti a livello degli occhi, cioè dell’offerta cristiana della sua situazione. Inoltre, sono felice di sapere che voi beneficiate di istituti specializzati, di associazioni di amicizia tra handicappati della vista. Questi diversi organismi vi hanno permesso di accedere ad un autentico livello di valore umano e a inserimenti molto riusciti nell’esistenza. E mi felicito molto calorosamente con tutti coloro che si dedicano disinteressatamente alla promozione delle persone totalmente o parzialmente limitate nell’uso della vista.

Infine, voglio incoraggiarvi a portare al mondo contemporaneo - aiutandovi reciprocamente il più possibile - la preziosa testimonianza di un’esistenza segnata dalla prova certamente e, ciononostante, piena di serenità e di interiorità spirituale, di gioia e di amicizia, di devozione professionale corrispondente alle vostre possibilità individuali, di servizio alla Chiesa di Cristo. Ogni essere umano, infatti, è chiamato a rendere testimonianza alla dignità sacra della persona e, in definitiva, a Cristo redentore, di ogni miseria umana per chiunque gli apra largamente il suo spirito e il suo cuore.

Cari amici, domando al Signore, per ciascuno di voi, la grazia di ripartire da questo pellegrinaggio romano con una maggiore fiducia nelle vostre possibilità, con una rinnovata gioia di vivere, con un approfondimento della vostra fame e sete di Dio. Vi benedico molto affettuosamente nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

 

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