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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI STUDENTI CATTOLICI FIAMMINGHI

 Sabato Santo, 6 aprile 1985

 

Con grande letizia vi saluto tutti, professori e studenti di diversi istituti scolastici del Belgio fiammingo. Specialmente saluto il collegio San Huberto di Neerpelt, che ora per la venticinquesima volta ha organizzato questo pellegrinaggio pasquale a Roma.

L’anno scorso ho detto che l’incontro era per me motivo di gioia molto grande, perché era quasi l’epilogo della celebrazione grandiosa del Giubileo della redenzione. Il mio cuore trabocca di gioia, perché quest’anno può essere di nuovo così. Anche questa volta la vostra presenza qui è quasi l’ultimo accordo della celebrazione dell’Anno internazionale della gioventù, che ho potuto vivere domenica scorsa in modo indimenticabile con centinaia di migliaia di giovani.

In quell’occasione ho consegnato ai giovani una lettera nella quale ho scritto fra l’altro della ricchezza che la gioventù rappresenta, non soltanto per gli stessi giovani, ma per tutti gli uomini. Questa ricchezza consiste nelle molteplici possibilità che la gioventù offre per un progetto del futuro, un progetto di vita che ognuno fin da giovane si propone di realizzare nel suo avvenire. Voglio invitare anche voi a inserire il Cristo nel progetto di ciascuno, ciascuna di voi, anzi, di metterlo addirittura al centro del vostro progetto di vita, perché lui, Gesù, è la chiave della storia umana e di ogni esistenza umana. Mediante la sua predicazione e la sua vita ci ha rivelato che il senso della storia dell’umanità e dell’esistenza di ogni uomo si trova nell’amore. L’amore infinito della santissima Trinità, l’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, trabocca nella creazione e ancora di più nella redenzione, nel mistero dell’incarnazione, della morte sulla croce e della risurrezione del Figlio di Dio. Per questo siamo stati liberati dal potere del male e abbiamo ricevuto la possibilità di costruire la nostra vita nell’amore, secondo il comandamento nuovo che Gesù ci ha dato: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amati, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13, 34).

Progettate quindi la vostra vita futura come una vita nell’amore, come partecipazione alla costruzione di una società che può offrire all’umanità nel passaggio dal secondo al terzo millennio la speranza ferma di una civiltà dell’amore. Per questo imparto di cuore a voi tutti la benedizione apostolica. Arrivederci fra un mese in Belgio!

Dio sia con voi e vi benedica tutti!

 

 



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